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Denti da latte: cosa fare quando cadono

di Valentina Murelli - 11.04.2016 - Scrivici

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Fonte: Michel GAILLARD/REA/contrasto
Intorno ai 6 anni cominciano a cadere i primi dentini: un processo fisiologico, di solito indolore. Spesso i bambini se la cavano da soli, ma i genitori possono dare una mano. E se il dente dondola ma non vuole saperne di cadere, meglio consultare il dentista.

In questo articolo

La caduta del primo dentino è un momento importante nella vita del bambino.

È come il primo passo da solo, o il primo giorno di asilo: un segnale che il piccolo sta crescendo.

Attorno a questo evento così importante sono nati addirittura miti e tradizioni, come quelle della fatina dei denti o del topino dei dentini: personaggi fantastici pronti a regalare un soldino in cambio di un dente appena caduto e lasciato sotto il cuscino o in qualche altro posto segreto.

Ma al di là del folclore, che cosa accade davvero quando cade un dente? È doloroso? Bisogna fare qualcosa di particolare, a parte tenere pronto il soldino?

Intorno ai 6 anni le prime cadute


Non c'è un momento preciso in cui, per tutti, comincia la permuta, cioè la caduta dei denti da latte per fare posto a quelli permanenti. "È un processo individuale, i tempi dipendono da bambino a bambino" spiega Alberto Caprioglio, professore associato di malattie odontostomatologiche all'Università dell'Insubria di Varese ed esperto di denti decidui, cioè i denti da latte, destinati appunto a cadere.

"In realtà, il primo segnale che sta cambiando qualcosa nella dentizione del bambino non è una caduta, ma un'eruzione. Ancora prima che cominci a cadere qualcosa, infatti, cominciano ad arrivare i primi molari permanenti, che occupano un posto - in fondo alla bocca - già libero, visto che non ci sono sopra denti da latte". I primi molari arrivano intorno ai 6 anni: in genere prima in basso e poi in alto, prima nelle bambine e poi nei maschi. La loro comparsa si accompagna alle manifestazioni tipiche dell'eruzione dentale, come la salivazione intensa.

A questo punto cominciano davvero a cadere i primi denti da latte. "Al netto della variabilità individuale, siamo tra i cinque anni e mezzo e i sei anni e mezzo" commenta l'odontoiatra. Di solito cadono prima gli incisivi centrali inferiori, poi quelli superiori, seguiti dagli incisivi laterali, dai molari da latte e dai canini superiori e poi inferiori.

Di nuovo, in genere le femmine cominciano la permuta prima dei maschi.

Dondola, dondola e... cade!


Il processo che porta alla caduta dei denti da latte comincia con il riassorbimento graduale delle loro radici. "È come togliere le fondamenta a una casa, che a un certo punto rimane semplicemente appoggiata al terreno" spiega Caprioglio. "Se sotto c'è qualcosa che spinge, la casa cade, ed è esattamente quanto accade al dente da latte, che viene scalzato da quello permanente sottostante".

Di fatto, quello che succede è che il dentino comincia a dondolare: all'inizio appena appena, poi in modo sempre più vistoso fino a cadere, da solo o con qualche piccolo aiuto. Spesso è il bambino stesso a strapparlo, perché il dondolìo in bocca gli dà un po' fastidio. Altre volte sono i genitori a intervenire: basta afferrare il dente con una garzina e tirarlo ruotandolo leggermente.

In tutto ciò, il bambino in genere non prova dolore. Un po' di fastidio, quello sì. O una piccola fitta, ma niente di più.

E se non cade?


Il processo di caduta di un dente da latte ha una durata variabile a seconda del tipo di dente: "Gli incisivi, che hanno radici molto corte, fanno molto in fretta, mentre i molari da latte possono metterci qualche mese per essere pronti a cadere del tutto" afferma l'esperto.

Ma cosa fare se il dente dondola, i giorni passano, e non succede niente? In queste circostanze, la cosa migliore da fare è consultare un dentista pediatrico, che a seconda delle situazioni consiglierà di aspettare ancora un po', oppure toglierà lui stesso il dentino. "A un certo punto - afferma Caprioglio - questi denti devono cadere, perché altrimenti c'è il rischio che alterino l'eruzione dei denti permanenti sottostanti, che potrebbero prendere strade alternative". In pratica, venire su storti.

Altre fonti per questo articolo: materiale informativo della Mayo Clinic Americana

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Aggiornato il 17.01.2018

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