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Anna Frank spiegata ai bambini

di Nostrofiglio Redazione - 11.01.2024 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Anna Frank era una bambina come tante, con sogni e speranze interrotti troppo presto a causa della guerra. Nel suo Diario ci racconta la sua testimonianza.

In questo articolo

Anna Frank spiegata ai bambini

"Soit gentil et tienes courage!" Sii gentile e abbi coraggio" Anna Frank

Questa frase fu scritta dalla giovane Anna Frank, all'interno della copertina del terzo quaderno del suo diario. Da queste parole emerge l'animo sensibile di questa ragazza che invita a vivere con coraggio, invita ad affrontare le vicende avverse della vita e a comprendere con dolcezza tutti quelli che ci sono accanto.

Ma chi era Anna Frank e perché andrebbe spiegata ai bambini. 

Chi era Anna Frank

Anna Frank era una ragazza ebrea, di origini tedesche che sognava di diventare scrittrice. La sua vita è stata stroncata in tenera età ma ha lasciato una testimonianza di fatti terribili accaduti nel periodo in cui visse. E' con il suo Diario, che è diventata il simbolo della Shoah, lo sterminio degli ebrei.  Il diario è stato scritto nel periodo in cui lei e la sua famiglia dovettero nascondersi dai nazisti e rappresenta oggi una testimonianza di quel periodo rifugiati nella Casa sul retro dove speravano di sfuggire alla deportazione nei campi di concentramento. 

I tedeschi avevano fatto costruire questi campi che chiamavano campi di lavoro ma che erano dei campi di sterminio, dove senza distinzione uccidevano uomini, donne e bambini. 

Tutti gli Ebrei d'Europa vennero perseguitati dal regime nazista con l'obiettivo di eliminare questa razza che consideravano una minaccia.

Anna nacque il 12 giugno 1929 a Francoforte su Meno da una famiglia benestante. Il suo papà Otto era un imprenditore, ma in quegli anni ci fu un tracollo dell'econonomia e la Germania ne risentì tantissimo.  Chi governava il Paese cominciò a perseguitare tutti i cittadini di razza ebrea, dando loro delle colpe per quello che stava succedendo. Così, quando sali al potere Hitler vennero emanate delle leggi contro gli ebrei e non solo. Erano le leggi razziali che dalla fine degli anni '30 al 1945 in Europa furono deportati e uccisi circa sei milioni di ebrei.

La follia nazista, inoltre, si era scagliata contro le popolazioni considerate inferiori, contro zingari e omosessuali.

In questa situazione di persecuzione il papà di Anna pensò di accettare un incarico di lavoro ad Amsterdam dove presto lo raggiunsero Anna, Margot, la sorella maggiore e la mamma Edith. Per alcuni anni vissero serenamente, le ragazze frequentavano la scuola e ad Anna piaceva tantissimo leggere e scrivere. Questa tranquillità svanì con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale. Da quel momento, nel 1940, anche Amsterdam fu occupata dai tedeschi e la famiglia di Anna si ritrovò di nuovo in un Paese dove gli Ebrei erano perseguitati.

Anna e il diario scritto nella casa sul retro

Quando i nazisti arrivarono ad Amsterdam, la situazione cambiò drasticamente. Cominciarono a perseguitare tutte le famiglie di ebrei e Anna e sua sorella non poterono più frequentare la scuola. Dovettero nascondersi. 

Il papà di Anna penso di allestire un rifugio, la casa sul retro, un nascondiglio che aveva creato nel retro della sua ditta di sali e spezie, nascosto dietro una libreria scorrevole, nella strada Prinsengracht al numero 263.

Nel momento in cui giunse la comunicazione che la figlia maggiore sarebbe dovuta andare in un campo di lavoro o sarebbero stati arrestati tutti, la famiglia si rifugiò in quel nascondiglio. Prima da soli, poi lo condivisero con altre due famiglie. Erano in 8 in poco più di 50 mq. Rimasero nella casa circa due anni

Fu qui che Anna cominciò a scrivere il suo diario, un diario che ricevette in regalo il giorno del suo tredicesimo compleanno, il 12 giugno del 1942. La scrittura le dava conforto per quella situazione così assurda che stava vivendo.

È davvero meraviglioso che io non abbia lasciato perdere tutti i miei ideali perché sembrano assurdi e impossibili da realizzare. Eppure me li tengo stretti perché, malgrado tutto, credo ancora che la gente sia veramente buona di cuore. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte l'avvicinarsi del rombo che ci ucciderà, partecipo al dolore di migliaia di uomini, eppure quando guardo il cielo, penso che tutto si volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno la pace e la serenità.

Il diario di Anna Frank

Poi nell'agosto del 1944 vennero scoperti e gli abitanti della casa sul retro furono arrestati e deportati nei campi di concentramento. L'unico che sopravvisse fu il papà di Anna.

Anna morì di una malattia diffusa il quel periodo, il tifo,  nel 1945 nel campo di concentramento Bergen-Belsen.

Poco prima della fine della guerra Anna aveva sentito parlare il ministro dell'educazione olandese il quale annunciava che al termine della guerra sarebbero state raccolte tutte le testimonianze del suo popolo, i diari e le lettere di quei tristi giorni. 

Al papà di Anna venne consegnato il Diario della figlia che fu ritrovato da Miep Gies, la sua segretaria. Non ebbe subito il coraggio di leggerlo ma quando lo fece rimase sconvolto dai ricordi che raffioravano e dalla profondità dei pensieri della figlia.

Cosi fece di tutto per pubblicarlo. Anche per realizzare il sogno di Anna. 

E' importante raccontare ai bambini quali atrocità siano state commesse nel passato, per comprendere e affinchè tali errori non vengano commessi mai più. 

«Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre».

Primo Levi

Frasi dal Diario di Anna Frank

  • "La verità è tanto più difficile da sentire quanto più a lungo la si è taciuta".
    Dal "Diario di Anna Frank"
  • "Quel che è accaduto non può essere cancellato, ma si può impedire che accada di nuovo".
    Anna Frank
  • "A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore, in cui si dubita della verità, della giustizia e di Dio". 
    Anna Frank

La casa di Anna Frank è un museo

Il Museo Casa di Anna Frank racconta la storia della famiglia Frank nascosta durante l'Olocausto. Il 6 luglio 1942, la famiglia Frank si nascose al Prinsengracht 263. L'edificio ospitava l'attività di Otto Frank. Successivamente, si unirono la famiglia Van Pels e Fritz Pfeffer. L'edificio consisteva in due parti: la casa principale e l'annesso, la casa sul retro. Le otto persone si nascosero nei piani superiori dell'annesso.

Quando Otto Frank fu l'unico a tornare da Auschwitz nel giugno 1945, la casa sul retro era vuota e spoglia. Nel 1960, la Casa di Anna Frank aprì come museo, ma su richiesta di Otto, l'annesso rimase vuoto. 

La stanza di Anna Frank

Anna ha dovuto condividere la stanza con Fritz Pfeffer e questo fu causa di frequenti litigi. Era molto difficile non poter mai uscire e il suo diario era un luogo per sfogarsi. Inoltre, per rendere la stanza più vivace, Anna attaccava foto al muro.

Nel museo è anche possibile vedere il Diario di Anna.

L'ingresso del museo si trova a Westermarkt 20, 1016 Amsterdam, Olanda. 

Per info: https://www.annefrank.org/

Fonti:

https://www.focusjunior.it/scuola/storia/personaggi/chi-era-anna-frank

Grandi Classici Anne Frank, Diario, Crescere Edizioni. Prefazione di alberto Büchi

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