Cosa fare quando il bambino cade secondo il metodo Montessori
Nei primi anni di vita i bambini esplorano il mondo e a volte si mettono più o meno in pericolo. Ruzzoloni, perdite di equilibrio, inciampi sono un po' la metafora della vita, di quelle piccole o grandi disavventure che si troveranno ad affrontare crescendo. E proprio da una caduta in tenera età può partire l'educazione positiva. Ecco cosa fare quando vostro figlio cade secondo il metodo Montessori, con alcuni consigli tratti dal libro "Il bebè Montessori" (Il leone verde, 2021).
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Non tentare di prevenire ogni caduta
Rafforzare la coordinazione e imparare a controllare il proprio corpo è un processo lungo, che per un bambino comincia prima ancora di imparare a gattonare e prosegue anche quando, da più grande, si cimenta in imprese come andare sui pattini o in bicicletta. Questa esplorazione implica necessariamente molte cadute. Il bambino cadrà all'indietro da seduto, o quando sarà in piedi, o quando starà camminando tenendosi ai mobili o si starà arrampicando da qualche parte, o ancora quando gli toglierete le rotelle dalla bici. Seguirlo passo passo nella loro esplorazione dello spazio, oltre che stressante per voi, è anche inefficace (ci sarà almeno una volta in cui vi distrarrete) e persino controproducente. Se la situazione infatti non è di estremo pericolo, prenderlo al volo prima che cada o prevenire ogni sua caduta togliendo dal suo cammino ogni ostacolo gli impedirà di incontrare, analizzare e risolvere un problema. Le cadute sono un'occasione per imparare la differenza fra ciò che può fare e ciò che non può fare, per scoprire i limiti del suo corpo e sviluppare così un atteggiamento positivo di fronte ai rischi che sceglierà di correre una volta cresciuto.
Cosa fare quando il bambino cade: Non dire “no”
Se dunque il vostro obiettivo è di rendere il più possibile autonomo vostro figlio, permettetegli di capire le cose e di esplorare le relazioni di causa ed effetto.
In questo senso anche ripetere sempre "no" e "non farlo" lo inibisce e non gli fa affrontare le situazioni. Una delle massime del metodo Montessori è di "insegnare mediante l'insegnamento anziché la correzione": non vuol dire non dire mai "no" quando ci vuole, ma provate a limitarlo. Usate invece un linguaggio positivo, osservandolo fare il suo tentativo - anche se lo vedete già sbagliato in partenza - e poi mostrandogli cosa dovrà fare la prossima volta. Diciamogli cosa fare, invece di dirgli cosa non deve fare. Quello che invece si può fare, per prevenire il più possibile piccoli incidenti domestici, è preparare un ambiente sicuro: nella zona in cui il bambino trascorre la maggior parte delle giornate nei suoi primi dodici mesi di vita, mettete un grande tappeto che riduca l'impatto di eventuali cadute.
È caduto? Controlla la tua reazione
Per un genitore è difficile stare a guardare suo figlio che cade. Ma come è importante provare a rilassarsi e a non seguire con sguardo terrorizzato le evoluzioni del bambino per la stanza o al parco, è importante mantenere l'autocontrollo anche qualora dovesse verificarsi un piccolo infortunio. Evitate di avere reazioni forti, gridando spaventati e correndo dal piccolo per aiutarlo a rialzarsi: spesso il bambino è più turbato dalla vostra reazione che dalla caduta in sé. Fate un respiro e sfoggiate una reazione quanto più serena e vedrete che nella maggior parte dei casi vostro figlio tornerà a giocare. D'altronde ricordatevi che i bambini sono molto più vicini al suolo di quanto siamo noi e che le loro cadute non sono terribili come sembrano.
Se un bambino cade, lascialo fare
Resistete anche alla tentazione - comprensibile - di correre subito in suo aiuto. Solo così potete osservare come vostro figlio sa reagire alla caduta in sé, e non alla vostra aria spaventata o sconvolta. I neuroni specchio nel suo cervello possono assorbire da voi un senso di pericolo oppure di calma, sicurezza e benessere, per poi riprodurlo.
Vedrete che, senza che voi interveniate, il bambino si rialzerà da solo e riprenderà a fare quello che stava facendo. Fermatevi dunque e dategli un attimo: questa piccola pausa è essenziale, perché aiutate il piccolo a gestire le sue emozioni e consolarsi da solo, da un punto di vista fisico ma soprattutto emotivo. Imparerà a reagire con calma e dignità di fronte alle battute d'arresto e porterà con sé questo insegnamento per il resto della vita.
Cosa fare se tuo figlio piange
Se correte da vostro figlio ogni volta che cade, gli date il messaggio che avrà sempre bisogno di qualcuno che vada a salvarlo e lo priverete dell'opportunità di ritentare, interferendo così con il suo ciclo di lavoro. Può però capitare che dopo un capitombolo i bambini si facciano male o si spaventino e scoppino a piangere. In questo caso, il ruolo del genitore è quello di "porto sicuro" da cui tornare per consolarsi: prendetelo in braccio e parlategli dolcemente per calmarlo. Evitate però il più possibile di dire "Non preoccuparti" o "Va tutto bene": se il bambino è molto turbato, sono frasi che sminuiscono i suoi sentimenti e non sono allineate con il suo stato d'animo. Chiedetegli piuttosto se cadere è stato uno shock: "Ti sei spaventato vero?"; "Non te l'aspettavi di cadere?". Spesso serve anche a farlo calmare più in fretta.
Il libro
Tutti i consigli sono stati tratti dal libro "Il bebè Montessori" (Il leone verde, 2021) di Simone Davies e Junnifa Uzodike.
Simone Davies è un'insegnante Montessori dell'AMI (Association Montessori Internationale), ed è anche autrice di The Montessori Notebook, il popolare blog e profilo Instagram in cui offre consigli, risponde a domande e organizza laboratori on-line per i genitori di tutto il mondo. Nata in Australia, vive ad Amsterdam con la sua famiglia, dove organizza corsi genitori-figli nella sua scuola Montessori, la Jacaranda Tree.
Junnifa Uzodike è un'insegnante Montessori dell'AMI. Vive in Nigeria con la sua famiglia, dove ha fondato la scuola Fruitful Orchard Montessori, ed è autrice del blog Nduoma, a good life.