Si sente parlare sempre di più di cyberbullismo. Ma, esattamente, di cosa si tratta? E quali sono le differenze con il bullismo? Come prevenirlo e come aiutare i bambini o i ragazzi che ne sono vittima? Abbiamo realizzato un approfondimento al riguardo, per spiegare di cosa si tratta e per chiarire tutti i dubbi.
Cyberbullismo, cos'è
Cyberbullismo, cos'è e in cosa differisce dal bullismo
Cos'è il cyberbullismo? Lo abbiamo chiesto a Michele Facci, psicologo e formatore, che si occupa del rapporto mente-tecnologie e che è co-autore del libro "Cyberbullismo" (Mauro Berti, Serena Valorzi, Michele Facci, Reverdito Editore).
«La differenza tra bullismo e cyberbullismo è il luogo dove questo accade. I bulli agiscono nel mondo reale, i cyberbulli online. Si tratta di una differenza importante, poiché, pur soffrendo, «quando rientra a casa, la vittima di bullismo si sente protetta. Chi, invece, è vittima di attacchi in rete, non si sente mai al sicuro, perché attraverso la mail o il telefono è sempre raggiungibile».
Il cyberbullismo è dunque più pervasivo e può essere più grave del bullismo poiché, in alcuni casi, «gli attacchi possono essere anonimi. Quindi la vittima ignora anche chi sia il suo carnefice, sentendosi ancora più sola e disperata».
Inoltre, il cyberbullismo è anche più impattante, ma non solo dal punto di vista psicologico, poiché vi sono anche delle ricadute legali gravi da tenere in considerazione.
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Cyberbullismo (e bullismo), cosa si nasconde dietro?
Quali sono le cause più complesse del cyberbullismo? Abbiamo intervistato il filosofo Fabrizio Spagnol, autore del libro Cosa si nasconde dietro il bullismo. Saggio sulla formazione complessa (Meltemi Editore), che ci ha spiegato le cause all'origine del bullismo, riassumibili nel concetto di "sgretolamento del Maestro", o meglio nella fine di quella legge simbolica attraverso cui il ragazzo diventava gradualmente un essere umano responsabile e appartenente alla comunità.
Per affrontare una situazione che sta diventando sempre più delicata e insostenibile, occorre, secondo l'autore, fare luce sul clima sociale di prepotenza sempre più invasivo, nel quale bulli e vittime agiscono inconsapevolmente.
«Ora che il futuro non offre nessuna garanzia, e che il padre non rappresenta più un modello ideale, il bullismo come esibizione di virilità diventa un modo per ristabilire chiari e ordinati rapporti di forza messi in discussione dai cambiamenti sociali (famiglie mononucleari, riequilibrio dei rapporti di potere fra uomo e donna)», ha affermato Spagnol.
«Quella del bullo è la fisiologia dell'uomo contemporaneo nell'epoca del capitalismo finanziario e della società dello spettacolo, sospeso in un'adolescenza infinita e proprio per questo disabitata, che non trova nella società né un contenitore né un vero spazio di ascolto. Oggi si cresce tutti come figli unici (anche se si ha fratelli), e il bullismo ha a che fare con i complessi che si sviluppano sul piano della fratellanza, e soprattutto nell'adolescenza quando si rimette tutto in gioco».
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Cyberbullismo, che cosa dice la legge e le conseguenze
La legge n.71/2017 sul cyberbullismo consente ai minori di chiedere l'oscuramento, la rimozione o il blocco di contenuti, a loro riferiti e diffusi per via telematica, che ritengono essere atti di cyberbullismo (ad esempio, foto e video imbarazzanti o offensive, oppure pagine web o post sui social network in cui si è vittime di minacce, offese o insulti, ecc.).
Le richieste di cancellazione dei contenuti vanno inviate al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media dove sono pubblicate le informazioni, le foto, i video, ecc. ritenuti atti di cyberbullismo. L'istanza può essere inviata direttamente dal minore con più di 14 anni oppure da chi esercita la responsabilità genitoriale.
