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10 consigli per invogliare i bambini alla lettura

di Marzia Rubega - 29.07.2020 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Vostro figlio ascoltava così volentieri fiabe e storie lette da voi, ora invece che potrebbe leggere da solo non lo fa. Ma c’è un modo per instillare il piacere della lettura? Gli esperti concordano: non obbligate i bambini, altrimenti scatta il rifiuto. Meglio agire con l’astuzia

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Fare amare la lettura ai bambini

“I libri ti mettono in comunicazione con la storia, ti collegano, anche senza wi-fi, con il mondo intero, trasmettono senza sosta pensieri diversi, del presente e del passato, raccontano la vita da punti di vista vicini e lontani, sono la memoria della specie umana. La lettura, conquistata o regalata, lascia una traccia …”.

(La scrittura nella scuola primaria, a cura di Monica Colli e Grazia Mauri, Progedit 2012).

Ogni volta che vi avvicinate a vostro figlio con un libro tra le mani o gli proponete di leggere qualcosa, sul suo volto appare una smorfia?

Cariche di libri, vi aggirate per casa e cercate di convincerlo in tutti i modi? "Dai, dai, vieni qui, solo cinque minuti"', "Se finisci un capitolo, poi guardi la tv, ti compro un, un, un...", "Almeno questo libro dovresti leggerlo per le vacanze, altrimenti niente videogiochi, parco e... basta!".

Probabilmente, molti genitori potrebbero riconoscersi nel repertorio variegato della 'preghiera' a oltranza per spingere il figlio ad aprire un libro.

Gli esperti interpellati da nostrofiglio.it però sono concordi: se continuate a insistere otterrete l'effetto contrario. Meglio agire con l'astuzia … Ecco dunque i consigli per cercare di crescere un piccolo divoratore di libri.

1 Il libro non è solo un dovere scolastico

Un errore da evitare è quello di trasformare la lettura in un obbligo, portando il ragazzino a identificare il libro solo con un dovere scolastico: questa è la strada migliore per allontanarlo dalla scoperta del piacere della lettura. Da oltre 40 anni, lo sostiene e ribadisce con forza Roberto Denti, scrittore, libraio, formatore e profondo conoscitore del mondo dell'infanzia (I bambini leggono, Il Castoro; Lasciamoli leggere. Il piacere per la lettura nei bambini e nei ragazzi, Einaudi).

Occorre inoltre non dimenticare mai la famosa frase dello scrittore Gianni Rodari che sintetizza magistralmente (e con un pizzico di ironia, come era nel suo stile) la questione: il verbo leggere non sopporta l'imperativo!

2 Non voglio leggere! Lasciatelo stare, (forse) passerà

Se il libro rientra a pieno titolo nei riti familiari fin dalla primissima infanzia, probabilmente sarà più semplice 'alimentare' e nutrire la voglia di leggere anche quando il bambino sarà più grande.

Un punto su cui tutti gli esperti di pedagogia della lettura sono d'accordo: "Forse l'amore per la lettura non passa attraverso il cordone ombelicale, tuttavia se è presente nella vita dei genitori, viene naturalmente respirato e assorbito anche dai figlioletti (Elisa Zoppei, Laboratori di lettura, Mondadori).

Ma non è affatto scontato (non è una legge matematica!) che chi cresce in mezzo ai libri, li amerà sempre, in qualsiasi fase della crescita. Verso gli otto-nove anni, il disinteresse per la lettura può manifestarsi anche da parte di quei bambini che sono stati affettuosamente seguiti sia in famiglia che a scuola.

"In questo caso, le probabilità di un ritorno, superato un momento di disorientamento o disinteresse, sono molto alte e, comunque, la buona base linguistica acquisita attraverso l'ascolto e la lettura autonoma favorirà il buon rendimento scolastico", scrivono Rita Valentino Merletti e Bruno Tognolini nel saggio Leggimi forte (Salani Editore).

Un consiglio? Non forzateli e, soprattutto, non ossessionateli con ritornelli, tipo: 'Ma da piccolo, ti piacevano così tanto le storie e i libri... E ora, perché non vuoi più leggere?'

