Le linee guida formulate dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e dalle società pediatriche raccomandano che i bambini in età prescolare non utilizzino i dispositivi tecnologici per più di un'ora al giorno.
La maggior parte dei bambini di età compresa tra i 2 e i 3 anni, però, non segue questi consigli e, secondo questo studio, ciò sarebbe associato a un utilizzo eccessivo dei dispositivi da parte delle mamme detto phubbing.
Questo studio ha utilizzato i dati raccolti dal 2011 al 2014 per determinare i comportamenti e le tempistiche di esposizione agli schermi da parte dei bambini di 2 e 3 anni e per individuare i fattori individuali e familiari associati al mancato rispetto di tali linee guida.
Hanno partecipato a questa ricerca 1.595 e 1.994 bambini di età compresa tra 2 e 3 anni. I ricercatori segnalano che il 79,4% dei bambini di 2 anni e il 94,7% dei bambini di 3 anni non rispetta le linee guida indicate dall'OMS.
I fattori associati a questo mancato rispetto sono stati:
- il tempo dedicato alle tecnologie da parte delle mamme
- la frequenza o meno dell'asilo nido (per i bambini curati a casa i dispositivi sono più accessibili).
Quali sono le conseguenze dell'esposizione dei bambini alle nuove tecnologie? Passare troppo tempo davanti al PC, smartphone e tablet comporta delle conseguenze per la salute dei bambini e il loro sviluppo cognitivo.
Conclusioni
Dallo studio è emerso che, per ridurre il tempo passato dai bambini davanti agli schermi, è importante considerare le abitudini tecnologiche della famiglia.
Nelle famiglie in cui si passa tanto tempo davanti agli schermi di PC, tablet e smartphone, potrebbe risultare difficile per i genitori educare i bambini a un corretto uso degli strumenti tecnologici. Di conseguenza, sarà importante collaborare con le famiglie per impostare delle regole e per pianificare attività familiari prive di tecnologia, in grado di stimolare le interazioni umane e favorire un approccio attento e controllato ai dispositivi tecnologici.