Asilo nel bosco: le attività
Stare all'aria aperta è un toccasana per la salute. Ma per i sostenitori dell'asilo nel bosco non si tratta soltanto questione di benessere fisico, è proprio il caposaldo per "educare nella natura e crescere bambini liberi e sani", come scrive l'educatrice Selima Negro, educatrice ambientale nella copertina del suo libro "Pedagogia del bosco" (Terra Nuova Edizioni).
Nato in Danimarca negli anni '50, questo approccio formativo, ha ormai preso piede anche in Italia con realtà molto variegate che si contraddistinguono tutte per un tratto comune: privilegiare il contatto dei bambini con la natura e l'apprendimento diretto e partecipato attraverso l'ambiente.
Come spiega l'autrice nel libro, l'ambiente naturale è quello più ricco di possibilità di apprendimento per un bambino: "In un ambiente prevalentemente antropizzato i bambini non trovano risposte sufficienti al loro bisogno primario di esperienze significative per lo sviluppo. Innanzitutto, perché nessuna progettazione umana può eguagliare la ricchezza, la varietà e l'armonia delle possibilità senso-motorie di un ambiente selvatico. Né può offrire la stessa varietà di situazioni che permettono di sperimentare diverse sfumature emotive e dinamiche sociali".
Scuola nel bosco: le attività
Niente programmi fissi, giornate organizzate e attività prestabilite, negli asili nel bosco la parola d'ordine è flessibilità. L'autrice chiarisce infatti che a scandire la giornata sono i giochi e le lezioni scelte di volta in volta dai piccoli che dovranno così imparare a comunicare tra loro e a scegliere insieme gli obiettivi della giornata. "Che sia una passeggiata nel bosco, la lettura di un libro o la ricerca di piccoli tesori offerti dalla natura, l'unico limite alle attività è la fantasia dei bambini stessi". La sola costante è il gioco spontaneo, ovvero: "Qualsiasi attività che permetta ai bambini di interagire tra loro e con l'ambiente".
I giochi che i bambini svolgono sono molto simili a quelli che farebbero in un asilo di stampo tradizionale, ma con una differenza importante: i giocattoli non sono vietati, ma viene favorita una maggiore ricchezza di materiali per il gioco oltre ai giocattoli tradizionali (che comunque sono presenti in numero minore soprattutto quelli in plastica).
"Non gli attrezzi giocattolo per giocare al falegname, ma una cassetta con martelli, chiodi, cacciavite e trapani a mano, perché un principio base della pedagogia del bosco è l'autenticità". Questo non vuol dire chiaramente esporre i bambini ad eventuali pericoli: gli adulti sono lì presenti per guidarli nell'utilizzo degli utensili e per far vivere loro delle esperienze reali in tutta sicurezza.
Così come nel gioco, anche nei momenti della merenda e del riposino i bimbi del bosco possono scegliere dove consumare il loro pasto e quando e dove fermarsi a dormire un po'. Che sia all'interno dell'unico luogo al chiuso, il campo base, o all'esterno in mezzo alla natura, ognuno è libero di scegliere autonomamente secondo le proprie preferenze e bisogni del momento.
Asilo nel bosco, all’aperto in tutte le stagioni
Freddo, sole, pioggia o vento, nel "modello integrale", come spiega l'educatrice nel suo libro, i piccoli trascorrono la maggior parte della giornata all'aria aperta, proprio per familiarizzare con il paesaggio e conoscere i cambiamenti e le trasformazioni che lo caratterizzano.
Una variante a questo metodo è il modello integrato che, seppur ispirato all'approccio della pedagogia del bosco, prevede singole uscite settimanali nell'ambiente selvatico.
Asilo nel bosco, il ruolo degli adulti
Una novità, rispetto agli asili di stampo più tradizionale è il ruolo degli adulti che da attivi protagonisti negli asili di ispirazione danese diventano osservatori e guide. "La figura degli adulti è quella di accompagnatori, figure assolutamente necessarie che devono soprattutto osservare e capire su cosa stanno lavorando i bambini e sostenerli durante la loro esperienza di apprendimento".
Asilo nel bosco, tutti i benefici
Ma ci sono davvero dei benefici nello stare così tanto tempo all'aria aperta? Per Selima Negro non ci sono dubbi: "Assolutamente sì. A trarne giovamento sono soprattutto il sistema muscolo-scheletrico, respiratorio, immunitario, ma non solo. Anche il benessere mentale non va sottovalutato: nella natura i bambini sono meno soggetti a stress ed ansie".
All'aspetto strettamente fisico si aggiungono anche i vantaggi legati all'area dello sviluppo del linguaggio e della consapevolezza di sé. Aspetti che sarebbero emersi anche da alcune ricerche svolte in Germania e Danimarca. "Per approfondire queste tematiche consiglio la lettura del libro "A tutta natura" a cura di Maja Antonietti e Fabrizio Bertolino, Junior Edizioni".
In base alla struttura e all'organizzazione intrinseca degli asili nel bosco, nei quali non ci attività programmate e le decisioni sono in mano ai piccoli, ogni bambino deve essere in grado di spiegare le sue preferenze, convincere delle sue motivazioni i suoi pari e parlare con gli adulti su ciò che intende fare. "Questo meccanismo non solo rappresenta per il bambino un'opportunità dal punto di vista delle competenze del linguaggio, ma offre anche la possibilità di avere consapevolezza di se stesso, delle sue attitudini e interessi, dei propri bisogni".
Asilo nel bosco e scuola primaria nel bosco
Sebbene sia un'esperienza più o meno recente in Italia, quella degli asili nel bosco è ormai una realtà che si è diffusa ampiamente, tanto da portare ai primi esperimenti per le scuole primarie. Dal progetto Fuori da scuola in Brianza, di cui fa parte la stessa Selima Negro, alla Piccola polis di Ostia o a Le elementari nel bosco di Fiesole, c'è una vera e propria varietà di offerte formative, tutte con lo stesso obiettivo: trascorrere più tempo possibile immersi nella natura e apprendere "nell'ambiente" e "con l'ambiente".
L'intervistata
Selima Negro vive in provincia di Lecco, dove ha fondato assieme ad altre famiglie l'associazione di promozione sociale Fuori dalla scuola e un asilo nel bosco per i bambini di 2-6 anni. Laureata in Scienze dell'educazione con una tesi sulla dimensione pedagogica del rischio, ha lavorato come educatrice ed educatrice ambientale in Brianza fino al 2015, quando è diventata accompagnatrice di scuola nel bosco. "Pedagogia del bosco - Educare nella natura per crescere bambini liberi e sani" (Terra Nuova Edizioni) è il suo primo libro.