3 Se la lettura diventa un obbligo, scatta il rifiuto

Con l'inizio della scuola, spesso, cambia anche l'atteggiamento del genitore più volonteroso. Che smette di leggere insieme al figlio per il puro piacere di farlo e propone il libro come un dovere perché ormai il bimbo è grande. Un atteggiamento di questo tipo allontana dal libro, indistintamente, qualsiasi ragazzino (chi è abituato al mondo dei libri fin da piccolo e chi collega la lettura solo all'esperienza scolastica).

"La peggior strategia da attuare è l'obbligo, se si viene obbligati a leggere scatta immediatamente un meccanismo di rifiuto. Per questo, è importante permettere la scelta di testi, non sclerotizzarsi su libri proposti 'per la sua età' e scartare i volumi con tante pagine", ci spiega Grazia Mauri, maestra della primaria e scrittrice (autrice, tra l'altro, con Monica Colli e Saviem, di Grammatica primitiva, vol. 1 e 2 e Gli aGlieni nell'orto... grafia, Edizioni Erickson).

Un altro aspetto essenziale è mettere da parte i sensi di colpa se non avete dedicato molto tempo ai libri (magari, in totale buona fede, credendo fosse troppo presto) quando il bambino era piccolo.

"Per appassionarsi alla lettura è fondamentale sentirsi leggere, non importa l'età. Per prima cosa, quindi, è importante che la mamma legga (o continui a leggere) per il bambino", raccomanda caldamente Grazia Mauri,

Occorre, dunque, un approccio, condito da attenzione, pazienza e fantasia. Ma allora, se non è troppo tardi, come si può far scoprire il piacere della lettura al bambino che frequenta la primaria?

4 Un giorno alla settimana si va in biblioteca

Con un po' di buona volontà e partecipazione da parte dell'adulto non è poi così difficile motivare e, soprattutto, almeno incuriosire un ragazzino in questa fascia di età. Un ottimo stratagemma (e una buona abitudine per tutti) è trasformare l'incontro con il libro in un momento speciale da condividere con il genitore.

"Una buona idea è quella di fissare un giorno alla settimana per andare insieme in biblioteca, al posto dei mille corsi di inglese, palestra, nuoto... Ormai, in ogni città, le biblioteche hanno spazi raccolti e gradevoli per i più piccoli – afferma la pedagogista Angela Articoni, collaboratrice della cattedra di Letteratura per l'infanzia dell'Università di Foggia, molto attiva anche online con un gruppo dedicato ai libri per i bambini su Facebook.

5 Una grande scoperta: ci sono anche libri non imposti

In questo modo, andando in biblioteca, il ragazzino può vedere, toccare, sfogliare e scoprire da solo che esistono tantissimi libri di tutti i tipi, accanto a quelli che probabilmente considera una pura imposizione della scuola (o dalla mamma!).

"In più, anche il genitore - continua la pedagogista - può trovare spunti interessanti e decidere, in un secondo tempo, con il figlio che cosa acquistare. I bimbi di tutte le età si affezionano ai loro libri preferiti e poi chiedono di rileggerli all'infinito. Spesso, infatti, un'obiezione che mi fanno numerose mamme è che i libri costano tanto e poi, se al bambino non piacciono, vengono subito abbandonati," dice Articoni.

6 Bisogna farlo sentire 'grande'

"È importante che il bambino sia orgoglioso di frequentare la biblioteca – continua la pedagogista Articoni. Un ottimo sistema è richiedere una tessera personale apposta per lui (Nda è possibile ovunque, ovviamente la responsabilità resta dell'adulto) e spiegargli come funziona, quanti libri può prendere in prestito ogni mese.

Naturalmente, è altrettanto fondamentale lasciare che il bambino scelga autonomamente i suoi libri: questo lo farà sentire davvero speciale".

7 Niente capolavori? Pazienza!

Se state pensando che vostro figlio, da solo, prende in mano solo fumetti e forse qualche serie di successo che voi non approvate, non preoccupatevi e, soprattutto, non siate intrusivi.

"Bisogna procedere a piccoli passi e, in ogni caso, non è mai opportuno criticare le scelte del bambino - raccomanda la pedagogista.

