Voler primeggiare a tutti i costi, riuscire bene in qualunque campo: un assillo che può riguardare i bambini e i ragazzi, spesso oggetto di aspettative esagerate, anche da parte dei genitori: questa l’ansia da prestazione. “E’ legittimo ed auspicabile che un genitore sproni il figlio ad imparare e migliorarsi, ma è fondamentale non caricarlo di troppe attese, che possono generare stress e frustrazione ” è il parere di Edvige Veneselli, direttore U.O. e Cattedra di Neuropsichiatria Infantile dell’Ospedale Gaslini, Università di Genova.
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7 consigli pratici sull'ansia da prestazione
1 - Dare un valore all’impegno richiesto.
È importante accompagnare con una motivazione positiva l’impegno che viene richiesto a scuola e negli ambienti extrascolastici: è necessario studiare, imparare, impegnarsi in ogni attività che si compie, ma non per diventare i primi, bensì per apprendere cose che non si conoscono o non si sanno fare, divenire più competenti, effettuare un bel percorso di crescita personale. Ed è bene seguire i successi del bambino, verificandolo e gratificandolo: costituisce un bel rinforzo alle sue ‘fatiche’. Leggi: Attività extrascolastiche senza stress
2 - Porsi obiettivi realistici.
Occorre anche considerare che è difficile essere bravissimi in tutto ciò che si fa: c’è chi è più portato per lo studio, chi per lo sport, chi per una certa materia scolastica, chi per un’altra. “Il bambino con una difficoltà settoriale sovente ‘generalizza’ la sua difficoltà e può pertanto avere una bassa autostima” sottolinea la neuropsichiatra. “Nell’età evolutiva, le difficoltà spesso si modificano nel tempo e possono essere superate, perché alcune funzioni possono richiedere tempi differenti di maturazione rispetto alla media dei soggetti. Cerchiamo di capire realisticamente dove il bambino riesce meglio da solo e dove invece ha bisogno di un po’ di supporto, spronandolo a migliorarsi senza però pretendere più di quel che oggettivamente può dare. Parliamo con lui delle sue effettive doti e ‘delimitiamo’ le sue difficoltà, per sviluppargli una adeguata autostima, necessaria per affrontare le tappe di acquisizione degli apprendimenti e delle abilità”. Leggi: Autostima nei bambini, come coltivarla
3 - Lasciamogli scegliere quel che più gli piace.
È bene dare la possibilità al bambino di scegliere le attività extrascolastiche che vuole seguire, senza pretendere che studi ad esempio il pianoforte solo perché piace a noi: si riesce meglio se alla base c’è una passione. E’ positivo anche che vari le preferenze nel tempo: se inizia a conoscere più strumenti o più sport, potrà poi valutare quale è per lui di maggiore interesse o è più consono.
Gli resterà comunque un’esperienza fatta che lo ha portato ad una nuova conoscenza. Leggi: bambini e sport
4 - W il gioco libero e la solidarietà!
Oggigiorno i bambini sono sovente coinvolti in tante/troppe attività, ‘vivono di corsa’, con molti stimoli, senza pause e senza riflessioni. Occorre perciò organizzare anche spazi liberi, di relax, di gioco libero, di momenti trascorsi a casa. Senza dimenticare lo spazio per la solidarietà, per gli altri (ormai generalmente si pensa tanto a noi stessi). E’ un grande messaggio umano, che il bimbo farà suo per la vita!
5 - Insegnare al bambino ad accettare anche un insuccesso:
6 - Dare il buon esempio.
Alla gara sportiva è giusto che il genitore tifi per il figlio, ma non bisogna lasciarsi coinvolgere in eccessi: talvolta si vedono adulti che urlano o incitano a comportamenti non adeguati, o fanno commenti negativi all’indirizzo della squadra avversaria o dell’arbitro. È un comportamento scorretto ed un cattivo esempio anche per il figlio, al quale invece bisogna insegnare il rispetto per l’avversario, per le regole, anche quando non vanno a proprio favore.
7 - Quando sbaglia, sbaglia.
Non difendere ad oltranza il figlio anche quando ci si rende conto che ha sbagliato. A volte l’attaccamento per il proprio bimbo induce un calo di obiettività nel valutare gli eventi e cercare ‘colpevoli’ altrove.
Il genitore deve invece riconoscere e far riconoscere al bambino l’errore. “E’ inoltre molto importante che siamo solidali con gli insegnanti, che condividono con noi il percorso di crescita del nostro piccolo nell’educazione personale e negli apprendimenti” conclude la prof. Veneselli. “Da un rapporto di collaborazione otterremo un clima sereno e proficuo per la sua trasformazione in un ragazzino davvero ‘in gamba’.” Leggi: decalogo semiserio per bimbi felici
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Aggiornato il 21.05.2018