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Bambini e paura della matematica: consigli per genitori e insegnanti per vincerla

di Valentina Murelli - 11.10.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
La matematica è importantissima per vivere bene, come strumento di lettura della realtà, ma anche come forma di bellezza. Eppure spesso non piace e fa paura. Ecco come costruire un clima più positivo intorno a questa disciplina  

In questo articolo

Deborah: la matematica non mi è mai piaciuta e temo che mia figlia abbia preso da me. Proprio non ci riesce.

Regina: la matematica o la si capisce subito o non c'è niente da fare.

Valerio: il problema della matematica è il modo in cui viene insegnata. Sempre e solo lezioni frontali che annoiano ed esercizi su esercizi che avviliscono.

Lo sappiamo: spesso la matematica non piace e fa paura. Qualche anno fa una ricerca condotta con bambini della scuola primaria da Rosetta Zan e Pietro di Martino, del Dipartimento di matematica dell'Università di Pisa, ha mostrato che già in prima molti bambini hanno paura o addirittura terrore della matematica: un sentimento negativo che tenderà ad accompagnarli a lungo, se non per sempre, a scuola e nella vita.

Eppure la matematica è importantissima per vivere bene. Intanto perché è utile, come ha ricordato la presidentessa dell'Invalsi Anna Maria Ajello alla presentazione delle prove 2019, che hanno confermato che la matematica è la bestia nera degli studenti e delle studentesse italiane: “Bisogna far capire soprattutto alle bambine e alle ragazze che questa disciplina è fondamentale per la loro sicurezza in età adulta”, per esempio perché serve per imparare a leggere documenti finanziari e non essere esposte a truffe.

E oltre che utile, la matematica può essere bella, come dicono i risultati di uno studio pubblicato lo scorso agosto sulla rivista Cognition, secondo i quali anche i non matematici riescono a vedere la bellezza di un ragionamento matematico proprio come colgono quella di un dipinto o di una sonata di Schubert.

Un'alleanza scuola-famiglia per vincere la “bestia nera”

Sconfiggere la bestia nera, dunque, è più importante che mai e noi di nostrofiglio.it e Focus Scuola pensiamo che per farlo serva una stretta alleanza tra scuola e famiglia: un patto che aiuti i bambini se non ad amare la matematica - “e d'altra parte ci sta che non tutti debbano amarla per forza” afferma Di Martino – almeno a non odiarla e a non averne paura.

Coma la famiglia può aiutare i bambini con la matematica

Sul fronte famiglia la prima cosa da fare è aiutare i genitori a sgombrare il campo dall'idea che le capacità in matematica siano qualcosa di ereditario e ineluttabile.

“Frasi come 'mio figlio ha preso da me, che non ho mai capito niente' o 'le donne della mia famiglia sono sempre andate male in matematica' sono da evitare perché diventano autoavveranti” raccomanda Di Martino, che da anni si occupa di didattica della matematica e atteggiamenti nei confronti di questa materia. “Chi si è sentito dire 1000 volte che ha preso dalla mamma, che la matematica non la capiva, non ci proverà neppure”.

Niente giudizi sulla persona

Allo stesso modo, però, è da evitare l'associazione tra buoni risultati in matematica e intelligenza superiore. “Pensiamoci: se un bambino prende un bel voto in storia, i genitori lo raccontano ai nonni dicendo che 'ha preso un bel voto in storia'. Se ha preso un bel voto in matematica, lo raccontano dicendo che 'è un genio'. Ma fare questo significa sostituire un commento sulla prestazione con un giudizio sulla persona, che a lungo andare può risultare pesante”. Il rischio è che di fronte alla prima difficoltà il bambino che si è sentito sempre sentito chiamare “genio” vada incontro a una forte crisi emotiva. “Può succedere quando si arriva alle scuole superiori, per esempio, dove c'è qualche difficoltà in più. O addirittura anche all'università, tra gli stessi iscritti a matematica".

La curiosità prima di tutto!

Ai genitori che chiedono come aiutare in concreto i figli con la matematica, Di Martino raccomanda semplicemente di spronarli a essere curiosi (in tutti i campi), a porre domande (senza stancarsi se sembrano ingenue) e a proporre – argomentandole - le loro risposte, senza fornirne di preconfezionate: un'ottima palestra per il ragionamento matematico.

Meno esercizi, più problemi

Sul fronte scuola, invece, Di Martino sottolinea con enfasi come il problema principale stia nel fatto che di “vera” matematica se ne fa poca.

“L'oggetto della matematica sono i problemi, che per definizione richiedono soluzioni creative e contemplano la possibilità di errore, mentre a scuola si chiamano 'problemi' quelli che in realtà sono esercizi, che sono invece strumenti per la risoluzione dei problemi e non dovrebbero diventare il fine dell'a proposta educativa”. L'esperto invita dunque a portare in classe più problemi e meno esercizi.

Come creare in classe un ambiente “amico della matematica”

Altri semplici consigli per creare un clima positivo intorno all'insegnamento della matematica vengono dal fisico e matematico americano Raj Shah, cofondatore del Global Math Project. Per esempio:

  1. iniziare ogni lezione con qualcosa che sia in grado di stimolare la curiosità degli studenti, come una domanda su un tema “controverso” (Zero è un numero pari o dispari?) o la possibilità che siano gli studenti stessi a porre una domanda d'avvio.
  2. promuovere determinazione e persistenza, aiutando gli alunni a familiarizzare con un certo senso di disagio perché non tutto sta venendo subito come si aspettano, e lasciando il tempo necessario per “sbatterci la testa”.
  3. favorire un atteggiamento mentale di tipo dinamico, basato sulla convinzione che le capacità matematiche non sono fisse e immutabili ma possono migliorare. Naturalmente con un po' di sforzo.

(Articolo pubblicato a ottobre 2019 sulla rivista per insegnanti Focus Scuola)

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Focus Scuola è la rivista rivolta ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado.Disponibile solo su abbonamento.

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