Negli ultimi anni anche in Italia le scuole stanno diventato sempre più multietniche. Molti genitori però vivono questo cambiamento con preoccupazione, tanto che alcuni scelgono di mandare i figli in istituti fuori zona, perdendo l'importante vantaggio della scuola di quartiere.
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Ma se invece una scuola di questo tipo fosse un vantaggio? Lo abbiamo chiesto alla pedagogista Graziella Favaro esperta in didattica interculturale.
1. Partiamo con un dato oggettivo: i test invalsi
"Innanzitutto bisogna rassicurare i genitori: la presenza di bambini stranieri non rallenta il rendimento scolastico. A dimostrarlo sono i dati dei test invalsi. Si è visto, infatti, che confrontando i dati di scuole ad alto tasso di stranieri con scuole dove la presenza è invece minima non ci sono grandi discrepanze nei risultati. Anzi, addirittura ci sono scuole di piccoli centri del sud o delle isole dove la rilevanza di stranieri è minima con punteggi invalsi inferiori alle scuole multietniche delle grandi città del nord".
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2. Bambini stranieri o bambini italiani figli di stranieri?
"Sicuramente l'inserimento in una classe di bambini non italofoni può essere una difficoltà per tutta la classe. Ma di solito sono pochi casi. Infatti, se si va a guardare i dati istat negli ultimi quattro anni, a causa della crisi economica del nostro Paese, diminuiscono gli arrivi di stranieri che si trasferiscono qui per lavoro (continuano gli sbarchi sul nostro territorio, ma si tratta di profughi richiedenti asilo e nella maggior parte dei casi solo di passaggio). Aumentano, invece, i bambini nati in Italia da genitori stranieri. Questo significa che nella maggior parte dei casi nelle scuole multietniche si incontrano piccoli che parlano bene la nostra lingua e spesso hanno già frequentato nido e scuola materna. Anzi, alcune comunità, come i filippini, non solo parlano bene l'italiano, ma anche l'inglese. E avere in classe compagni praticamente madrelingua è utilissimo per l'apprendimento linguistico".
3. Una scuola internazionale prepara al mondo di domani
Cosa può dare in più una scuola multietnica rispetto a una tradizionale?
"E' il venire a contatto con culture, lingue, religioni e tradizioni diverse che apre la mente e non lo stare con chi è uguale a noi. Inoltre, relazionarsi alla diversità allena i nostri piccoli al mondo di domani che sarà sempre più frastagliato e composito.
Una scuola internazionale è un vero e proprio esercizio di mondo, tanto quanto viaggiare. Si tratta di un grande apprendimento culturale".
4. Sviluppa l'intelligenza sociale
"Un altro aspetto positivo è emerso da una ricerca effettuata in una scuola di Trento. I ricercatori hanno seguito un gruppo di alunni che avevano frequentato una scuola primaria multiculturale per vedere come andavano una volta entrati alle medie. E' risultato che, non solo non erano in difficoltà, ma che avevano sviluppato più degli altri altri competenze sociali. E l'intelligenza sociale è oggi ritenuta una delle qualità più importanti nel mondo del lavoro.
5. Il compito dei docenti: puntare sulla qualità
Per trarre tutti questi benefici è fondamentale però che le scuole multietniche non abbassino mai il tiro. Significa che insegnanti e dirigenti devono puntare sulla qualità e valorizzare quello che di tanto importante possono offrire.
Significa: fare corsi d'aggiornamento, intervenire con azioni mirate, ad esempio se ci sono bambini non italofoni sostenerli con programmi di alfabetizzazione, valorizzare le differenze, coinvolgere i genitori nelle attività di classe.
L'utenza multiculturale è in molte scuole uno stimolo per una didattica nuova e moderna.
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6. Dai genitori stranieri si può imparare il rispetto verso la scuola
"Spesso gli stranieri vengono da Paesi in cui la scuola è come era da noi negli anni Cinquanta: un'istituzione in cui i genitori non devono entrare, senza rappresentanti di classe, né assemblee, né colloqui.
Per questo può capitare che gli insegnanti li percepiscano come genitori assenti. Vanno, invece, compresi e coinvolti nel modo giusto. Per renderli partecipi la chiave è partire da quello che sanno già fare. Ad esempio, si può chiedere loro di venire in classe a raccontare qualcosa del loro Paese, di portare un oggetto tipico, leggere un racconto tradizionale...
C'è anche da aggiungere il positivo che i genitori stranieri hanno da insegnarci: l'atteggiamento di rispetto e fiducia verso la scuola che noi abbiamo perso. Difficile vedere stranieri che insultano gli insegnanti o che si lanciano in battaglie pro o contro i compiti, dire la loro su una lezione".
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7. Un'infanzia a misura di bambino
Anche l' l'infanzia dei bambini stranieri è più simile a quella dei nostri genitori che dei nostri figli. Significa: pomeriggi non affollati da corsi extrascolastici, ma dedicati al gioco libero (tanto importante per lo sviluppo cognitivo); genitori giovani e non iperprotettivi; famiglie numerose, con tre o quattro figli; bambini più autonomi che svolgono fin da subito piccole faccende domestiche.
Non manca il rovescio della medaglia, come contesti culturali arcaici che per fortuna da noi sono solo un ricordo.
Però confrontarci con certi aspetti dell'infanzia che da noi si sono persi può davvero farci un gran bene.
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Aggiornato il 14.09.2018