Il risveglio del bambino
Forse mai come quest'anno abbiamo desiderato l'inizio della scuola: dopo mesi di forzata astinenza dai compagni, dalle maestre, dalle aule chiassose, dal suono della campanella, è arrivato il momento di ricominciare. Un po' in sordina, con qualche apprensione in più, dal 14 settembre abbiamo ricominciato a puntare la sveglia "come ai vecchi tempi".
Un cambiamento che, per quanto atteso e auspicato, non sempre è facile per i bambini, che ormai si erano sintonizzati su ritmi molto più slow, soprattutto per quanto riguarda le abitudini sonno-veglia, e che probabilmente, dopo tanti mesi di stop, neanche si ricordano com'era la scuola normale.
Ecco alcune strategie, suggerite dalla pedagogista Elena Urso, per riprendere al meglio la routine mattutina e cominciare la giornata con serenità.
Per chi non è ancora rientrato sui banchi, anticipare gradualmente la sveglia
Nel periodo della didattica a distanza, gli orari delle lezioni erano più elastici e ci si svegliava con calma. Terminata la scuola, poi, sono iniziate le vacanze estive, durante le quali abbiamo lasciato dormire i nostri figli a volontà. E adesso, dopo tanti mesi, non è facile per loro riabituarsi dall'oggi al domani alle "levatacce" della scuola. Per quanto possibile, allora, cerchiamo di anticipare di giorno in giorno l'orario del risveglio, in modo che il passaggio dal prima al dopo non sia brusco. Più i bambini sono piccoli, infatti, più per loro è difficile adattarsi ed hanno bisogno di gradualità.
Andare a letto più presto
Se devono svegliarsi sempre più presto al mattino, dovranno andare a letto più presto alla sera, tra le 21 e le 22 in base all'età e all'organizzazione familiare. All'inizio saranno un po' riottosi, abituati com'erano a restare anche dopo cena a bighellonare sul divano con mamma e papà. Spieghiamo loro che, dopo le vacanze, tutti in famiglia dobbiamo riprendere le abitudini di sempre: loro tornano a scuola, mamma e papà riprendono il lavoro, magari in smart working, quindi la sera non potremo fare tardi. Evitiamo toni categorici, del tipo "da domani devi…", "adesso è finita la pacchia...", anzi, facciamo riferimenti empatici ad esperienze già vissute in passato, per richiamare l'idea che, se prima ci sono riusciti, sono in grado di farlo anche adesso.
Comunicare il cambiamento
Oltre a chiarire i nuovi orari, comunichiamo in modo esplicito quel che cambierà al mattino e come dovremo organizzarci. Ai bambini infatti non basta vedere che per un po' di giorni si fanno determinate cose per capire che le regole sono cambiate, ma occorre che qualcuno glielo comunichi in modo per così dire ufficiale, a sancire che c'è un cambio di rotta. Altrimenti potrebbero avere la sensazione che ogni giorno è tutto nuovo e casuale e non sapere come comportarsi. Non servono grandi sermoni, ma un semplice discorso, da fare qualche giorno prima dell'inizio della scuola, in cui in modo sintetico diciamo che cosa cambierà e quel che si farà al risveglio. Alle parole si potranno accompagnare altri strumenti a piacimento: si può scrivere insieme un elenco con le tappe fisse da seguire (colazione, bagno, vestizione, nell'ordine che risulta più funzionale per la famiglia), un disegno che raffiguri le attività del mattino, dei cartellini da attaccare all'armadio. In tal modo il bambino si sentirà responsabilizzato e coinvolto nella nuova gestione e avrà la sensazione, così rassicurante per lui, di sapere che cosa lo aspetta e che cosa ci si aspetta da lui. E non potrà sgattaiolare con un "nessuno me l'ha detto"!