Qualunque scelta faccia va bene perché "aiuta a 'socializzare' con l'oggetto libro, anche quando la mamma ritiene la sua scelta troppo facile o, al contrario, troppo difficile... In una parola: lasciate il bimbo libero, il resto verrà dopo!".

8 Leggere insieme ad alta voce

Per aiutare il bambino ad associare la lettura a un'attività piacevole e divertente, - e non a un dovere 'barboso' - occorre anche creare e favorire occasioni un po' speciali, fuori dalle routine quotidiane.

Un esempio? "Una bella merenda 'letteraria' tra amici, magari con il suo dolce preferito, è una situazione perfetta e, tutto sommato molto semplice da organizzare a casa - suggerisce l'esperta di letteratura per l'infanzia. Leggere tutti insieme, grandi e piccoli, ad alta voce, le storie più amate abitua all'ascolto e favorisce un momento di condivisione bello e importante, dove il libro è protagonista".

9 L'adulto presente, non invadente...

"La mediazione dell'adulto è necessaria per un'educazione alla lettura di chi frequenta la scuola primaria. Tuttavia, non bisogna assolutamente fossilizzarsi sulle fasce di età indicate, spesso, dagli editori stessi, e sul target per la proposta dei libri al proprio figlio.

Perché ogni bambino è diverso e solo il genitore può capire cosa è più adatto, in base ai desideri e ai gusti espressi dal bambino stesso – raccomanda la pedagogista.

Questo vale, per esempio, anche nel caso delle fiabe classiche, come quelle dei Fratelli Grimm: a volte, le mamme saltano i passaggi che reputano violenti e le parole difficili... È un errore perché il bambino deve ascoltare e leggere il testo così come compare sul libro, e quindi poterlo poi rileggere uguale. Con l'adulto vicino, il bambino deve avere la possibilità di chiedere, semplicemente, cosa significa un termine: in questo modo, potrà anche ampliare il suo patrimonio lessicale senza fatica.

I bambini sono intelligenti, capiscono tutto e non devono crescere nella bambagia", dichiara l'esperta di letteratura per l'infanzia.

10 La bacchetta magica non c'è

In ogni caso, non dimentichiamo che non esiste una ricetta ideale e assoluta per invogliare un bambino a leggere: "Non c'è la bacchetta magica per 'passare' l'amore per i libri, un approccio corretto alla lettura, però (non impositivo), a casa e a scuola, evita di ucciderlo.

Nei primi anni di vita, l'emulazione è fondamentale per ogni piccolo, i bambini tendono a imitare cioè, cosa fanno gli adulti. Se l'adulto legge, il bambino, già da piccolissimo, sarà incuriosito dall'oggetto libro.

Molto, quindi, dipende dalla mamma, dalla famiglia, soprattutto in età prescolare. L'ideale sarebbe iniziare dai primi mesi con i libri morbidi - come raccomanda da anni l'associazione Nati per leggere (www.natiperleggere.it/) - leggendo a voce alta storie e filastrocche, già ai piccolissimi. Secondo me, dovrebbero offrire alle mamme informazioni e qualche libretto adatto già in ospedale dove spesso consegnano un pacco-regalo.

Quando il bambino cresce, conta, poi, molto come il libro è presentato dalla scuola: l'obbligo scolastico alla lettura uccide tutto il piacere spontaneo.

Questa è una lezione da ricordare sempre, accettando, anche, che per un periodo vostro figlio potrebbe non avere voglia di leggere, anche se voi siete grandi lettori", conclude la pedagogista Angela Articoni.

Il consiglio di Daniela, mamma blogger, autrice di scuolainsoffitta.it

Come si può conciliare la necessità di leggere per la scuola e la volontà di salvaguardare l'amore per la lettura? "A me piace molto il metodo delle domande coinvolgenti, quelle che ci potrebbe porre una persona veramente interessata al libro. Alcune delle domande che mi piace chiedere a mio figlio sono: Cosa ti è piaciuto in questo libro? Cosa non ti è piaciuto? Ti piacerebbe vivere un'avventura come questa? Chi vorresti essere in questa storia? Cambieresti il finale?

Il libro "Il piacere di leggere e come non ucciderlo" (Aidan Chambers- ed. Sonda) è pieno di suggerimenti come questi per imbastire una buona conversazione su un libro.

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