Cyberbullismo: come riconoscerlo e come prevenirlo
I sintomi del cyberbullismo
Come si può capire se il bambino è una vittima di bullismo? Lo psicologo Michele Facci ha affermato che, quando sono vittime di bulli, «normalmente, i ragazzi entrano in una fase ansiosa-depressiva, non vogliono andare a scuola e spesso lamentano malesseri fisici, come mal di pancia o mal di testa.
Un cambiamento che, spesso, è repentino e che avviene in assenza di altre spiegazioni: tutto d'un tratto il bambino parla di meno, è depresso e triste. Tutti segnali che devono far scattare un campanello d'allarme nei genitori che devono chiedergli quale sia il problema, per evitare che si senta solo e che per disperazione arrivi a commettere anche gesti estremi».
Dunque, attenzione all'umore e ai comportamenti dei vostri figli.
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Cyberbullismo, come prevenirlo
Purtroppo, dietro la tecnologia non vi sono solo potenzialità, ma anche rischi. Tra privacy, dati personali nessuno è al sicuro.
È opportuno che i bambini e i ragazzi ricevano dai genitori una corretta educazione all'uso della tecnologia e i giusti strumenti per fronteggiare i pericoli di internet.
I genitori, per sensibilizzare i figli sui rischi legati a un uso sbagliato del web, possono seguire i seguenti suggerimenti.
- Spiegare che la vita reale e quella virtuale si compenetrano
Non basta nascondersi dietro a uno schermo o dietro a un nickname: si hanno sempre responsabilità nei confronti degli altri. Per la Polizia Postale diffondere i dati personali di persone senza il loro consenso può essere un illecito grave e può arrivare a scoprire chi si nasconde dietro a un nickname. - Mettere al corrente di furti di identità e reputazione.
Se si diffondono online informazioni della vita offline (indirizzo, nome, cognome, numero di telefono, scuola), è possibile che si subiscano furti di identità o che si venga contattati da persone che non è detto abbiano buone intenzioni. - Spiegare che non bisogna accettare "caramelle dagli sconosciuti".
Bisogna dire ai figli che è meglio non dare troppa confidenza a qualcuno conosciuto sul web, rilevando dati personali. - Mettere in guardia dai rischi del sexting e del cyberbullismo.
Potrà anche essere divertente scattare foto e condividerle (magari sexy!), ma se queste sono mandate sui social o sui sistemi di messaggistica instantanea, non è sicuro che siano tenute private, anzi. Chi le ha ricevute potrebbe ricondividerle, anche andando contro la volontà del soggetto.
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Per prevenire il cyberbullismo, è importante anche:
- Essere presenti per i figli. Cercate di monitorare ciò che i vostri ragazzi fanno a scuola e a casa, e dite loro sempre che su di voi possono contare.
- Mantenete con loro un buon rapporto. Per fare in modo che i ragazzi si fidino di voi e si confidino nel momento in cui dovessere avere dei problemi, dovete mantenere un buon rapporto con loro.
- Parlare di cyberbullismo. Infine, è molto importante spiegare che esiste il cyberbullismo, come funziona e come difendersi. «Consiglio di farlo già ai bambini di 7-8 anni, che cominciano a usare il computer, per iniziare già a capire che dentro a internet ci sono sia cose belle, sia sbagliate: come gli insegniamo a non prendere le caramelle dagli sconosciuti, dovremo anche educarli a non parlare con gli sconosciuti online», afferma Michele Facci.
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Cyberbullismo, come difendersi e come aiutare le vittime
Cyberbulli a scuola, come difendersi
Per mettere a tappeto i cyberbulli, realizzando una rete più sicura per i vostri figli, occorre che voi, genitori, impariate a usare al meglio le nuove tecnologie.
Abbiamo intervistato Teo Benedetti, esperto digitale, che ci ha suggerito alcuni consigli per insegnare ai propri figli come mettere al tappeto eventuali cyberbulli. Ecco alcune indicazioni.
- Studiate la tecnologia che date in mano ai vostri figli. Mettere in mano un Iphone 6 a vostro figlio di 11 anni non è la stessa cosa di dargli una playstation. Gli strumenti tecnologici sono potenti: prima di regalare un nuovo smartphone a vostro figlio, studiatelo, informatevi sulle sue potenzialità e caratteristiche.
- Date sempre il buon esempio. Il modo migliore per avviare il vostro bambino a un uso consapevole della tecnologia è la condivisione: provate a sfruttare insieme alcune app dello smartphone o a capire insieme come funziona un social network. Grazie al passaparola, le informazioni che date a lui arriveranno anche al suo gruppo.
- Osservate molto. Dovete imparare a essere attenti senza dare troppo nell'occhio: osservate vostro figlio quando ha in mano il telefonino. Concentratevi soprattutto sulle sue espressioni, sulle reazioni immediate dopo che ha dato un'occhiata allo schermo. Imparate anche a conoscere i suoni delle diverse notifiche: un messaggio di WhatsApp "suona" in maniera diversa da uno di messanger o da una notifica Twitter. Se vedete che dopo una particolare notifica si rabbuia, provate a domandargli chi ha scritto, e prestate attenzione se l'episodio è ricorrente.
- Educate con la netiquette. Spiegate a vostro figlio che anche in Rete c'è un codice di comportamento di buona educazione: si chiama netiquette e ha alcune regole. Il maiuscolo, ad esempio, equivale a urlare, dunque non si scrivono messaggi tutti in maiuscolo. Spiegate che i social network sono come un grande bar sotto casa pieno di sconosciuti: ci metteremmo mai a gridare a tutti come ci sentiamo, che voti abbiamo preso, di chi siamo innamorati, chi non sopportiamo?
- Curate il tono. Uno dei grossi problemi della Rete e una delle cause per cui spesso nascono attacchi che degenerano nel cyberbullismo (critiche esagerate, prese in giro, fotomontaggi, ecc.) è che nel mondo digitale non esiste il "senso del tono". Una frase che di persona, complice lo sguardo o la modulazione della voce, può essere una innocente presa in giro, in rete è percepita in maniera ampliata.
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Inoltre, se si sospetta che il proprio figlio subisca cyberbullismo, secondo Alberto Rossetti, psicanalista e psicoterapeuta e autore del libro Nasci, cresci e posta, è fondamentale porsi in ascolto del ragazzo e soprattutto non giudicarlo, altrimenti non parlerà.
«È dannoso partire in quarta con reazioni o azioni dimostrative di qualsiasi tipo, perché il bambino in classe deve tornarci».
Non bisogna mai agire da soli, è importante coinvolgere gli educatori che fanno parte delle vita del ragazzo, per valutare la situazione con più lucidità. «In primo luogo bisogna quindi comprendere l'effettiva gravità e pericolosità dell'atto subito, perché una singola offesa decontestualizzata può sembrare qualcosa di diverso da quello che è. Bisogna entrare in una dimensione di confronto, coinvolgendo anche gli insegnanti».
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Cyberbullismo, come aiutare le vittime
Se ci si accorge che il bambino è vittima di cyberbulli, ci sono diverse cose che i genitori possono fare per aiutarlo:
- Agire con delicatezza. «È molto importante che i genitori aiutino i loro figli intervenendo con delicatezza. È inutile, ad esempio, che li incitino a reagire, perché per loro è impossibile farlo. Al contrario, bisogna trovare un equilibrio cercando di aprire un dialogo con loro, capendo ciò che gli sta accadendo e rendendoli in grado di gestire le relazioni che hanno con gli altri pari», ha affermato Serena Costa, psicologa dell'infanzia e autrice della guida Tutti insieme contro il bullismo.
