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Asilo steineriano: come funziona in 5 punti

di Vincenzo Genovese - 14.09.2021 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
La filosofia, le attività, la giornata tipo e le insegnanti: ecco come si svolgono le attività seguendo il metodo educativo Steiner

In questo articolo

Come funziona l'asilo steineriano

Il metodo Waldorf, ideato dal filosofo Rudolf Steiner all'inizio del Novecento, prevede per i bambini in età da asilo un percorso pedagogico differente da quello tradizionale. Basato sui bisogni del bambino e su cicli di crescita di sette anni, questo metodo viene spiegato da Barbara Cattaneo e Michela Francione dell'Associazione Amici Scuola Steineriana e insegnanti presso la scuola Waldorf di Como. Vediamo, in cinque punti, come funziona l'asilo steineriano.

La filosofia del metodo steineriano

«La premessa necessaria – comincia Barbara Cattaneo – è la conoscenza antropologica del bambino. Secondo noi nell'essere umano ci sono cambiamenti forti ogni sette anni e nel primo settennio l'elemento centrale è la crescita fisica. Per questo ciò che facciamo fare ai bambini nel nostro asilo si basa sulla manualità e su una conoscenza del proprio corpo che deve avvenire non in maniera razionale ma attraverso le esperienze fisiche e la memoria muscolare».

Attività all'asilo steineriano

«Tutte le nostre attività puntano a sviluppare una caratteristica del bambino», dice Michela Francione. «Una delle cose che facciamo è il modellaggio della cera d'api, molto adatta ai bambini perché si scalda con il contatto. In questo modo sviluppano il tatto e la manualità, ma danno anche libero sfogo alla loro fantasia. L'importante non è il risultato che esce fuori, ma l'azione stessa». Barbara Cattaneo invece sottolinea il miglioramento della coordinazione oculo-manuale che avviene grazie all'uso del telaio: «Tessendo i bambini acquisiscono velocità e abilità senza sforzo, in un processo completamente naturale che è nelle loro corde».

Altre attività dell'asilo steineriano sono la preparazione del pane, il disegno e la pittura con acquarelli.

Cerchiamo sempre di tutelare il contatto fra i bambini e la natura, vogliamo che vedano, tocchino e respirino ciò che li circonda

Il gioco libero

Molta importanza per Michela Francione hanno anche i momenti "liberi" all'interno degli asili steineriani: «Diamo grande spazio al gioco libero, in cui i bambini tendono a sviluppare l'equilibrio e le relazioni fra loro.

Tutti i nostri giochi sono fatti con materiali naturali e non sono "raffinati". Per esempio, qui i bambini fanno costruzioni con pezzi di legno non modellati, in modo da esercitare di più il loro ingegno. Ovviamente non ci sono giocattoli elettronici, interattivi o bambole troppo definite».

La giornata tipo

La giornata tipica di un asilo steineriano è basata sul ritmo sonno-veglia: momenti di concentrazione si alternano a momenti più liberi come le attività all'aperto. Non mancano nemmeno i lettini per il riposino dopo pranzo, soprattutto per i bambini più grandi. Il ritmo orario è sempre lo stesso: «La filastrocca sulla natura, la merenda o il momento in cui si va in bagno tutti insieme sono sempre alla stessa ora. Le attività invece si differenziano in base al giorno della settimana: ad esempio, il lunedì può esserci il modellaggio della cera e il martedì la preparazione del pane».

Gli insegnanti

Per diventare insegnanti in questi asili, spiega Barbara Cattaneo, esistono seminari triennali di introduzione alla pedagogia steineriana: l'accesso è aperto a tutti, non solo a chi è laureato in scienze dell'educazione o materie attinenti. Si segue un percorso di formazione che dura tre anni, condotto da insegnanti della scuola e antroposofi che hanno seguito studi di pedagogia. Ma la formazione non si ferma qui: «l'associazione Sole Luna Stelle organizza ogni mese incontri per tenersi informati, un aggiornamento professionale a cui tutti aderiamo».

In cosa è diverso dagli asili tradizionali

«Crediamo che non serva inquadrare il bambino in sovrastrutture, ma seguirlo nel suo percorso di crescita senza appiccicargli addosso nozioni che non assimila – chiosa Michela Francione – la prescolarizzazione dei bambini non dà effetti positivi, meglio lasciarli liberi di apprendere attraverso il proprio corpo. Rispetto agli asili tradizionali noi tuteliamo la loro capacità di giocare e sperimentare in tutti gli ambiti: siamo convinti che sia la strada giusta perché apprendano meglio e con più tranquillità in seguito».

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Revisionato da Francesca Capriati

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