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I giochi che fanno bene all'intelligenza dei bambini, secondo Raffaele Morelli

di Federica Baroni - 04.12.2014 - Scrivici

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I giochi attivi, quelli che richiedono movimento, manualità, fantasia e dove il bambino è protagonista dell'azione, sono molto importanti per la sua crescita. Da limitare invece i giochi digitali o quelli troppo strutturati dagli adulti. Ecco i consigli dello psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli sui giochi che fanno bene ai nostri piccoli.

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Tutti i bambini amano giocare. Ma il gioco non solo è fonte di grande piacere, è anche funzionale alla crescita: il fare, l'immaginare, il costruire, il disfare, sono tutte azioni che aiutano lo sviluppo del cervello, accrescono l'intelligenza creativa e migliorano la manualità e la coordinazione motoria, portando benefici anche all'autostima dei piccoli.

"Ad avere queste caratteristiche fondamentali per la crescita di un individuo sono soprattutto i giochi 'attivi', quelli che richiedono praticità, contatto con la realtà, fantasia e che vedono il piccolo protagonista dell'azione: dalle costruzioni al gioco delle bambole.

Certamente non sono giochi attivi e, quindi sono poco utili allo sviluppo del bambino, tutti i giochi digitali oppure quelli troppo strutturati dagli adulti" dice lo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli. Ecco, secondo l'esperto, i vantaggi e le caratteristiche dei giochi attivi:

1 I giochi attivi richiedono manualità e accrescono l'intelligenza creativa

Giocare con le macchinine, con le bambole, disegnare, fare le costruzioni, ritagliare... Sono tutti giochi 'attivi' che aiutano i piccoli a utilizzare al meglio le mani. E sviluppare l'abilità manuale, oltre a migliorare la coordinazione motoria, accrescere l'intelligenza creativa.

Promossi: fare costruzioni, disegnare, giocare con le macchinine, ritagliare

2 I giochi attivi stimolano lo sviluppo del cervello

Quando il bambino fa giochi attivi è protagonista dell'azione, usa la sua fantasia per vivere quel momento, si pensi a quando si traveste da pirata e trasforma il divano in un galeone, "questo tipo di gioco porta una notevole stimolazione dell'attività cerebrale, si sviluppano nuove sinapsi, a vantaggio dello sviluppo cognitivo del bambino" dice l'esperto.

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Promossi: giochi di travestimento

3 I giochi attivi insegnano a gestire le situazioni concrete. Quelli digitali no

Secondo un'indagine commissionata dalla Duracell i bambini italiani sono quelli in Europa che passano più tempo a fare giochi digitali. In Italia il 22,7 % dei bambini passa circa 3 ore e mezza in compagnia di tablet, smartphone o pc, a fronte di una media europea del 9,3%.

"Decisamente troppo tempo. I piccoli devono toccare, manipolare attivamente gli oggetti della realtà.

Con i giochi della realtà si mettono le basi per imparare a gestire le situazioni una volta adulti. La bambina che gioca alle bambole, sviluppa competenze che sanno utili quando sarà madre, fare giochi di gruppo, aiuta a gestire la socialità.

Invece i giochi virtuali 'mentalizzano' troppo, cioè allontanano dalla realtà concreta e non abituano a gestire le situazioni future. Non basta vedere un treno in televisione o sullo schermo di un pc, devono toccarlo e creare il loro personale viaggio" dice Morelli.

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Promossi: i giochi di gruppo. Cautela sui videogiochi

4 I giochi devono essere liberi e non strutturati dagli adulti

I bambini devono scegliere e inventarsi i loro giochi. I genitori non devono assolutamente intromettersi. Anche se vedono che i piccoli fanno giochi senza regole o passando da un gioco all'altro in modo disordinato e per noi adulti illogico, è bene lasciarli fare.

"I bambini hanno un'intelligenza di tipo caotica e per allenarla hanno bisogno di fare giochi 'disordinati'".

"Nei giochi la presenza dell'adulto deve essere ridotta al minimo e se il piccolo chiede di giocare con mamma e papà, è bene che i genitori gli lascino dirigere il gioco. Sarà il bambino a dire all'adulto se fare la strega o il principe" dice Morelli.

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Promossi: i giochi disordinati e senza regole

5 I bambini devono avere momenti di noia

"La noia è un'esperienza fondamentale per lo sviluppo cognitivo. Attraverso di essa il bambino è stimolato a farsi domande, a esplorare il suo piccolo universo, a trasformare la realtà… che lo sta annoiando!".

I genitori non devono riempire la giornata di attività o correre ad intrattenere il piccolo appena manifesta di annoiarsi. I tempi morti sono fondamentali per la sua crescita.

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Aggiornato il 24.04.2019

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