- Instaurare una comunicazione affettiva. È importante che questa comunicazione sia affettiva e che non sia un interrogatorio: solo così conquisterete la fiducia del proprio bambino e lo farete aprire.
- Non fare da soli. Allo stesso tempo, non sostituitevi ai figli andando a parlare direttamente con i bulli, perché lo sminuirebbero aggravando ancora di più la situazione e comunicandogli che non è in grado di farcela da solo.
- Avere un atteggiamento collaborativo. «Quello che si può fare è parlare direttamente con il bambino, poi con i genitori del bullo, ma con un atteggiamento collaborativo, e solo dopo andare a parlare con gli insegnanti e, nel caso in cui non fosse sufficiente, andare fino dal dirigente scolastico. Infine, è necessario ricordare che è possibile anche rivolgersi alle Forze dell'Ordine per fare denuncia. Questa però deve essere considerata l'ultima strada percorribile», afferma l'esperta.
- Rivolgersi a degli esperti. Nei casi più gravi occorre consultare gli esperti, perché favoriscano una collaborazione con la scuola oppure affinché aiutino il bambino ad aumentare e rafforzare le sue risorse nei confronti dei bulli.
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Cosa potete fare se vostro figlio è vittima di bullismo?
Secondo la legge 71/2017 si può chiedere la cancellazione dei contenuti on line ritenuti causa del cyberbullismo.
Le richieste di cancellazione dei contenuti vanno inviate al titolare del trattamento o al gestore del sito internet o del social media dove sono pubblicate le informazioni, le foto, i video, ecc. ritenuti atti di cyberbullismo. L'istanza può essere inviata direttamente dal minore, se ha più di 14 anni, oppure da chi esercita la responsabilità genitoriale.
Il titolare del trattamento o il gestore del sito internet o del social media che ospita i contenuti ritenuti offensivi risponde ed eventualmente provvede alla richiesta di eliminazione nei tempi previsti dalla legge. Nel caso la richiesta non venga soddisfatta, ci si può rivolgere al Garante per la protezione dei dati personali, che entro 48 ore provvede in merito alla segnalazione. Nei confronti di chi non rispetta le misure disposte dall'Autorità potranno essere applicate le sanzioni previste dal Codice privacy. Per inoltrare le segnalazioni si può utilizzare il modello disponibile su www.garanteprivacy.it/cyberbullismo, inviandolo via e-mail a: cyberbullismo@gpdp.it.
Bulli: perché lo si diventa?
Perché alcuni bambini diventano bulli e altri no?
Secondo quanto sostiene Paola Vinciguerra, psicologa, presidente dell'Associazione Europea Disturbi da Attacchi di Panico (Eurodap), sulla base di un'indagine eseguita su un gruppo di 600 persone intervistate via internet sul fenomeno del bullismo, si rischi di crescere un bullo se si trascorre poco tempo con lui, se non gli si danno regole e se ha la possibilità, magari, di usare molti videogiochi violenti.
Secondo la Vinciguerra «le cause degli atteggiamenti aggressivi tipici del bullismo sono da ricercare nella sfera familiare innanzitutto, poi in quella scolastica e istituzionale. Quando c'è bullismo, si passa troppo poco tempo con i figli per trasmettere codici morali di stile di vita e per capire i loro disagi cercando di rassicurarli».
«Le istituzioni - continua Vinciguerra - dovrebbero vigilare su tutto ciò che gira in rete senza controllo e sulla commercializzazione di videogiochi dai contenuti aggressivi. Inoltre dovrebbero affiancare i genitori con corsi di supporto e intervenire consultandosi con professionisti del settore».
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Tuo figlio è un bullo: cosa fare?
Serena Costa, psicologa infantile e autrice della guida Tutti insieme contro il bullismo, ha affermato che «se è un bambino prepotente, deve per forza avere ragione e ottenere tutto ciò che vuole, è preda di crisi di rabbia e non accetta i limiti, utilizzando l'aggressività o la forza fisica per farsi valere», allora questi potrebbero essere segnali che indicano che è un bullo.
