Come spiegare il 25 aprile ai bambini
Il 25 aprile, la Festa della Liberazione, è una data significativa per la storia italiana, che va spiegato ai bambini e alle bambine non solo perché è un importante fatto storico da cui hanno preso forma le nostre istituzioni democratiche attuali. Si tratta infatti anche di un'occasione imperdibile per parlare in classe e a casa di temi universali come libertà e pace. Ecco i consigli delle pedagogiste Elena Urso e Marta Stella Bruzzone per spiegare il 25 aprile ai bambini della scuola dell'infanzia e della scuola primaria.
In questo articolo
Perché spiegare il 25 aprile ai bambini
«Ricordare cos'è stata la Liberazione e la Resistenza - esordisce Marta Stella Bruzzone - è fondamentale per passare il testimone della storia ai più piccoli e lasciare una traccia del nostro passato». Spiegare il 25 aprile è importante per almeno 3 motivi:
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Perché la storia riguarda anche i bambini. È preciso compito degli adulti quello di tramandare avvenimenti e idee ai propri figli: più ne parliamo, più li invogliamo a saperne di più e a porsi domande quando saranno grandi. «Non si tratta di affrontare questioni politiche, bensì di raccontare i fatti storici e instillare così una curiosità che i bambini potranno approfondire quando cresceranno. Basta partire dalla loro domanda sul perché il 25 aprile non si va a scuola: cosa si festeggia?».
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Perché sono fatti sempre più lontani nel tempo. Se fino a pochi anni fa era facile avere un nonno testimone diretto di quegli avvenimenti, ora anche gli ultimi partigiani ci stanno lasciando: «Ciò rischia di collocare quei fatti e quei concetti sempre più lontano dal vissuto e dalla quotidianità dei bambini di oggi; parlarne anche solo con una semplice lettura è sufficiente per riportare questa memoria nell'immaginario dei più piccoli».
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Perché si può
Come spiegare il 25 aprile ai bambini della scuola d’infanzia
Si può cominciare a parlare di cosa è successo il 25 aprile già alla scuola dell'infanzia.
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Raccontate una storia. «Per i bambini e le bambine di questa età - spiega Elena Urso - i dati storici non hanno senso: partite dunque dal perché si sta a casa da scuola e raccontate una storia molto semplice, parlando di buoni e cattivi e di una vittoria da celebrare. Usate molto la lettura, esistono molti libri adatti a questa fascia d'età».
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Usate molte immagini. Più che fatti reali e documenti, usate «immagini, musica e sensazioni per evocare cosa hanno vissuto le persone di allora: tra i 3 e i 4 anni usate molto il disegno, fate loro immaginare cosa sia successo e interpretare la loro idea di libertà. Ascoltate insieme la canzone "Bella ciao" che, al di là di ogni possibile strumentalizzazione, è semplicemente un documento storico».
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Attività sulla libertà. Un gioco che va bene per i bambini di 5 anni è stare 5 minuti fermi immobili sulla sedia, fin quando la maestra non passa a toccare i bambini per liberarli.
«Questa attività spiega in maniera molto immediata e corporea, cioè nel linguaggio che meglio comprendono a questa età, la sensazione di costrizione fisica e, di conseguenza, perché una liberazione è proprio qualcosa da festeggiare».
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Attività sul conflitto. «Parlare di conflitto è più difficile, poiché noi adulti stessi non lo facciamo vivere bene ai bambini o glielo nascondiamo. In realtà sarebbe sano vedere che anche i genitori fanno pace dopo una discussione) come anche non dire subito "non litigare con il tuo compagno" quanto piuttosto "prova a risolvere la cosa insieme a lui". Fare un gioco di ruolo dove simulare un litigio tra loro, anzi, può aiutare per parlare di guerra: "Come mai litigate e cosa succede quando si litiga? E come si fa la pace? Ci si chiede scusa e si fanno accordi"».
Come spiegare il 25 aprile ai bambini della scuola primaria
Alla scuola primaria si possono introdurre attività più elaborate a seconda della fascia d'età.
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6-7 anni. Anche a 6-7 anni i bambini devono ancora apprendere il senso del tempo: «Un avvicinamento alla storia - suggerisce Elena Urso - però può essere fatto chiedendo ai nonni di raccontare la loro esperienza, oppure portando in classe o fotografando degli oggetti di famiglia che parlano di quel periodo. Non è ancora la storia con la S maiuscola, ma i documenti toccano la loro concretezza e stimolano il loro apprendimento, testimoniando una storia reale, quella della propria famiglia, che li introduce in un tempo più grande di loro».
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7-8 anni. La lettura è sempre un canale privilegiato per i bambini: «Vanno benissimo anche albi illustrati e fumetti, se poi ci sono come protagonisti dei bambini la loro identificazione sarà ancora maggiore. Si possono però introdurre anche testimonianze dal vivo di persone o video (consiglio di massimo 30 min), avendo l'accortezza di interrompere di tanto in tanto la visione per interagire con i ragazzi e fissare i concetti».
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8 anni. Da questa età si studia la storia e si possono introdurre, oltre alle testimonianze, anche molte più informazioni: «Per rendere più interattiva la spiegazione del conflitto, costruite con loro una mappa semplificata (senza eccedere in dettagli geografici) per descriverne le fasi; e portateli a visitare i luoghi della memoria nella propria città, o fatelo in modo virtuale: di quelle targhe e monumenti, magari osservati fin da piccoli, spesso i bambini non conoscono ancora il significato».
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9-10 anni. Il racconto storico del 25 aprile può essere completo di date e avvenimenti precisi, ma si può proporre qualcosa in più: «Coinvolgerli in una rappresentazione teatrale sarebbe il modo migliore per far vivere concretamente ai ragazzi quegli avvenimenti sulla loro pelle, perché la distanza temporale per le nuove generazioni inizia a farsi significativa».
Libri e film per spiegare il 25 aprile ai bambini
Libri per la scuola dell'infanzia.
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"Fulmine, un cane coraggioso" di Anna e Michele Sarfatti e illustrazioni di Giulia Orecchia (Mondadori, 2011).
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"Di che colore è la libertà?" di Roberto Piumini (Mondadori, 2021).
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"Bella ciao" illustrato da Paolo Cardoni (Gallucci, 2004).
Libri e film per la scuola primaria.
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"Una partigiana di nome Tina" di Anselmo Roveda e illustrato da Sandro Natalini (Coccole Books, 2010).
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"La giacca rossa" di Nadia Bellini e illustrato da Elena Baboni (Negretto Editore, 2010).
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"Il sentiero dei nidi di ragno" di Italo Calvino (Mondadori, 1947).
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Il partigiano Johnny (2000, regia di Guido Chiesa).
Le intervistate
Elena Urso è pedagogista dello Studio Rossini Urso (assieme alla collega Elisabetta Rossini). È autrice di numerosi libri dedicati alla genitorialità, tra cui "I genitori devono essere affidabili, non perfetti" (Edizioni Edicart, 2015) e "Dudù e la torcia magica" (Edizioni Edicart, 2019).
Marta Stella Bruzzone è pedagogista e autrice, insieme alla psicologa e psicoterapeuta Sara Luna Bruzzone, del sito mammechefatica. Sulla pagina Facebook del sito si trovano dei videotutorial di consigli per i genitori.