Home Bambino Istruzione

Come rendere la tua scuola una Scuola in Movimento

di Stefano Padoan - 26.01.2023 - Scrivici

scuola-in-movimento
Fonte: Shutterstock
I consigli degli esperti per una scuola in movimento, che consideri quest'ultimo come un elemento utile per la salute e l'apprendimento dei bambini

In questo articolo

Come rendere la tua scuola una Scuola in Movimento

Per migliorare i processi di apprendimento degli studenti, il movimento è fondamentale. Lo dicono le neuroscienze, ma ognuno di noi si rende conto di quanto l'attività fisica ossigeni e attivi il cervello, aumentando concentrazione e propositività. Eppure, nella scuola italiana la motricità è ancora relegata all'ora di Educazione Motoria. Ecco perché fare della propria scuola una "Scuola in Movimento" è un investimento: Raffaela Mulato e Stephan Riegger, autori di "Pronti? Facciamo Una Pausa!" (La Meridiana, 2022) ci spiegano come rendere la scuola una Scuola in Movimento.

Scuola in Movimento: cos’è

Da quest'anno l'insegnante di Educazione fisica è arrivato anche alla scuola primaria. «Non è però della necessità di professionalizzare gli insegnanti che si parla nel nostro caso - precisa subito Stephan Riegger - Non parliamo di sport, ma al contrario di rendere consapevole il sistema scolastico che il problema della salute e delle competenze motorie deve riguardare tutti gli insegnanti». La Scuola in Movimento è quindi un approccio che vede il movimento come elemento trasversale alla vita scolastica e all'apprendimento, e non come una materia specifica da relegare a un paio d'ore a settimana e delegare a un solo docente specializzato. «Anche la scienza ha capito che oggi gli studenti non sono più quelli di una volta. I ragazzi in passato erano sempre in movimento e la scuola aveva il compito di insegnare uno sport facendo così esprimere le competenze motorie, già acquisite, nei movimenti tecnici delle varie discipline».

Gli ostacoli alla Scuola in Movimento

Il modello della Scuola in Movimento vuole colmare un deficit storico nelle scienze dell'educazione, ovvero la presa d'atto della relazione forte tra movimento e apprendimento. «Lo si vede da quante ore gli studenti passano seduti al banco, dalle strutture predisposte alla motricità (solo palestre e a volte i cortili), ma soprattutto dall'obiezione più frequente all'invito di far muovere di più i ragazzi: la paura di eventuali infortuni.

In realtà il rischio di farsi male si alza quanto meno il ragazzo è abituato al movimento: tanti infortuni sono dovuti ad imperizia motoria. Recuperare invece riflessi ed equilibrio alza l'istinto di autoprotezione e riduce gli infortuni seri: un cerotto al ginocchio è meglio di una gamba rotta e molto meglio di aver inibito i movimenti di un bambino». Inoltre, dagli anni Novanta gli esperti studiano esercizi sicuri e attrezzi che facilitano il movimento anche negli ambienti chiusi».

Come rendere la scuola una Scuola in Movimento

Una Scuola in Movimento nasce seguendo un processo di coprogettazione di tempi e spazi che coinvolge sia i docenti che gli studenti, anche nella scuola dell'infanzia. «Partiamo dall'auto-osservazione da parte degli insegnanti - spiega Raffaela Mulato - e poi chiediamo ai bambini di immaginare la propria scuola a misura di movimento, chiedendosi "cosa ci posso o vorrei fare io qui". Infine, li coinvolgiamo anche nella fase di costruzione: fanno i giardinieri, pitturano, segano, inchiodano, levigano e trapanano, sempre naturalmente sotto la guida di un adulto esperto. E possono partecipare anche i genitori, che si stupiscono delle abilità dei figli e ciò abbassa la loro ansia e accresce la fiducia tra famiglia e scuola. Ci sono bambini che dopo questo lavoro hanno chiesto per Natale un trapano elettrico».

Questo metodo fa sì che allestire una Scuola in Movimento sia solo il punto di arrivo di un percorso di cittadinanza attiva, dove bambini e ragazzi sviluppano un senso critico, si prendono un compito e vedono la loro capacità di trasformare la realtà: e di quello spazio progettato da loro si prenderanno molta più cura.

Scuola in movimento: come strutturare aule e corridoi

Riorganizzare gli spazi della scuola per favorire la motricità vuol dire innanzitutto immaginare delle attività nuove da inserire nella routine scolastica.

  • Lezioni in movimento. Oltre a inserire nella giornata le Pause Attive, si possono pensare ad attività didattiche in movimento: «Le aule devono diventare spazi flessibili, dove si usa meno la frontalità. Viene subito in mente l'esplorazione della natura e dei suoi colori, ma si può imparare anche la misurazione delle aree: i bambini possono misurare con i passi e scoprire però che ognuno ha una falcata diversa. Allora si può costruire una "ruota metrica" di 1 metro di circonferenza, con un segno rosso per contare i metri. Si possono anche usare tutti i sensi per costruire una poesia collettiva o un'opera d'arte».
  • Corridoi. Gli spazi interni si possono attrezzare in vari modi, a partire dal pavimento che con opportuni disegni può suggerire salti e giochi di equilibrio. «Si possono sfruttare anche le pareti: ci sono infatti strutture per l'arrampicata orizzontale, ovvero pareti attrezzate con prese e corde che non si sviluppano in altezza ma in ampiezza, lunghe anche 10-12 metri. Sono sviluppate da studiosi di discipline sportive, pedagogisti, esperti di psicomotricità ed architetti e sono adatte per bambini fino a 12 anni. Naturalmente rispettano tutte le normative di sicurezza previste».