«In molti casi, un bambino bullo ripete le strategie di dominio che ha visto e imparato in famiglia. Ma può anche essere che sia stato una vittima di bullismo e che da allora si sia messo a imitare i suoi aguzzini», precisa l'esperta.
Non è semplice accorgersi da soli che il proprio figlio è un bullo: «E anche quando ce ne rendiamo conto, non è semplice accettarlo» prosegue la dottoressa.
Ma se la situazione è chiara, ecco alcune cose da fare:
- Bisogna intervenire facendosi aiutare dagli adulti di riferimento nei luoghi che frequenta il ragazzo: ad esempio la scuola e i contesti sportivi.
- Occorre collaborare con gli altri adulti, senza mettersi sulla difensiva. La difficoltà infatti è quella di assumere un atteggiamento di collaborazione, senza mettersi troppo sulla difensiva nei confronti dei figli, facendo loro capire che si devono assumere le proprie responsabilità.
- Allo stesso tempo, però, è bene che i genitori aprano un dialogo con i loro figli per capire le loro ragioni.
- E occorre far ragionare i bambini sugli effetti dei propri comportamenti.
- «Quando se ne sente l'esigenza, poi, è bene rivolgersi a dei professionisti, che possano aiutare sia i ragazzi, ma anche i genitori», dichiara l'esperta.
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Bullismo: Giornata Nazionale, frasi e citazioni
7 febbraio, Giornata Nazionale della lotta al bullismo e al cyberbullismo
Il 7 febbraio 2018 e 2019 è stata celebrata la giornata nazionale contro il bullismo, in concomitanza con la Giornata europea della sicurezza in rete («Safer Internet Day»). Anche il 7 febbraio 2020 sarà dedicato alla lotta contro il bullismo e il cyberbullismo.
In tutta Italia vengono generalmente organizzate numerose iniziative per sensibilizzare la popolazione su queste tematiche sempre più diffuse e che costituiscono un una problematica sempre più complessa tra i giovanissimi.
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Bullismo e cyberbullismo, frasi e citazioni
Ecco alcune significative citazioni di personaggi famosi contro il bullismo.
- «I bambini non nascono bulli, ma viene insegnato loro ad esserlo». Matt Bomer, attore impegnato nella lotta contro l'omofobia.
- «È facile diventare la preda di un bullo, bastano un paio di occhiali, oppure l'apparecchio ai denti, qualche chilo in più, o dichiararsi gay o lesbica. Dico sempre che nasciamo liberi e senza pregiudizi fino all'età della pubertà. Poi, per il resto della nostra vita, cerchiamo di curare le ferite che ci siamo procurati in quel periodo». Conchita Wurst, cantante e icona del movimento per diritti LGBT.
- «Si prova una vergogna tremenda ad essere vittima di bullismo, perché ad un certo punto cominci a pensare che ci sia un motivo per cui sei stato preso di mira». Matt Reeves, regista e sceneggiatore.
- «Molti adulti preferiscono non immischiarsi nelle storie di bullismo, considerandole sciocche questioni di poco conto oppure necessari esercizi di sopravvivenza al quale il debole deve necessariamente sottoporsi per diventare un adulto capace di navigare nelle tempeste della vita». Alberto Pellai, medico e psicoterapeuta dell'età evolutiva.
Infine, di seguito trovate alcune frasi sul bullismo e sul cyberbullismo che vi faranno riflettere.
- «Il Bullo è solo un pallone gonfiato. Sgonfiamolo».
- «È facile prendersela con i più deboli. E se domani il debole fossi tu?».
- «Sbulloniamoci».
- «Non è grande chi ha bisogno di farti sentire piccolo».
- «Il bullismo è tossico. Uccide».
- «Se non ci sono eroi per salvarti, allora sii tu l'eroe...».
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