La fine della scuola per un bambino può essere l'inizio del poltrire. Eppure le vacanze estive possono essere il momento giusto per imparare e fare cose nuove con tutta la famiglia. Ma per far combaciare attività di svago e riposo, c'è bisogno di trovare il giusto posto anche per i compiti delle vacanze! Altrimenti, si rischia di arrivare a settembre e di dover ancora iniziare il noto libro delle vacanze. Come organizzarsi? Lo abbiamo chiesto alla dottor Angela Maluccio, psicologa ed educatrice.
«La vacanza è fondamentale perché aiuta a staccare la spina e rilassarsi, ma è pur vero che il periodo di chiusura dalla scuola è molto lungo e si rischia di dimenticare i concetti appresi durante l’anno, ad esempio le tabelline e le lingue, pertanto ritengo utile assegnare dei compiti durante l’estate».
«L’importante per il bambino è che il riaprire i libri non sia vissuto come un peso all’interno di un momento piacevole per tutta la famiglia. Per evitare che ciò accada è bene essere organizzati e stabilire con i figli, in largo anticipo, già alla chiusura della scuola, tempi e modalità con cui si svolgeranno i compiti. Potrebbe sembrare un momento pesante e con la stanchezza da chiusura dell’anno essere facilmente rimandato, ma credo sia la chiave per una estate serena. In fondo, prevenire è sempre meglio che curare!».
1. Quando iniziare a fare i compiti
«Rimanendo al passo con il calendario delle attività estive (mare, gite, centri estivi), scegliere il periodo in cui iniziare a fare i compiti. Si può stillare un calendario con degli obiettivi da raggiungere man mano nel corso dell'estate».
2. Gli orari
«C’è chi preferisce studiare la mattina, chi la sera, chi il pomeriggio. Credo che si possa scegliere in base alla preferenza del bambino e alla sua capacità di concentrazione, un orario consono e costante».
4. Spazi liberi
«Questi potrebbero essere dovuti alla noia o al brutto tempo. In questi casi si può proporre al bambino di leggere un libro. Sarebbe meglio leggerlo con lui in modo che diventi un’attività piacevole e condivisa, o si può fare qualche esercizio di matematica insieme. Cosa ancora più divertente potrebbe essere improvvisare una divertente conversazione in inglese. Il criterio è, comunque, farli in un clima quanto più possibile creativo e piacevole, in modo che il fare i compiti non diventi un assillo condiviso».
5. Non più di due ore al giorno
«Uno sbaglio da non fare è sicuramente quello di sovraccaricarli, anche loro sono in vacanza, quindi è meglio non incalzare troppo».
6. Il premio
«Naturalmente, per ottenere dei risultati bisogna anche essere riconoscenti, se il bambino rispetta il calendario e le piccole scadenze che si sono prefissate è bene che gli venga riconosciuto un piccolo premio: un gelato con gli amichetti, un pomeriggio in piscina, etc. Questo non potrà essere che un ulteriore incentivo a collaborare».
7. Ripasso
«Se si parte per un periodo prolungato (dove è bene lasciare i compiti a casa) è preferibile prevedere un ripasso al rientro del viaggio, un paio di settimane prima che inizi la scuola. Il rientro a scuola senza un seppur minima preparazione risulta maggiormente traumatico, e si corre il rischio di arrivare impreparati contenutisticamente e psicologicamente con la testa ancora in vacanza».
«Scegliere già alla chiusura della scuola, con il bambino il momento e le modalità di svolgimento non vuol dire lasciare tutto al caso o improvvisare, ma stipulare da subito delle regole. L'importante è che siano concordate, affinché i figli si assumano le responsabilità rispetto ai compiti stessi e non vivano la regola come una imposizione genitoriale».
Ciò non vuol dire che non sarà dura per loro riaprire i libri, «ma almeno non vivranno con l’ansia dei compiti tutta l’estate, si rilasseranno e potranno pensarci solo quando concordato, rendendo ancor di più».
«Alternate, comunque, autorevolezza e flessibilità: regolare i compiti con comandi chiari e coerenti, ma mettendo nel piatto una buona dose di creatività e piacevolezza».
Aggiornato il 22.05.2018