Infezioni cutanee estive in età pediatrica
Ai campus ricreativi in città così come nelle mete turistiche più affollate, le occasioni di contatto nella stagione delle ferie aumentano ed è possibile essere più esposti al rischio di infezioni cutanee estive in età pediatrica: le più comuni sono l'impetigine e particolari forme di micosi della pelle, le cui manifestazioni sono molto diverse. Come proteggere la pelle dei bambini e prevenire queste infezioni? Ne abbiamo parlato con Riccardo Cavalli, direttore della Dermatologia Pediatrica del Policlinico di Milano.
Infezioni cutanee estive in età pediatrica: quali sono?
I disturbi della pelle estivi possono avere diversa origine, le infezioni che riguardano l'età pediatrica più comuni sono l'impetigine e le micosi. "Capita prevalentemente in periodo estivo, ma in realtà un'infezione di origine batterica come l'impetigine, determinata più comunemente dalla presenza di stafilococco e streptococco, può avvenire anche in altre stagioni – premette Riccardo Cavalli -. La differenza riguarda il fatto che con l'innalzamento delle temperature, aumenta anche l'incidenza a livello cutaneo perché il bambino è più scoperto e la pelle entra più facilmente in contatto con agenti infettivi, gli stessi che causano la tonsillite colonizzando le alte vie aeree".
Infezioni cutanee estive: l’impetigine
"L'impetigine può colpire bambini dai 2 anni in su, quando il piccolo è più libero e autonomo nei movimenti e ha più occasioni di entrare in contatto con altre persone – chiarisce il dermatologo -. Nei neonati, per quanto la loro pelle sia più delicata, questo rischio si verifica meno perché sono meno frequenti le situazioni di esposizione al rischio di contagio".
"L'impetigine è una patologia che può causare fastidio, bruciore e che si presenta sotto forma di piccole chiazze eritematose e desquamative spesso ricoperte da croste mieliceriche. Le lesioni possono essere inizialmente singole e quindi multiple, talora in prossimità delle mucose, per questo è più facile riconoscerla a partire dai sintomi e intervenire con le cure più adeguate che sono costituite dall'assunzione di antibiotici per via cutanea ma anche per via generale, questi ultimi per abbattere la colonizzazione a livello degli organi respiratori da dove si origina il disturbo.
Di solito la terapia dura almeno una settimana".
Infezioni cutanee estive: la pitiriasi versicolor
Tra le micosi cutanee, la pitiriasi versicolor è la forma che colpisce, per quanto raramente, tipicamente i bambini in età prepubere e pubere. "Questa infezione fungina è generalmente rara nei bambini ed è legata a un'alterazione della presenza di un fungo saprofita, il Malassentia furfur, che pur vivendo normalmente sulla pelle, può alterare la microflora cutanea e prendere il sopravvento nella regione del tronco – aggiunge lo specialista -: la peculiarità per cui questa problematica si manifesta più frequentemente nei bambini dai 10-12 anni in su, è dovuta a una reazione ormonale. Questa micosi è asintomatica e si rivela solo per la presenza di piccole macchie più chiare della pelle dovute all'attività fungina sull'epidermide. La terapia, proprio per questo motivo, è rivolta al ripristino della barriera cutanea con crema idratante e un detergente antimicotico per tutto il periodo estivo. A questi si aggiunge un'altra terapia per via topica e ripetuta una settimana al mese per l'intero periodo estivo".
Infezioni cutanee estive in età pediatrica: si possono prevenire?
"Per prevenzione dobbiamo intendere quelle azioni che favoriscono la buona idratazione della pelle – conclude Riccardo Cavalli -. Una pelle secca e disidratata riduce l'efficacia della barriera cutanea contro gli agenti esterni, tra cui miceti e batteri. Proprio per questo motivo particolare attenzione va data ai soggetti con dermatite atopica, i quali spesso arrivano alla stagione estiva con la pelle già piuttosto compromessa. Creme idratanti, creme solari e creme doposole aiutano a mantenere un buon effetto barriera. Il borotalco, essendo una polvere, potrebbe avere un effetto contrario perché su una pelle sudata può dare un effetto 'poltiglia" e agevolare la proliferazione di batteri. Ci sono, infine, alcuni miti da sfatare: le piscine non sono ambienti in cui si prendono infezioni di qualunque tipo: il cloro, ad esempio, con la sua azione disinfettante non agevola in alcun modo le infezioni batteriche.
Anche la sabbia, quando ci troviamo in un ambiente pulito, non è veicolo di trasmissione batterica essendo un minerale".
L'intervistato
Riccardo Cavalli è direttore della Dermatologia e Dermatologia Pediatrica del Policlinico di Milano.
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