Ogni anno, nel mese di marzo e in quello di settembre, arriva il giorno dell'equinozio, durante il quale il giorno e la notte hanno la stessa durata. Ma che significato ha il termine, e perché accade?
E poi: che differenza c'è con il solstizio, altro evento che avviene due volte l'anno e che ha - a sua volta - a che fare con il rapporto tra il nostro pianeta e il Sole?
Ecco una spiegazione semplice per raccontare questi eventi ai più piccoli.
Che cos'è l'equinozio?
L'equinozio è un evento che avviene due volte all'anno, e che dà il via alla stagione primaverile e a quella autunnale. Il termine viene dal latino aequinoctium, parola composta da aequus, che significa "uguale" e nox, che significa "notte".
La peculiarità più evidente di questo evento sta nel fatto che la notte e il giorno, in queste due date, hanno all'incirca la medesima durata, intorno alle dodici ore.
Come detto, sulla Terra ci sono due equinozi ogni anno: uno intorno al 20-21 marzo e un altro intorno al 22-23 settembre. A volte, gli equinozi sono detti "equinozio di primavera" ed "equinozio d'autunno", anche se le stagioni sono invertite tra i due emisferi del nostro pianeta. Così, quello che in Italia, in Francia, negli Stati Uniti o in Cina è l'equinozio di primavera, è contemporaneamente l'equinozio d'autunno nel Sud del mondo (ad esempio in Argentina, in Australia, in Sudafrica...).
Perché avviene l'equinozio?
La premessa astronomica alla base degli equinozi sta nell'inclinazione con la quale la Terra orbita intorno al Sole. Il pianeta sul quale abitiamo non si muove infatti in maniera "dritta" rispetto alla stella che ci dà luce e calore, ma in una maniera inclinata di circa 23,5 gradi.
Questo fa sì che le varie regioni del nostro pianeta ricevono più o meno raggi solari in diversi periodi dell'anno, a seconda della posizione del pianeta nella sua orbita.
Nei giorni di equinozio, semplicemente, l'asse di rotazione terrestre si trova perpendicolare alla direzione dei raggi solari e quindi in ogni punto dove il Sole supera l'orizzonte la durata diurna è uguale a quella notturna.
Un osservatore sull'equatore, quindi, vedrà in quei giorni il Sole sorgere e tramontare all'Est e all'Ovest geografico, e a mezzogiorno essere esattamente allo Zenit. Il centro del disco solare sarà sopra l'orizzonte per dodici ore consecutive, mentre in altri periodi dell'anno ci starà per più ore (dalle dodici in su) o per meno ore (dalle dodici in giù).
L'equinozio di primavera
L'equinozio che avviene tra il 20 e il 21 marzo viene detto "di primavera", perché nella metà settentrionale del pianeta, in quei giorni inizia la stagione primaverile. Tuttavia, sarebbe più corretto e "universale" chiamarlo "equinozio di marzo", dal momento che nella parte meridionale del pianeta, in quei giorni, inizia invece la stagione autunnale.
L'equinozio di marzo, che viene anche detto punto dell'Ariete, punto vernale o punto gamma, cade spesso il giorno 20 e, a partire dal 2044, capiterà anche il 19 marzo, a causa dell'organizzazione dei giorni bisestili nel calendario gregoriano che, non coincidendo esattamente con l'anno siderale, ha causato un progressivo spostamento di un giorno di tutti gli avvenimenti celesti, fino al prossimo riallineamento, previsto nel 2100.
L'equinozio di marzo segna anche il momento di passaggio da un minore a un maggiore periodo di insolazione durante la giornata rispetto a quello di buio: in pratica, le giornate si allungano, anche se soltanto nell'emisfero boreale.
L'equinozio d'autunno
L'equinozio che cade a settembre di ogni anno (e che, come abbiamo visto, corrisponde all'equinozio d'autunno nell'emisfero boreale - il nostro - e a quello di primavera in quello australe) viene anche chiamato punto della Bilancia o punto omega.
Questo equinozio cade intorno al 23 settembre, ed è quindi un poco più tardivo rispetto a quello di marzo.
Il motivo di questo "ritardo" è presto detto, e deriva anch'esso da motivazioni astronomiche: il moto di rivoluzione della Terra intorno al Sole (il cosiddetto anno siderale) risulta infatti leggermente più lento in prossimità dell'afelio terrestre (a luglio), a motivo e per effetto della seconda legge di Keplero.
In maniera opposta rispetto a quanto accade dopo l'equinozio di marzo, dopo l'equinozio di settembre le giornate si accorciano: il periodo di luce solare nell'emisfero Nord del pianeta (Italia compresa) diventa infatti più breve di quello di buio, mentre in quello sud è maggiore.
Cos'è il solstizio? Spiegazione semplice
Il solstizio è un altro evento che - come l'equinozio - cade due volte l'anno, a giugno e a dicembre. Per questo motivo, è detto anche, a seconda dei casi, "solstizio d'estate" e "solstizio d'inverno".
In poche parole, il solstizio rappresenta il giorno dell'anno con il massimo - o il minimo - di ore di luce durante una giornata.
Da un punto di vista astronomico, è il momento in cui il Sole, nel suo moto apparente lungo l'eclittica, raggiunge il punto di declinazione massima o minima. Anche l'origine del termine racconta bene questo muoversi apparente del Sole, che si ferma e torna sui suoi passi: viene infatti dal latino solstitium, composto da sol, "sole" e -sistere, "fermarsi".
La differenza con l'equinozio appare quindi molto evidente: quest'ultimo è il momento in cui il giorno e la notte si "equiparano". I solstizi segnano invece i momenti in cui si raggiunge il massimo di ore di sole nell'anno, oppure il minimo.
Come detto, nel corso di un anno il solstizio ricorre due volte: il Sole raggiunge il valore massimo di declinazione positiva nel mese di giugno (segnando l'inizio dell'estate boreale e dell'inverno australe) e negativa in dicembre (marcando l'inizio dell'inverno boreale e dell'estate australe).
Il solstizio ritarda ogni anno di circa 6 ore, e si riallinea ogni quattro anni in corrispondenza dei bisestili.
A causa di tali variazioni può capitare che i solstizi cadano il 20 o il 21 giugno e il 21 o 22 dicembre.