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Compiti a casa: come aiutare tuo figlio a trovare la concentrazione

di Valentina Murelli - 07.02.2017 - Scrivici

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Fonte: Science Photo Library
Può succedere: il bambino sta sui libri, ma i risultati non si vedono. Oppure gli insegnanti si lamentano che è intelligente ma non si applica. I genitori possono fare molto per dare una mano, a partire dai compiti a casa. Ecco come farlo con i suggerimenti ispirati al metodo Feuerstein.

In questo articolo

Il bambino è distratto, non sta attento, è intelligente ma non si applica. Quanti genitori se lo sentono dire.

Oppure vedono che, a casa, passa del tempo sui libri, ma i risultati non si vedono. Molti di loro, per migliorare la situazione, cercano di dare una mano con i compiti a casa. Ecco come farlo in modo efficace secondo le indicazioni di Michela Minuto, esperta di metodi cognitivi e responsabile dello Studio Forma di Torino, centro di formazione sul metodo Feuerstein.

Piccole pause e niente distrazioni


"Per prima cosa, la concentrazione del bambino va aiutata con qualche piccola regola di buonsenso" precisa Minuto. Per esempio:

  • affrontare le materie difficili quando il bambino è riposato e non alla fine di una giornata carica di impegni extrascolastici: se ha passato tutto il pomeriggio tra piscina e corso di musica, al momento di fare i compiti sarà troppo stanco;
  • eliminare le distrazioni, come la TV accesa in sottofondo, o il cellulare che ogni due minuti segnala di aver ricevuto un messaggio whatsapp;
  • prevedere pause periodiche. "Molti pensano che più si sta sui libri più la concentrazione aumenti - spiega Minuto - ma dopo 30-40 minuti in realtà cala. Per recuperarla basta un quarto d'ora di pausa, il tempo di un giro sul balcone, uno spuntino, una telefonata veloce a un amico.

Il metodo Feuerstein


A partire dagli anni cinquanta del secolo scorso, lo psicologo Reuven Feuerstein si trova a occuparsi di bambini e ragazzi ebrei appena arrivati in Israele da altri paesi: bambini e ragazzi segnati da profonde differenze culturali e spesso anche da difficoltà psicologiche ed emotive (alcuni di loro avevano vissuto l'esperienza dei campi di sterminio). In questo contesto, Feuerstein comincia a sviluppare un metodo - oggi noto con il suo nome - che permetta di potenziare la capacità di apprendere in vari contesti. In pratica, un metodo per imparare ad imparare, basato su una serie di esercizi di potenziamento delle strategie cognitive da svolgere non da soli, ma attraverso l'interazione con una persona in grado di accompagnare in questo percorso, chiamata mediatore. Oggi il metodo è diffuso in vari contesti: scuola, centri di riabilitazione per bambini con difficoltà cognitive (è molto usato nel caso della sindrome di Down, formazione aziendale.

Pazienza e supporto


Minuto propone anche alcune indicazioni più specifiche ispirate al metodo Feuerstein per il potenziamento delle abilità cognitive. Fondamentale è l'atteggiamento del genitore, che Feuerstein stesso considera il primo mediatore per il bambino. "Del resto, fin dalla nascita sono proprio i genitori che, con il loro atteggiamento, stimolano o reprimono la curiosità del bambino verso il mondo circostante e permettono o meno al bambino di considerarsi una persona capace di apprendere".

[Leggi anche: Come stimolare l'intelligenza dei bambini]

In generale, quindi, ma in particolare quando si tratta di compiti, mamma e papà devono essere il più possibile coinvolgenti - se sono loro i primi a vivere i compiti come una noia o un peso, il bambino stesso non potrà dedicarvisi con attenzione - e non giudicanti.

Frasi come Te l'ho già mostrato due volte, possibile che non riesci ancora a farlo da solo? o Sei come me, di matematica non capisci niente sono da evitare, perché invece di stimolare il bambino lo vincolano a un'immagine poco positiva di sé. Al contrario, bisogna mostrare pazienza e supporto, anche in presenza di un errore. "Sottolinearlo con ironia può essere demotivante: più utile apprezzare il tentativo fatto e chiedere al bambino di raccontare come ha svolto il compito, per aiutarlo a trovare il punto che non funziona".

L'errore non deve diventare un marchio negativo, ma uno stimolo per il bambino a riflettere e a correggersi.

Domande d'aiuto


Entrando nel vivo della questione, la chiave suggerita dal metodo Feuerstein per aiutare il bambino a concentrarsi e a studiare in modo efficace si basa sulla sollecitazione mirata con domande utili a far riflettere. "Ma attenzione - sottolinea Minuto - parliamo di domande relative al processo di apprendimento e non certo al contenuto. Non si tratta di chiedere al bambino che cosa dica il teorema di Pitagora, ma di aiutarlo, con queste domande, a costruirsi un metodo che gli permetta di capire e ricordare cosa dice il teorema di Pitagora". Per esempio, di fronte a un nuovo capitolo si può chiedere:

  • Cos'hai studiato l'ultima volta? "Questa domanda attiva la memoria e stabilisce un legame tra ciò che si conosce già e ciò che si sta imparando, rassicurando anche sul fatto che non si parte da zero e aumentando quindi il senso di competenza".
  • Possiamo prevedere di cosa parlerà il nuovo capitolo? (Per esempio partendo dalla lettura del titolo del capitolo che si deve studiare). "Questo per sviluppare l'abilità di individuare relazioni di causa-effetto e mezzo-fine".
  • In che modo quello che hai studiato può essere utile in un altro contesto? "Questa domanda permette di utilizzare ciò che si è appreso in altre discipline (o nella vita di tutti i giorni)".

Altre domande possono aiutare a raffinare il processo di riflessione:

  • Quali tappe hai compiuto in questo lavoro? "Così si facilita la scoperta di eventuali errori e, se invece il lavoro è venuto bene, il bambino apprende che può ripetere le stesse tappe in occasioni simili";
  • Quali aspetti ti sono sembrati più significativi?
  • Quale idea sintetizza meglio quello che hai imparato oggi?

"Poco a poco - conclude Minuto - queste domande verranno interiorizzate, creando una guida al ragionamento che permetterà al bambino di rimanere concentrato e di affrontare con consapevolezza ogni nuovo compito".

Per approfondire


Per informazioni sul metodo Feuerstein e sulle sue applicazioni si possono contattare i centri di formazione presenti in Italia (elenco sul sito del Feuerstein Institute). In caso di difficoltà scolastiche "pesanti", il genitore potrebbe non essere la figura più adeguata a seguire il bambino (perché tende a innervosirsi o a spazientirsi), oppure potrebbe non essere sufficiente: in questi casi, l'assistenza di un mediatore specializzato, che in genere segue il bambino un paio di volte alla settimana, costa circa 30-50 euro all'ora.

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Aggiornato il 06.02.2018

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