Svegliarlo qualche minuto prima
Stabilite e comunicate le regole, ci sono alcune strategie che possono favorire un risveglio sereno. La prima è quella di andare da lui con qualche minuto di anticipo rispetto all'orario previsto. In genere infatti tendiamo a lasciarlo dormire fino all'ultimo momento credendo che dopo si alzerà più riposato e di buon grado, in realtà è difficile che i bambini passino magicamente dal sonno all'operatività e di solito hanno bisogno di un po' di tempo per carburare. Meglio allora anticipare la sveglia di una decina di minuti, dargli il primo buongiorno e poi lasciarlo poltrire ancora un poco nel letto; al secondo richiamo cominciamo ad alzare la tapparella, a scoprirlo, a parlargli, magari prospettandogli gli aspetti più piacevoli della giornata, in modo che si svegli in modo graduale e capisca al tempo stesso che non c'è possibilità di riaddormentarsi. Dopo 2-3 richiami dovrebbe scendere dal letto da solo: se fa ancora orecchie da mercante, basta dirgli con un tono più deciso che adesso è proprio ora di alzarsi. Senza urla, che non servirebbero a nulla se non a mettere tutti di cattivo umore.
Preparare i vestiti e lo zaino la sera prima
Al mattino è bene evitare discussioni e tira e molla, sia per risparmiare tempo sia per evitare inutili tensioni. Uno dei possibili campi di battaglia può essere la scelta dell'abbigliamento: ci sono bambini che accettano senza problemi quel che la mamma gli fa mettere, altri che ci tengono a decidere in prima persona che cosa indossare. In un caso o nell'altro, meglio preparare i vestiti la sera prima, così al mattino sono già sulla sedia e non bisogna affannarsi a cercare nell'armadio gli abbinamenti giusti.
Stesso discorso per lo zaino: agli inizi potremo aiutarlo noi, poi imparerà a far da solo, ad ogni modo è bene sistemarlo la sera con calma, per evitare di andare in cerca di astuccio e quaderni all'ultimo minuto.
Accettare il modo in cui si svegliano
C'è chi si sveglia pimpante e sorridente, chi più musone: ognuno di noi ha il suo personale modo di incominciare la giornata. Se nostro figlio appartiene alla seconda categoria, non pensiamo ad una mancanza di rispetto nei nostri confronti e non stiamo a sottolineare il suo comportamento con battutine come: "Non si saluta?" "Ti sei svegliato di cattivo umore?", altrimenti si innescano battibecchi che fanno cominciare la giornata col piede storto. Salutiamolo lo stesso con un sorriso (anche per dare il buon esempio) e lasciamo che entri in modalità risveglio con i suoi tempi: un po' per volta prenderà il suo mood solito.
Aiutiamoli dove possiamo
E' vero che, man mano che crescono, i bambini devono raggiungere nuovi traguardi di autonomia, ma se li aiutiamo un po' a prepararsi non sarà la fine del mondo! Perché al mattino, oltre al fattore tempo, entrano in gioco anche fattori emotivi, legati al distacco dalla mamma e alle piccole ansie della scuola. Creare un clima di collaborazione e complicità – "dai, andiamo: io ti metto il dentifricio, tu ti lavi i denti, tu prendi le scarpe, io te le allaccio" – è come una coccola che dispone ad alzarsi di buona lena e ad affrontare meglio la giornata. Al contrario, star lì col fiato sul collo ad aspettare che facciano da soli al suon di "sbrigati che è tardi!", può essere paralizzante e indurre a far capricci. Ci saranno altri momenti in cui sviluppare l'autonomia, come la sera, quando c'è più tempo e possono imparare a svestirsi e mettersi il pigiamino da soli.
Prepariamoci un po’ prima
Se riusciamo, cerchiamo di prepararci noi per primi, almeno per le incombenze principali, in modo da poterci dedicare a lui dopo. Altrimenti tra i preparativi per noi e per lui il tempo stringe e l'ansia cresce. È vero che in tal modo saremo costretti ad anticipare la sveglia, ma ne guadagneremo in salute!
La priorità: meno stress per tutti!
In conclusione, al risveglio la nostra priorità deve essere quella di cominciare la giornata in serenità. E molto dipende dal clima che creiamo noi adulti, perché i bambini, se si sentono circondati da calma e affetto, sono più collaborativi; viceversa, se percepiscono un'atmosfera di ansia e tensione, diventano oppositivi e nervosi. E ci fanno perdere ancor più tempo. Meglio non inseguire ideali di perfezione che non esistono, ma fare in modo di uscire tutti di casa con un piccolo sorriso. Pronti ad affrontare il nuovo giorno!