Come allestire il cortile della scuola in movimento

Anche gli spazi esterni possono diventare ambienti di apprendimento, utili sia per fare attività strutturate sia per il gioco spontaneo dei bambini.

«Così gli insegnanti non sono più dei "poliziotti" con il compito di sorvegliare, ma dei compagni che partecipano ai giochi». Qui le idee degli studenti sono sempre tante:

  • Dislivelli e slalom. Si può rendere più mosso il giardino creando dei dislivelli con salite e discese, ma anche "giocare" con lo sfalcio dell'erba: «Si possono creare slalom tra l'erba alta o isole collegate tra loro da corridoi. Si possono mettere tronchi e sassi per allenare l'equilibrio e giochi che usino l'acqua, l'aria e la luce, o ancora costruire un villaggio di capanne con i pallet. Questo diventa uno spazio polifunzionale a seconda del significato che gli danno i bambini, per esempio può essere un percorso di equilibrio o a ostacoli».
  • Il Cantiere in Movimento. Si tratta di uno strumento sviluppato da pedagogisti allo scopo di favorire il gioco di gruppo e la creatività. «Adatto a bambini dai 4 ai 12 anni, è composto da elementi in legno (casse, travi, assi) che sono assemblabili come mattoncini insieme a corde, tubi rigidi, tubi flessibili, cartone, teli, coperte. In questo modo i bambini collaborano costruendo percorsi e spazi sempre modificabili, seguendo una loro idea o rispondendo a una "sfida" lanciata da insegnanti ed educatori. Nel Cantiere in Movimento non si può fare nulla da solo e poi tutti insieme si verifica se il progetto è stabile e sicuro o va modificato».
  • Il Paracadute. Ideale per le scuole dell'infanzia e primarie, si tratta di un telo colorato e leggero, provvisto di maniglie sul bordo esterno per far partecipare al gioco molti bambini. «Interagire con il paracadute in vari modi i bambini prendono confidenza con il proprio fisico, l'equilibrio e le proprietà del materiale. È utilizzabile sia all'interno sia in spazi esterni e può essere combinato con altri materiali ludici, per esempio palle e dadi».

Non solo in classe: una scuola che va a piedi

Scuola in Movimento vuol dire anche mettere in relazione la scuola con la comunità educante e il territorio, creando zone protette attorno all'edificio scolastico sia per attendere l'ingresso e l'uscita da scuola sia per programmare delle brevi uscite a frequenza regolare alla scoperta della propria città.

  • Il Kilometro Quadrato Educativo. Questa idea vuole rendere possibile muoversi e giocare in autonomia in uno spazio sicuro e a misura di bambino per almeno 1 km quadrato attorno alla scuola. «Vuol dire poter andare a scuola a piedi o in bicicletta in sicurezza, connettere le scuole tra loro e con gli spazi pubblici, rendendoli nuovi ambienti di apprendimento - spiega Stephan - O ancora, aprire le scuole al quartiere e passeggiare serenamente con l'aiuto e la sorveglianza degli abitanti e dei commercianti della zona. La promozione della salute deve passare dall'appropriazione degli spazi e non da divieti». Si tratta insomma della possibilità di uscire dalla scuola non solo per andare al museo, ma anche per fare educazione stradale o frequentare il parco o la biblioteca.
  • I percorsi casa-scuola. Andare a scuola a piedi o in bicicletta è parte integrante dell'azione educativa e didattica: ai genitori è consigliato di camminare insieme ai figli almeno 10mila passi al giorno, 15 minuti a inizio e fine giornata è l'ideale. In più promuove l'autonomia e la sicurezza stradale. «Evolvendo il concetto del Piedibus (una carovana di alunni che, guidati da alcuni volontari adulti, arriva a scuola) si può proporre la mobilità dei bambini in un raggio di almeno 500 metri attorno alla scuola attraverso la regolazione del traffico (zone 30 km/h) e la chiusura temporanea all'ingresso e uscita (strade scolastiche). Ma non solo: i bambini sono protagonisti nell'individuare e realizzare punti d'incontro e percorsi urbani giocabili che poi vengono fruiti anche al sabato e alla domenica. Si dipinge per terra o si usa uno scotch telato permanente». La presenza genitoriale può così assumere via via meno il ruolo di guida e più quello della sorveglianza sottile, dove gli adulti sono solo pedoni più esperti e durante la passeggiata si crea una situazione informale e di relazione principalmente tra pari.

Gli intervistati

Raffaela Mulato e Stephan Riegger sono gli autori di "Pronti? Facciamo Una Pausa!" (La Meridiana, 2022)

Raffaela Mulato, docente di geografia, svolge attività di consulenza nel campo dell'educazione ambientale e alla cittadinanza attiva, della progettazione e della pianificazione urbanistica e ambientale partecipata. Ha fondato l'Associazione Moving School 21 (che ha 20 anni di esperienza sul movimento in classe in tutta Europa) ed è autrice di testi sulla progettazione partecipata con i bambini e sul rapporto bambini-educazione-spazio-città.


Stephan Riegger, docente presso la Facoltà di pedagogia e psicologia della Humboldt-Universitaet zu Berlin, si occupa di formazione di insegnanti, psicologi, architetti e urbanisti ed è specializzato in educazione motoria, promozione della salute, strumenti innovativi per favorire il movimento, la salute e gli apprendimenti, didattica della pianificazione partecipata, progettazione e sperimentazione del modello Moving School 21. Ha iniziato la produzione di strumenti e attrezzature per promuovere movimento e salute. Lavoro come consulente presso il Senato di Berlino per la pianificazione degli spazi pubblici e parchi e cortili scolastiche.

Crea la tua lista nascita

lasciandoti ispirare dalle nostre proposte o compila la tua lista fai da te

crea adesso

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli