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Il bambino si sveglia di notte e viene nel lettone

di Rosy Maderloni - 02.11.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Come comportarsi se il bambino si sveglia di notte e viene nel lettone a dormire? Le cause e le precauzioni da mettere in atto spiegate da un pediatra

In questo articolo

Il bambino si sveglia di notte e viene nel lettone

Il libro definitivo sul sonno di neonati e bambini che ancora non è stato scritto? "Le mille e una notte. Edizione genitori". Sì, perché per quanto gli scaffali delle librerie siano ricchi di manuali che insegnino agli adulti come mettere a dormire i propri figli, non c'è guida o enciclopedia che possa raccogliere tutte le casistiche di quando un bambino si sveglia di notte e viene nel lettone.

Lo sa bene Alberto Ferrando, pediatra di famiglia dal 1978. Una vita dedicata all'ascolto e al dialogo con i genitori alle prese con i problemi del sonno più disparati lo ha portato alla pubblicazione di un supporto per le famiglie, "Il libro della nanna – Cosa sapere e cosa fare per il sonno felice del tuo bambino" (Edizioni Lswr): in cui i genitori sono aiutati a trovare la soluzione ottimale che aiuti il proprio bambino, e loro stessi, a maturare abitudini sane nei confronti del sonno sviluppando un atteggiamento che consideri il riposo un momento essenziale e gradevole in cui non c'è nulla di cui aver paura. Vediamo i suoi consigli.

Dormire nel lettone: fino a che età non crea problemi futuri al bambino?

Dormire nel lettone: fino a che età non crea problemi futuri al bambino? 

La premessa è d'obbligo. Non ci si illuda di trovare un metodo standard per far dormire il bambino, anzi bisogna diffidare dei metodi e di coloro che propongono schemi miracolosi. Tra il sistema proposto da alcuni di lasciarlo piangere finché si stanca, o prenderlo da subito nel lettone, ogni approccio al sonno deve essere calibrato e individualizzato per ogni singolo bambino e ogni singola famiglia.

"Secondo i pediatri è consigliabile far dormire il bambino nella camera dei genitori almeno nei primi 6-12 mesi di vita – dichiara Ferrando -. Il bed sharing, cioè dormire nello stesso letto dei genitori, ancora oggi è piuttosto controverso, in particolare negli Stati Uniti, dove il dibattito è molto acceso: la comunità scientifica lancia allarmi sul rischio della morte improvvisa mentre varie associazioni a tutela della maternità segnalano che il fatto di condividere la stanza ma non lo stesso letto potrebbe scoraggiare le mamme dall'allattamento esclusivo al seno (che, peraltro, più frequentemente si associa alla condivisione del letto), privando il bambino degli ormai noti effetti protettivi dell'allattamento rispetto al rischio della SIDS.

Su quando sia il momento giusto per cominciare a far dormire il bambino nella propria cameretta il consiglio dei pediatri è quello di far dormire i bambini, almeno nei primi 6-12 mesi nella stessa camera dei genitori".

Il lettone da 0 a 6 mesi

 "Nei primi mesi di vita il piccolo, stando vicino all'adulto, vince il senso di solitudine che prova separandosi dalla mamma. Inoltre, dormire nel lettone favorisce, soprattutto nei primi periodi, l'attaccamento al seno e l'attaccamento reciproco. Allo stesso tempo esistono alcuni rischi: per esempio, il neonato può far fatica ad abituarsi agli orari della poppata. Se possibile, il consiglio è di far dormire i neonati vicino al letto della mamma con le cullette "side by side" o "next-to-me" che consentono vicinanza e praticità per l'allattamento notturno. Ma la scelta è molto individuale e bisogna rispettare le scelte dei genitori e fornire consigli per una nanna sicura".

Dopo i 6 mesi

 "Meglio iniziare a considerare di farlo dormire da solo, dopo i primi 6-18 mesi (a seconda del bambino) è utile affinché conquisti la sua autonomia: lo aiuta a formarsi una personalità più sicura e indipendente dalle situazioni di ansia legate alla paura della perdita e della separazione. E questo è tanto più valido quanto più è grande il bambino. Ad esempio, in età scolare dormire sempre nel lettone richiede maggior attenzione. Può essere permesso in situazioni particolari (come incubi o stati di ansia) e non routinariamente.

Più continua a dormire con i genitori, invece, dopo i primi anni di vita, più questa tappa viene rimandata.

E' comunque fondamentale che entrambi i genitori siano uniti e d'accordo sulla questione. E dopo qualche sera di resistenza per cercare di ottenere il privilegio perduto si convincerà che il lettone è il luogo esclusivo di mamma e papà.

Indicativamente è consigliabile far sì che il bambino dorma da solo con l'inizio della scuola dell'infanzia".

Dormire nel lettone: che precauzioni per i neonati e i bambini bisogna usare?

Dormire nel lettone: che precauzioni per i neonati e i bambini bisogna usare?

