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Il bambino mangia la sabbia, che cosa si può fare

di Angela Bisceglia - 16.06.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Chissà che cosa ci troverà di buono, eppure c'è qualche bimbo che mette in bocca e mangia la sabbia. E' pericoloso? I consigli

In questo articolo

Mangia la sabbia: è pericoloso?


"Mangiare la sabbia in sé non arreca danni al bambino, soprattutto se si considera che, al massimo, ne può ingerire pochi grammi" dice Luigi Dall'Oglio, responsabile di Chirurgia Endoscopica Digestiva presso l'Ospedale Bambino Gesù di Roma.

"Il vero problema è che le nostre spiagge non sono sempre pulite e il bambino potrebbe ingerire qualsiasi altro corpo estraneo nascosto tra la sabbia e abbandonato dall'incuria della gente:

  • una cicca di sigaretta,
  • un pezzo di giocattolo,
  • un amo,
  • un farmaco,
  • una batteria,

che potrebbero sì procurare problemi".

Continua l'esperto: "E' vero che nella sabbia, così come in qualunque altro terreno - un prato o lo stesso pavimento di casa - sono presenti microbi e batteri. L'incontro con certi microrganismi non è qualcosa di negativo, perché offre al sistema immunitario del bambino l'occasione di approntare le sue armi per difendersi dall'ambiente esterno, quasi fosse una somministrazione continua di una sorta di vaccino".

Diverso il discorso se il bambino prende dalla sabbia un residuo alimentare dove si sono sviluppati batteri come la salmonella o virus come quello dell'epatite, ma "ancora una volta il problema non è la sabbia in sé ma quel che si può trovare mescolato alla sabbia".

Mangiare la sabbia può essere il segnale di una carenza?


"No" risponde Dall'Oglio. "Sono i cani che possono essere portati a ingerire sostanze contenenti minerali dei quali sentono di essere carenti, ma nei bambini il fatto di mettere in bocca la sabbia è semplicemente un atto legato al desiderio di esplorare l'ambiente che li circonda".

Perché i bambini mangiano la sabbia?

Perché dunque i bambini mangiano la sabbia?

Più che fame di sabbia è dunque di conoscenza. "I bambini, dalla nascita fino ai tre anni di età circa, tendono istintivamente a portare alla bocca qualsiasi oggetto o sostanza per conoscerli" risponde Paola Scalari, psicologa e psicoterapeuta dell'età evolutiva.

"Si può dire che la bocca costituisce l'organo della conoscenza per eccellenza fino a quando il bambino fa l'ingresso nella scuola materna, epoca in cui impara man mano a comprendere i divieti e rispettare le regole 'della società'."

I 4 consigli della psicologa per evitare che mangi la sabbia:

  1. Ditegli un no pacato ma deciso.
    Se da un lato non conviene inibire troppo il desiderio di conoscenza del bambino, dall'altro non possiamo lasciare che tutti i giorni ingerisca la sua 'dose' di sabbia. "Quando si porta alla bocca le mani insabbiate, diciamogli un no deciso, magari tenendogli la manina e guardandolo negli occhi, aggiungendo che la sabbia non si mangia perché non è buona" suggerisce la psicologa. "Importante è avere un tono pacato e non allarmistico, che lo spaventerebbe. Ed evitare di dire che la sabbia è cacca, perché per lui il prodotto del suo vasino è qualcosa di bello che offre alla sua mamma, non una cosa brutta da non fare".
  2.  Offritegli un'alternativa:
    per compensare il divieto, diamogli altre cose da mettere in bocca: una formina, una palla, un lembo di asciugamano, l'importante è avere un sostituto a portata di mano che lo distragga.
  3. Fatelo giocare su un telo:
    per eliminare la tentazione, stendiamo sotto l'ombrellone un grande telo con tutti i suoi giochini, in modo da offrirgli lo spazio sufficiente per giocare, ma non a diretto contatto con la sabbia.
  4.  Tenetelo sempre d'occhio:
    "Se già il bambino cammina sarà difficile tenerlo sempre fermo sul telo" osserva Paola Scalari "e per questo servirà tutta la nostra pazienza e soprattutto la nostra presenza: da quando incomincia a camminare fino a quando non finirà la fase del 'tutto in bocca', un figlio va sempre tenuto d'occhio e difficilmente la mamma in spiaggia potrà rilassarsi, a meno che non ci si dia i turni per controllare i bambini, magari alternandosi con il papà, con altre mamme amiche, nonna, baby sitter.

L'importante è che ci sia sempre qualcuno accanto a lui, a giocare, a controllare che stia sotto l'ombrellone e distrarlo se tenta di mangiare la sabbia o qualunque altro oggetto.

E' faticoso ma è la strategia migliore".

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