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Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: che fare?

di Rosy Maderloni - 28.10.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Come interpretare e intervenire per rispondere alle più comuni cause per cui il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire. Ne parliamo con la sleep coach.

In questo articolo

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire

Senza dubbio, sul sonno del proprio bambino i genitori si distinguono in due maxi categorie: da una parte coloro che si ritengono fortunati perché il loro cucciolo "ha iniziato a dormire per tutta la notte da subito" mentre dall'altra parte si fanno coraggio a vicenda mamme e papà sconsolati perché "non chiudono occhio da mesi" a causa dei continui risvegli del pupo, lamentando il fatto che "il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire".

Un elemento essenziale accomuna entrambi gli schieramenti: tutti mentono, sapendo di farlo. È appurato, infatti, che esistono naturali - se non addirittura fondamentali - fasi di "regressione del sonno" in cui il bambino si sveglia e (a modo suo) non vuole più dormire e rappresentano un passaggio di consolidamento del suo percorso di crescita e di sviluppo. Vengono chiamate "Sleep regression": non devono spaventarci e nessuno ha da sentirsi arreso al fatto che le notti in bianco facciano parte del "mestiere" di essere genitore. Perché per ogni causa di un sonno irregolare, esistono possibili interpretazioni ma, soprattutto, azioni che possono facilitare sonni più tranquilli per adulti e piccini. Ne abbiamo parlato con Rondine De Luca puericultrice e sleep coach certificata, fondatrice de "Le fate della nanna", autrice del libro "Mamma, insegnami a dormire" (Mondadori).

Fino a che mese i risvegli notturni sono fisiologici e quando si può pensare di avere una notte serena

Fino a che mese i risvegli notturni sono fisiologici per la poppata e quando si può incominciare a pensare di avere una notte serena?


"Facciamo un passo indietro e consideriamo che come specie apparteniamo ai mammiferi: in natura non esiste cucciolo che all'inizio della sua vita sia in grado di dormire da solo, lontano dalla sua mamma. Il suo bisogno di contatto e rassicurazione è innato e non si esaurisce al termine della giornata" premette De Luca. "Così è per noi: è impensabile credere di riportare il neonato a casa e aspettarci che il piccolo capisca che deve dormire da solo.

La sua prima esperienza acquisita nella pancia della mamma è fatta del calore e nutrimento raccolti nell'utero: questi bisogni non cambiano con la nascita e soprattutto nei primi 3 mesi, esiste un ritmo circadiano tutto da consolidare, qualsiasi sia il tipo di nutrimento che diamo al neonato.

"La melatonina nei primi mesi di vita non è ancora prodotta autonomamente: gli ormoni responsabili del sonno sono passati dalla madre attraverso il latte materno principalmente, ma anche dal contatto skin-to-skin – chiarisce la sleep coach -. In particolare, le poppate della sera contengono triptofano e melatonina, naturalmente prodotte intorno alle 19, e comunque con l'imbrunire".

COSA FARE. "Qui più frequentemente si verifica quel fenomeno passeggero della richiesta di poppate a grappolo, ovvero poppate ravvicinate che rilassano e consolano il bambino nelle prime ore serali. Si tratta di un meccanismo collaudato, questo contatto con la mamma agevola il sonno tutelando un sonno sicuro".

Se assecondate questo meccanismo naturale, potrete agevolare il riposo notturno.

Il neonato si sveglia di notte e non vuole più dormire: dal quinto mese cosa si deve fare

Il neonato si sveglia di notte e non vuole più dormire: dal quinto mese cosa si deve fare se comunque si sveglia ancora?

"Se per i primi 4 mesi abbiamo parlato di un ritmo non stabilizzato, è vero che anche nei mesi successivi possono verificarsi risvegli, seppur il bambino dovrebbe essere in grado di dormire 5-6 ore consecutive. Qui, però il bambino dovrebbe iniziare a essere in grado di riaddormentarsi da solo". In questo periodo le fasi di regressione del sonno, e quindi di risvegli notturni possono derivare dallo svezzamento, per diversi motivi:

  • Determina un cambio di routine rispetto all'allattamento o all'esclusivo uso del biberon

  • Cambia la digestione, per cui l'intestino lavora di più

  • Anche il cervello lavora di più

COSA FARE. "Inseriamo dei rituali nel processo dell'addormentamento: salutiamo le stanze della casa mentre ci avviciniamo all'ambiente nanna, salutiamo i quadri o dettagli che rivedremo al mattino seguente.

Manteniamo il buio nella stanza della nanna. A questo punto ogni genitore avrà la sua tecnica per ninnare il suo bimbo e da lì lo si adagia nel lettino tranquillamente".

Riposini diurni e addormentamento autonomo. "Adoperiamoci perché anche i riposini diurni siano sereni e ristoratori affinché anche il sonno della sera non giunga con un bimbo troppo stanco e agitato. Osserviamo i segnali che il bambino ci invia. L'addormentamento autonomo è importante in questa fase di evoluzione del sonno perché aiuterà il bambino a fidarsi dell'ambiente in cui si trova appena riapre gli occhi".

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: cosa fare con i bimbi di 8-9 mesi?

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: cosa fare con i bimbi di 8-9 mesi?

"Intorno agli 8 mesi si verifica un primo fisiologico processo di separazione tra bambino e mamma – chiarisce l'esperta – e questo, insieme all'importante conquista del movimento (ricordiamo che siamo nella fase del gattonamento per molti bambini), si ripercuote nel sonno in due

modi:

  • Risvegli dovuti alla richiesta di contatto e presenza

  • Pianti al risveglio dovuti al grande lavoro, anche fisico, fatto dal cervello e dal resto del corpo in questo periodo

COSA FARE. "Si tratta di una fase regressiva in cui il bambino sta cercando di consolidare le sue conoscenze per poi riprendere il suo percorso di crescita. Non neghiamo la nostra presenza e mettiamoci in connessione, in empatia con il loro sentire. Questo contribuirà a consolidare uno stile di attaccamento sicuro con il bambino che gli sarà utile per il resto della vita". Quindi non disperiamo, rimettiamolo nel letto pazientemente e ricordiamoci che è solo una fase.

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: cosa fare con i bimbi di un anno?

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: cosa fare con i bimbi di un anno?

"Più il bambino cresce e più è importante individuare la causa del risveglio e, dunque, della difficoltà al riaddormentamento – prosegue Rondine De Luca -.

Le motivazioni possono essere dipendere da:

  • motivi fisiologici-organici come otite, reflusso, dentizione, tensione cervicale

  • emotività dovuta alla depressione post partum della mamma, il rientro a lavoro della mamma, l'arrivo di un fratellino (che il bambino percepisce da subito, a partire da un cambiamento nell'odore della pelle della madre)

  • fattori ambientali: temperatura della stanza, troppa luce, rumori.

Il buio, in particolare è importante per favorire il buon sonno in quanto il nostro cervello è programmato per produrre la melatonina con il buio.

COSA FARE. Oltre a prestare attenzione a tutti i dettagli elencati sopra, "evitiamo tutte quelle "stampelle del sonno" che durante la notte il bambino vorrà ritrovare come la mano nella mano, il ciuccio, il seno a disposizione".

Bimbo di 14 mesi si sveglia di notte piangendo: che fare?

Bimbo di 14 mesi si sveglia di notte piangendo: che fare?

"Ancora a questa età il pianto notturno ha sempre a che vedere con l'addormento autonomo. Le occasioni di separazione e il rifiuto del sonnellino pomeridiano possono contribuire a un sonno che sfocia in risveglio con pianto".

CHE FARE: "Non lasciamolo piangere senza risposta, sintonizziamoci e accorriamo, un genitore come l'altro e non obbligatoriamente sempre lo stesso. Anche la dentizione o un attacco di fame possono essere cause più che comuni in questa fase". Osserviamo poi i possibili cambiamenti ed "errori" che possiamo aver fatto nella giornata come descritto sopra

Cosa fare se prima dormiva tutta la notte e ad un certo punto inizia a risvegliarsi?

Cosa fare se prima dormiva tutta la notte e ad un certo punto ha una fase di regressione e inizia a risvegliarsi?

"Le regressioni sono il ritorno del bambino a comportamenti precedenti e sono strategie che il bambino richiama per attirare l'attenzione e possono essere fisiologiche, ossia dovuti ai naturali processi di sviluppo del bambino, come a cambiamenti nel contesto di vita, ad esempio l'arrivo di un fratellino – commenta la sleep coach -. Questo lavoro emotivo da parte del bambino può essere accolto e indirizzato da parte del genitore attraverso qualche strategia da mettere in atto nel tempo che precede l'addormentamento".