"Qualora i genitori decidano inizialmente di far dormire il bambino nel lettino, potrebbe capitare che, per vari motivi, il bambino dorma "in emergenza" nel lettone: infatti, secondo studi fatti è emerso che una percentuale, intorno al 60-75%, di mamme che inizialmente avevano deciso di far dormire il bambino nel suo lettino "crolli" per stanchezza e mancanza di sonno e condivida il lettone con il bambino almeno per una parte della notte" documenta il pediatra.

"Per evitare che tale soluzione possa comportare dei problemi per il bimbo La Leche League (associazione che sostiene in tutto il mondo le donne che vogliono allattare) ha indicato i sette punti del sonno sicuro elaborati per la mamma che allatta al seno e che possono valere anche per le "emergenze" nel lettone.
Le raccomandazioni per un sonno sicuro riguardano mamma, bambino e sede del sonno.

RACCOMANDAZIONI PER LA MAMMA:

1. Non fumare. Se la mamma ha fumato in gravidanza, il rischio SIDS è più alto e ciò rimane inalterato indipendentemente da dove si mette a dormire il bambino. Maggiore è il numero dei fumatori in casa, maggiore è il rischio. Per quanto riguarda la sigaretta elettronica non si hanno dati certi per cui, nonostante le rassicurazioni da parte delle ditte produttrici, è meglio non utilizzarle o limitarne l'uso. Altri "fumi" dannosi sono quello della cannabis, sia per i fumi sia perché esiste la possibilità di schiacciare il bambino, a causa della coscienza alterata.

2. Non bere alcol. L'alterazione della coscienza più frequente è data dall'alcol che può comportare un sonno innaturalmente profondo e tale da porre a rischio (per rotolamento, per schiacciamento) il neonato/ lattante.

Il rischio aumenta notevolmente se si condivide una superficie non sicura come un divano o una poltrona. Non assumere farmaci che agiscono sul sistema nervoso (tranquillanti, sonniferi ecc.)

3. Allattare. Una mamma che allatta adotta una "posizione a guscio" che mette al sicuro il bambino. Stessa posizione viene adottata anche in caso di integrazione con alcune poppate di latte artificiale mentre se l'alimentazione è esclusivamente artificiale non si assume la posizione di sicurezza e i rischi della condivisione del letto possono aumentare. In questo ultimo caso è bene che la mamma pensi a come tiene il bambino quando si sdraia e adotti la posizione del sonno di protezione a guscio.

PRECAUZIONI PER IL BAMBINO:

4. Deve essere sano e nato a termine (tra la 37a e la 41a settimana). Sano e a termine significa che il bambino non ha seri problemi di salute ed è nato a termine. In caso di prematurità sarebbe opportuno trovare un'alternativa alla condivisione del letto che non è consigliata in quanto a rischio di morte improvvisa. In questi casi è utile chiedere consiglio ai pediatri del centro nascita o al vostro pediatra curante sulla marsupio terapia (o Kangaroo Care) che si basa sul contatto pelle a pelle del neonato prematuro con la madre 24 ore su 24, con alimentazione esclusiva con latte materno, e che può rappresentare una valida alternativa alla condivisione occasionale del lettone.

5. Deve dormire a pancia in su.

6. Non deve essere fasciato ma vestito con una tutina o un pigiama leggero. Aggiungere un lenzuolino e una copertina leggera cercando di tenerla sotto al collo per evitare che il bambino non se la avvolga intorno.

 

LA SEDE DEL SONNO

La base di appoggio per il sonno del bambino deve essere una superficie sicura con queste caratteristiche:

  • Evitare superfici infossate o troppo morbide;
  • evitare superfici dove il bambino potrebbe rischiare di rimanere incastrato tra materasso e testiera, sponde o pareti;
  • evitare divani e sedie a dondolo;
  • evitare di dormire con animali domestici;
  • liberare il letto da cuscini, peluche, piumoni, coperte pesanti ed evitare lacci e cordini (laccio per ciuccio, collanine di vario tipo);
  • verificare che il letto non presenti dei rischi (altezza troppo elevata da terra, presenza di spigoli e fessure o punti affilati);
  • prevedere un tappeto o superficie morbida in caso di caduta dal letto".

Dormire nel lettone: che problematiche potrebbe creare ai genitori?

Dormire nel lettone: che problematiche potrebbe creare ai genitori?

"La scelta di accogliere il bambino nel lettone è personale e da praticare solo se si sono soddisfatti i criteri del sonno sicuro – prosegue il pediatra -.

Alcuni genitori fanno dormire il bambino nel lettone sperando in un sonno migliore, ma non sempre ciò avviene con il risultato che sia il bambino che i genitori hanno un sonno disturbato. Le conseguenze negative sul riposo dei genitori si possono immaginare".

