Come motivare i figli a studiare
La motivazione allo studio non è innata. La si può coltivare, ma occorrono tempo, pazienza e allenamento. Ne parliamo con Sara Dal Cin, consulente aziendale, formatrice e facilitatrice dell'apprendimento, ideatrice del progetto studiAMOre e autrice del libro "Studiare con metodo fa la differenza".
Perché mio figlio non vuole studiare e cosa posso fare?
"Intanto il termine voglia di studiare è fuorviante. Lo studio è un dovere; col tempo poi subentra la passione, il piacere di apprendere cose nuove. All'inizio occorre comunque inquadrare l'attività dello studio in modo sistematico. A seconda dell'età il genitore può intervenire in modo più o meno rilevante, ma è sempre importante offrire il proprio supporto, porsi in ascolto e fare il possibile per valorizzare le attitudini e le potenzialità del proprio figlio. Occorre pazienza e rispetto dei tempi del bambino o ragazzo, poiché sono molteplici gli aspetti che possono determinare la propensione per lo studio, dall'esperienza scolastica (le lezioni sono stimolanti oppure no?) alle inclinazioni individuali. Oggi mantenere la concentrazione per un periodo prolungato è più difficile di un tempo e i ragazzi sono portati a ricercare una gratificazione immediata: ecco perché per imparare a studiare servono allenamento e abitudine".
Come motivare mio figlio a studiare alla scuola primaria?
"Coi bimbi più piccoli la mancanza di voglia di dedicarsi allo studio è fisiologica, è legata all'età. Quello che possiamo fare è iniziare a creare delle abitudini, un routine. Stabilire ad esempio un orario di inizio dei compiti pomeridiani e mantenerlo. Se il bimbo sa che c'è una regola stabilita è più difficile per lui dire di no. Questa strutturazione costituisce una base che tornerà utile durante l'intero percorso di studio, anche quando sarà grande".
Come motivare mio figlio a studiare alle scuole medie?
"In questa fascia di età possiamo proseguire con il metodo stabilito nei primi anni di scuola, almeno fino a quando il ragazzo non diventerà autonomo e indipendente.
Nel corso delle scuole medie, infatti, avvengono molti cambiamenti nella crescita. Possiamo aiutarlo a vivere meglio il momento dei compiti spezzettando il lavoro in micro obiettivi e stabilendo delle pause, ad esempio cinque minuti di relax ogni mezz'ora. Così è possibile ottenere una gratificazione ogni volta che si raggiunge un primo step. Ricordiamo poi che è questo il momento per lasciare andare i figli, permettendo loro anche di fallire: è fondamentale che sperimentino questa esperienza e capiscano come reagire di conseguenza".
Come motivare mio figlio a studiare alle scuole superiori?
"Quando i ragazzi sono grandi, alle scuole superiori, non gli si può più imporre una tabella di marcia: devono essere loro ad organizzarsi. Sarebbe quindi importante arrivare a questa fase con un buon background. Quello che possiamo fare in caso di difficoltà è aiutare nostro figlio a capire se ha fatto la scelta giusta per quanto riguarda l'indirizzo di studio: non è facile, una volta terminate le scuole medie, avere chiaro qual è l'ambito che incontra maggiormente i propri interessi. Poi possiamo lavorare sulle strategie di studio, ad esempio fornendo strategie per la corretta ed efficace nell'elaborazione dei testi e dei concetti, sulla capacità di sintesi, sulla formulazione di collegamenti. Anche in questa fase è importante alternare momento di lavoro e momenti di pausa, magari prolungando un po' per volta la durata dei tempi di lavoro, per allenare la capacità di concentrazione".
Come motivare mio figlio a studiare all'università?
"L'ideale sarebbe che a questo stadio i ragazzi abbiano già acquisito una buona capacità organizzativa, altrimenti potrebbero trovarsi in difficoltà in un contesto non strutturato, nel quale sono loro a dover stabilire i tempi e le modalità di studio. Li si può aiutare dunque su questo aspetto, perché l'organizzazione determina la motivazione. Senza una buona organizzazione e scansione dei tempi e delle quantità di materiali da studiare tutto appare confuso, enorme, infattibile.
Cerchiamo anche di lavorare sull'autostima e sulla fiducia".
Come spiegare ai propri figli perché è importante studiare?
"È giusto parlare con i propri figli dell'importanza dello studio, però non bisogna insistere. Occorre pazienza. Non si può imporre un metodo: si possono offrire suggerimenti che abbiano solide basi tecniche, ma lasciare ai ragazzi la sperimentazione. In fondo, a chiunque piace ricevere un complimento o un buon voto a scuola, tutti amiamo apprendere cose nuove: quello che talvolta manca è la consapevolezza che per raggiungere questi risultati è necessaria un'organizzazione e una serie di strategie concrete".
L'intervistata
Sara Dal Cin è consulente aziendale, formatrice e facilitatrice dell'apprendimento, ideatrice del progetto studiAMOre e autrice del libro "Studiare con metodo fa la differenza".