Il dolore e l'insuccesso fanno parte del processo di crescita e i genitori dovrebbero lasciare che i bambini vivano questi momenti. Solo così potranno imparare e diventare adulti responsabili.
Questo è il messaggio del libro "Lasciamoli sbagliare" (Vallardi) di Jessica Lahey mamma e insegnante. La Lahey, partendo dalla sua esperienza personale, ha dedicato tre anni di studi per capire quale sia il modo giusto per seguire i bambini nello studio e nella vita in generale ed è giunta alla conclusione che correggere gli errori dei figli li aiuti al momento ma non a lungo termine.
"Tutto questo stare addosso e correggere i figli, fa sì che i bambini crescano emozionalmente, intellettualmente e socialmente incompetenti e insicuri quando manca un adulto a guidarli".
Ma l'obiettivo educativo di un genitore deve essere quello di crescere adulti che se la sappiano cavare nel mondo di domani e non bambini felici e perfetti.
Ecco alcuni consigli tratti dal libro della Lahey e ripresi dal sito huffingtonpost.it
1. Bisogna concentrarsi sul processo di apprendimento più che sui risultati.
Nella nostra società si tende a porre molta enfasi sui voti perdendo di vista la gioia del processo di apprendimento che si tratti di imparare una lezione, uno sport o a suonare uno strumento.
Quindi non concentriamoci sul voto di un compito in classe, ma chiediamo a nostro figlio quale è stato il suo lavoro per raggiungerlo o come potrebbe fare la prossima volta. E soprattutto basta con l’educazione competitiva: perché a furia di competere siamo arrivati a un vero delirio di ansia e paranoia. Fermiamoci un attimo e tiriamo un bel respiro. La ricerca dimostra che questo atteggiamento di genitori sotto pressione è estremamente contagioso.
2. Non correggeteli in continuazione
Ogni volta che corriamo in soccorso dei ragazzi, o li salviamo da situazioni difficili, inviamo un messaggio molto chiaro: li riteniamo incompetenti, incapaci e indegni della nostra fiducia.
Lasciamoli sbagliare.
3. Dagli insuccessi si impara
L’insuccesso che i giovani registrano quando noi allentiamo la presa e lasciamo che commettano i propri errori, non solo fa parte integrante dell’apprendimento, ma è proprio l’esperienza che insegna loro a risolvere i problemi con resilienza, efficacia e creatività.
4. Non esagerate con le lodi
Basta con le lodi sperticate. Siate sinceri con i vostri figli. Lodateli per la loro resilienza e per gli sforzi che fanno per riprendersi dai loro insuccessi..
5. Dimostrategli fiducia
Per favorire l’autonomia e nel contempo rafforzare il rapporto con i propri figli occorre far capire loro che si è convinti che diventeranno persone capaci di migliorarsi.
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6. Fate sì che si sentano sostenuti
Una delle cose più importanti che noi genitori possiamo fare per i nostri figli è far sentire loro che non sono soli, che fanno parte di un contesto più grande e che noi siamo lì per sostenerli mentre cercano il loro posto nel mondo.
7. Mai togliergli l'affetto per colpa di un insuccesso
La ricerca ha dimostrato che la peggiore educazione controllante è quella che toglie l’affetto in caso di insuccesso per darlo solo se la performance è buona. Questo stile educativo colpisce i ragazzi là dove sono più vulnerabili: il bisogno di sicurezza e la paura dell’abbandono.
8. Lodate l’impegno, non le qualità innate.
E date il buon esempio. Se i figli vi vedono sforzarvi, anche se magari fallite nell’impresa, tenderanno a sforzarsi a loro volta. Voi siete il primo e più importante modello per i vostri figli.
9. Lasciate che risolvano da soli i conflitti
Bisogna che i genitori si astengano da intervenire e lascino i bambini litigare tra loro, perché questi conflitti permettono ai ragazzi di imparare a cavarsela in una cultura sempre più improntata al bullismo.
Se lasciamo che si arrabbino, facciano arrabbiare altri bambini, litighino e poi si riconcilino, impareranno a essere buoni amici, a difendersi da soli e a dire di no ai comportamenti che procurano loro disagio.
10. Non incolpate gli insegnati
Sostenete la relazione studente insegnante anche quando è difficile. Ci saranno insegnanti che piaceranno, altri con cui non saprà parlare, altri esigenti, altri ancora che non capirà o che avranno aspettative poco chiare. E questo è un bene. È un bene perché questi maestri e professori insegneranno a vostro figlio ad affrontare le tante persone difficili che incontrerà nella vita.
Aggiornato il 22.03.2018