"Intorno ai due anni il bambino si muove spesso e questo contribuisce a peggiorare il sonno di tutti. Lo spazio dell'intimità coniugale, inoltre, rischia di venire meno. In alcuni casi il papà finisce per dormire in un'altra stanza o sul divano, lasciando il suo posto al bambino. Spesso sento mamme che mi raccontano di dormire con il proprio bambino mentre il papà riposa nella cameretta del piccolo. Il consiglio che io do ai neogenitori è di cercare di recuperare uno spazio riservato alla coppia, non dimenticando che la nascita di un figlio, comporta una buona dose di sacrifici, soprattutto all'inizio. In alcuni casi rappresenta proprio una prova da sforzo per la coppia".

Dormire nel lettone: come riportare il bambino nel proprio letto a seconda dell’età?

Dormire nel lettone: come riportare il bambino nel proprio letto a seconda dell'età?

"Per trovare la strategia più adatta con il proprio bambino, oltre all'età consideriamo anche il temperamento del bambino, lo stile educativo e i sentimenti, le emozioni e i vissuti di genitori e del bambino stesso in quel momento". Non esiste una ricetta predefinita ma un approccio a seconda del carattere del bambino: soprattutto la cosa più importante è lavorare su un buon approccio al sonno preventivamente, affinché sia i risvegli siano meno sia anche che risulti più facile riportare il bimbo nel suo letto.

Ecco alcune attività che aiutano a migliorare l'approccio al sonno:

  • Dopo i primi mesi e fino al primo anno di età (ma anche più in là, non è mai troppo tardi per iniziare) è importante seguire una routine rilassante prima della nanna; è importante aiutarlo ad affezionarsi ad un oggetto del cuore in modo che abbia qualcosa da abbracciare quando il genitore non c'è.
  • prepariamo il bambino e i genitori stessi al cambiamento di stanza da letto con un atteggiamento positivo, perché benefico per l'intera famiglia.
  • Insistiamo con attività che introducano al momento notturno: lavare i denti, bagnetto, momento della storia o della lettura ad alta voce (vedi "Nati per leggere"), fare buio nella stanza.
  • A tutte le età, insistiamo sul "rinforzo positivo", elogiando i figli per l'adozione di un comportamento desiderato. Frasi come "Siamo fieri di te!", "Sei davvero cresciuto!", "Quello che stai facendo è fantastico. Presto potrai dormire anche a casa dei tuoi amichetti!" hanno un potere immenso sul bambino.

Cosa fare se prima dormiva tutta la notte e a un certo punto ha una fase di regressione e inizia a risvegliarsi?

Cosa fare se il bambino prima dormiva tutta la notte e a un certo punto ha una fase di regressione e inizia a risvegliarsi?

"Intorno ai 4 mesi, il cervello del bambino matura e i suoi schemi di sonno cambiano, diventando più simili a quelli dell'adulto – conclude Alberto Ferrando -.

A quest'età, dunque, la regressione del sonno a partire è frequente e naturale e fa parte dello sviluppo fisiologico del bambino, proprio come imparare a camminare. Non è da considerarsi una fase regressiva, bensì sono passi avanti che il bimbo fa crescendo e andando incontro a momenti di cambiamento.

Durante questi periodi, il bambino inizia a dormire di meno, sia di notte sia di giorno, è più agitato, si sveglia molte volte e fatica a riaddormentarsi modificando abitudini che sembravano consolidate. Altre regressioni del sonno avvengono a 9, 12, 18 mesi e 2 anni. Tutte queste altre regressioni del sonno passano, generalmente, in poche settimane e il sonno del bimbo ritorna normale. In questi casi occorre ascoltare le domande di vicinanza del bambino che sta vivendo il suo cambiamento reagendo a stimoli interni ed esterni con maggiore reattività.

Il consiglio è di parlare al pediatra della propria specifica situazione perché sono numerose le variabili che possono incidere sulle cause e, dunque, modificare la risposta da parte dell'adulto ai risvegli del bambino".

Regressioni del sonno avvengono con:

  • l'aumento dell'autonomia (quando per esempio il bambino inizia a gattonare o a camminare) e negli scatti nello sviluppo psicomotorio;
  • piccoli disturbi legati alle cosiddette coliche, dentizione, otite o a un'alimentazione non adeguata, o abbondante, o poco digeribile, oppure insufficiente;
  • eventi stressanti come la ripresa del lavoro della mamma, la nascita di un fratellino, l'inserimento al nido, un trasloco e fattori ambientali come la presenza di rumori o luminosità nella stanza.

"Genitori sicuri e tranquilli, con comportamenti coerenti, rappresentano un "nutrimento" per la mente del bambino in tutte le sue fasi di crescita e lo aiuteranno a diventare più tranquillo, sereno e fiducioso nei propri mezzi durante il giorno così come nelle ore notturne".

L'intervistato

L'intervistato è Alberto Ferrando è pediatra di famiglia dal 1978, si occupa da anni di divulgazione e di corsi. È autore di numerosi articoli per varie testate e dal 2011 dialoga con mamme e papà attraverso il suo blog.

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