Dopo anni di tira e molla tra accontonamenti ed applicazioni blande, Educazione Civica è ufficialmente una materia scolastica curricolare - sebbene trasversale - con tanto di voto (anzi, giudizio) in pagella che può influenzare la valutazione complessiva di fine anno. Ma quali sono i motivi che hanno spinto il MIUR a introdurre una nuova materia? Perché sarà una materia "particolare"? E come verrà insegnata?
Ecco una sintesi delle Linee Guida pubblicate dal Ministero della Pubblica Istruzione lo scorso giugno
Perché insegnare Educazione Civica?
Come si legge nel documento diffuso dal MIUR, l'introduzione della nuova materia è data dalla necessità di adeguare l'insegnamento scolastico alle nuove norme, favorendo la formazione di cittadini più consapevoli del ruolo delle istituzioni che regolano la nostra società.
Insomma, la scuola italiana vuole che i ragazzi comprendano fin dai primi anni concetti chiave come "diritti", "legge" o "cittadinanza".
«Nell'articolo 7 della Legge - cita l'introduzione alle Linee Guida del MIUR - è affermata la necessità che le istituzioni scolastiche rafforzino la collaborazione con le famiglie al fine di promuovere comportamenti improntati a una cittadinanza consapevole, non solo dei diritti, dei doveri e delle regole di convivenza, ma anche delle sfide del presente e dell'immediato futuro, anche integrando il Patto educativo di corresponsabilità ed estendendolo alla scuola primaria».
Chi la insegnerà?
Nel documento l'Educazione Civica viene definita come una materia trasversale a più discipline cui dovranno essere dedicate almeno 33 ore all'anno e che verrà introdotta per ogni grado d'istruzione, dalla scuola primaria alla secondaria.
Ciò significa che non ci sarà un professore deputato esclusivamente all'insegnamento della materia. Tale compito verrà svolto da uno o più docenti in modo complementare alla propria materia di competenza. Questo perché i contenuti di Educazione Civica coinvolgono tantissimi aspetti della nostra società - dal Diritto alle questioni ambientali - e dunque si è scelto di non relegarli ad un'unica figura educativa, così da rispettarne le molteplici sfumature.
Per chiarirci l'idea di fondo, la Linee Guida ci forniscono anche alcuni esempi pratici:
«Per fare solo alcuni esempi, "l'educazione ambientale, sviluppo ecosostenibile e tutela del patrimonio ambientale, delle identità, delle produzioni e delle eccellenze territoriali e agroalimentari" e la stessa Agenda 2030, cui fa riferimento l'articolo 3, trovano una naturale interconnessione con le Scienze naturali e con la Geografia».
Invece «l'educazione alla legalità e al contrasto delle mafie si innerva non solo della conoscenza del dettato e dei valori costituzionali, ma anche della consapevolezza dei diritti inalienabili dell'uomo e del cittadino, del loro progredire storico, del dibattito filosofico e letterario».
Cosa s'insegnerà?
Le Linee guida si sviluppano intorno a tre nuclei concettuali individuati come i "pilastri" della Legge cui possono essere ricondotte tutte le diverse tematiche declinabili neli differenti campi di studio
- COSTITUZIONE: diritto (nazionale e internazionale), legalità e solidarietà
«La conoscenza, la riflessione sui significati, la pratica quotidiana del dettato costituzionale rappresentano il primo e fondamentale aspetto da trattare». Per rispettare tale principio, dunque, gli studenti tratteranno argomenti come la Costituzione, le Autonomie Locali, gli Enti Territoriali, la nascita degli organi internazionali (UE, ONU ecc...) e tutti i concetti cardine della vita "civile" dell'individuo all'interno di una società. - SVILUPPO SOSTENIBILE: educazione ambientale, conoscenza e tutela del patrimonio e del territorio
Improntata sugli obiettivi dell'Agenda 2030 - una lista stilata dall'ONU per individuare gli obiettivi da perseguire entro il 2030 per migliorare il pianeta - questa "macro-tematica" sìinteresserà non solo della salvaguardia dell'ambiente e delle risorse naturali, ma anche la costruzione di ambienti di vita, di città, la scelta di modi di vivere inclusivi e rispettosi dei diritti fondamentali delle persone (es: la salute, il diritto ad essere nutriti ecc...) - CITTADINANZA DIGITALE
«Per "Cittadinanza digitale" deve intendersi la capacità di un individuo di avvalersi consapevolmente e responsabilmente dei mezzi di comunicazione virtuali». Dunque i ragazzi verrano educati alla conoscenza dello strumento virtuale (Internet, i social e le loro logiche) nonché all'approccio consapevole verso di esso.
La scelta del docente incaricato
Un po' più intricata è invece la questione riguardante la scelta formale degli insegnanti che andranno a trattare la nuova materia.
L'organo decisionale deputato è il collegio dei docenti che dovrà valutare le proposte degli stessi docenti o del consiglio di classe. In caso di più incaricati, si dovrà scegliere anche un coordinatore.
Il Ministero però prevede una quota d'autonomia del 20% per l'organizzazione interna di ogni istituto. Questo vuol dire che ogni scuola può scegliere di sfruttare tale quota per istituire ore specifiche di Educazione Civica all'interno del calendario delle lezioni, affidandone l'insegnamento ad un singolo docente, come se fosse una materia a sé. In questo caso però, il MIUR specifica che dovranno essere comunque garantite la "trasversalità" e la "corresponsabilità collegiale dell'insegnamento" all'interno del corpo docente.