COSA FARE. Anticipiamo sempre le azioni che intenderemo compiere prima di andare a dormire (ad esempio: leggeremo 2 storie, né 1 né 5; spegneremo tutte le luci e daremo la buonanotte al suo peluche preferito). Arginiamo sue possibili richieste di prolungare quel tempo organizzandolo e rendendoli consapevoli".

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: cosa fare con i bimbi dai 2 ai 5 anni?

Il bambino si sveglia di notte e non vuole più dormire: cosa fare con i bimbi dai 2 ai 5 anni?

"Le regressioni del sonno e i risvegli notturni sono da considerarsi fisiologici fino ai 3, 4 anni – commenta la sleep coach -: il bambino vive nuove esperienze come l'ingresso alla scuola dell'infanzia, acquisisce abilità fisiche, lessicali e di autonomia che lo renderanno molto concentrato sulla scoperta di sé e dell'ambiente circostante".

Terrible two. "Intorno ai 24 mesi si comincia a parlare della fase dei "terribili 2 anni" in quanto il bambino attiva migliaia di connessioni neurologiche e inizia a comprendere che i "no", non soltanto si ricevono, ma si possono anche pronunciare. E uno dei primi no è proprio sull'andare a letto".

COSA FARE. Un genitore in ascolto, come abbiamo detto sinora, accoglie il pianto e le paure del bambino, ma diverso è quando è lui a stare chiedendo implicitamente a noi di essere contenuto.

  • Questa è una fase ricca di capricci, domande silenziose volte a scoprire "fin dove posso arrivare?". Le regole e i limiti sono lo strumento per creare con i propri figli un rapporto di fiducia e di credibilità, un rapporto leale e basato sul rispetto che si deve costruire a partire dalla coerenza dei nostri atteggiamenti verso di loro. Non cediamo troppo alle loro richieste se abbiamo imposto una regola sugli orari e sulle routine che precedono l'addormentamento.

  • Nel sonno potrebbero riaffiorare paure comuni: paura del temporale, di farsi male, del buio o dei ladri. A quest'età lo sviluppo del pensiero magico può essere utilizzato proprio per aiutare i piccoli a sconfiggere queste fantasie spaventose.

    Non deridiamo i loro timori e non sottovalutiamoli. Facciamo lo sforzo, anche in piena notte, di rassicurarli: Hanno paura del buio? Facciamo luce insieme a loro sotto il letto per appurare che non ci sono pericoli. Hanno paura dei mostri? Prepariamo con loro una pozione di brillantini e farina che li tenga lontani. Leggiamo, prima di andare a dormire, una storia che affronti i temi su cui sono sensibili e aiutiamoli ad affrontarli, non lasciamoli soli di fronte alle loro paure. Gratifichiamoli, al mattino, per aver superato una notte difficile con coraggio: la fiducia in loro stessi non possono darsela da soli se non saremo noi i primi a infondergli la nostra nei loro confronti".

Mio figlio si sveglia tutte le notti alla stessa ora: che fare?

Mio figlio si sveglia tutte le notti alla stessa ora: che fare?

"Quando un genitore riferisce un'esperienza di risveglio sempre alla stessa ora è probabile che si riferisca a un orario che coincide con il mattino presto, verso le 5 – conclude De Luca -. Di solito si parla di risvegli precoci per definire questo comportamento e dipendono molto dall'orario in cui si mette a letto il bambino. Non è mai funzionale tardare il momento della nanna nella speranza che poi il piccolo si svegli più tardi perché, al contrario, gli si riduce l'orario di sonno".

COSA FARE. "Nel risveglio precoce è ancora più importante osservare routine dell'addormentamento e l'avviamento all'addormentamento autonomo, che favoriranno anche la produzione di melatonina nel bambino e un pronto ristabilimento del ritmo sonno-veglia".

L'intervistata

L'intervistata è Rondine De Luca puericultrice e sleep coach certificata, fondatrice de Le fate della nanna, autrice del libro "Mamma, insegnami a dormire" (Mondadori).

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