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Attivismo pedagogico: la scuola attiva di John Dewey

di Francesca Capriati - 05.04.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Attivismo pedagogico: in cosa consiste la scuola attiva di John Dewey. Caratteri generali del metodo attivo, cosa si intende per attivismo pedagogico in Italia

In questo articolo

Attivismo pedagogico

"Credo che l'educazione, quindi, sia un processo di vita e non una preparazione per la vita futura. Possiamo costruire l'autostima di un bambino non solo in classe, ma in tutti gli aspetti della sua vita: L'istruzione è la continua ricostruzione di esperienze". Sono le parole di John Dewey, filosofo, psicologo e riformatore educativo americano, nato nel 1859 e ancora oggi una delle voci più interessanti nel panorama pedagogico. Sviluppò teorie educative e sociali straordinariamente influenti come il cosidetto attivismo pedagogico. Ma quali sono le caratteristiche di questo approccio educativo?

L'attivismo pedagogico di Dewey

Cosa si intende per attivismo pedagogico

Il concetto di partenza è che è più importante insegnare ai bambini come vivere meglio nel presente, piuttosto che prepararli speculativamente per un futuro che non possiamo prevedere.

Cosa significa? In termini pedagogici, è ampiamente nota per l'enfasi che Dewey poneva sull'apprendimento esperienziale, l'apprendimento sociale e un approccio costruttivista: un apprendimento basato sull'indagine, sull'esperienza e sull'auto-apprendimento.

La sua filosofia, quindi, mette al centro il bambino che viene stimolato con esperienze di apprendimento progettate per portare all'autonomia e all'autoefficacia, con un graduale rilascio di responsabilità, pur avendo ancora bisogno di un "altro più informato" (cioè l'insegnante).

Bambini e cittadini costruttori di democrazia

Secondo Dewey la risoluzione pratica dei problemi e l'insegnamento teorico dovrebbero andare di pari passo e l'insegnamento e l'apprendimento, l'istruzione e la disciplina sono strettamente connessi alla comunità: sono parte fondamentale della la vita sociale e  l'istruzione va intesa come un processo permanente su cui è costruita la nostra democrazia.

I bambini non sono semplici ascoltatori: "sono prima di tutto interessati a muoversi, comunicare, esplorare il mondo, costruire ed esprimersi artisticamente." L'obiettivo finale è creare esseri umani dotati di buon senso, che possano partecipare alla comunità per scoprire il bene comune.

Attivismo pedagogico, caratteri generali

Alcuni aspetti di base di questo metodo quindi, non solo mettono al centro il bambino, soprattutto sin dalla prima infanzia, ma anche la scuola stessa intesa come istituzione sociale e non solo finalizzata all'apprendimento nozionistico e alla costruzione di un semplice curriculum scolastico.

Il ruolo dell'insegnante

L'insegnante non è la persona che deve trasmettere delle conoscenze, ma la guida nel processo di scoperta del fanciullo. Un adulto più informato e con maggiore esperienza in grado di essere una semplice guida e di personalizzare l'insegnamento e le proposte didattiche in base agli interessi e ai bisogni del bambino.

Le attività a scuola

In questo senso, quindi, le attività proposte partono dall'assunto che va stimolata l'intelligenza operativa (secondo la logica del Learning by doing): il bambino va incoraggiato ad utilizzare la propria intelligenza attraverso dei laboratori.

Attivismo pedagogico in Italia

Le scuole che, in Italia, mettono in pratica la teoria dell'attivismo pedagogico sono quelle improntate sul metodo Steiner, le scuole nel bosco, le scuole Montessori: tutti approcci che mettono al centro del processo di apprendimento il bambino stesso, con i suoi interessi, bisogni, curiosità, che con la guida mai invasiva dell'insegnante, viene stimolato a sperimentare, agire, creare, organizzarsi con tempi e modi, auto correggendo l'errore e assumendosi gradualmente sempre maggiori responsabilità.

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