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Giochi per imparare le tabelline

di Rosy Maderloni - 26.03.2018 - Scrivici

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Fonte: Pixabay.it
Vero, sono difficili e non è pensabile di affidarci soltanto alla memoria per ricordare tutte le moltiplicazioni della tavola pitagorica. Ma possiamo giocarci su e scoprire che aguzzando l'ingegno - e con un po' d'inventiva - ci sono curiose alternative per imparare le tabelline.

In questo articolo

Suonano come un qualcosa di "innocuo", persino piacevole. Eppure alla domanda posta a bruciapelo "Quanto fa 7 x 8?" anche da adulti, sudiamo freddo.

Da sempre le tabelline sono vissute da tanti bambini della scuola primaria come un argomento indigesto e difficile da imparare. Eppure la loro importanza è fuori discussione: e se conoscere la tavola pitagorica diventasse un'avventura divertente? Sarà mai possibile?

Ne abbiamo parlato con Flavio Fogarolo, esperto di Disturbi specifici dell'apprendimento (Dsa) e autore per il Centro Studi Erickson di numerosi volumi e materiali per la didattica, tra cui Giocadomino Tabelline.

Come imparare le tabelline: non per forza uno "scoglio"


Come inquadrare la materia nel modo giusto?

«Le tabelline diventano uno scoglio quando si riducono a un apprendimento puramente mnemonico - spiega Fogarolo -. Più che difficile, possiamo dire che è praticamente impossibile imparare a memoria la sequenza di 100 moltiplicazioni senza basarsi su strategie di supporto di vario tipo. Alcuni bambini le elaborano spontaneamente, altri vanno aiutati. Ma in nessun caso le tabelline si imparano a memoria in modo meccanico: il nostro cervello non è fatto per queste cose».

Canzoncine, filastrocche, giochi da tavolo, rebus, con l'aiuto di immagini: le proposte per rendere accattivante l'apprendimento sono tante e mettono in campo strategie (e stratagemmi) diverse.

Imparare le tabelline con mamma e papà


A quali metodi un genitore può ricorrere per aiutare a imparare le tabelline?

QUELLE CHE SI SANNO DA SEMPRE. «Intanto occorre differenziare - aggiunge l'autore -: ci sono tabelline estremamente semplici e intuitive che si imparano senza tanti problemi, o meglio, che di fatto si conoscevano già, come la tabellina dell'1, del 10, in parte del 2 e del 5».

IL SUPPORTO VISIVO. «Per altre si può puntare sul calcolo a mente o sul supporto visivo, e considerare ad esempio le moltiplicazioni come dei rettangoli (3x4=12) oppure fare riferimento, per quella del quattro, al doppio della tabellina del 2».

ESPEDIENTI. «Per la tabellina del 9 funzionano abbastanza semplici espedienti mnemonici basati sull'osservazione: 18, 27, 36, 45… ecc,: le decine aumentano sempre di 1, le unità diminuiscono di uno… Ma anche, velocissimo, saltare alla tabellina del 10 e togliere il numero: 9x4 uguale a 40-4, quindi 36»

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LE PIU' OSTICHE. «Alla fine, ne rimangono tre: quella del 6, del 7 e dell'8. Con queste il calcolo a mente non tiene più e non ci sono trucchetti efficaci. Vanno davvero memorizzate, ma sono solo tre, e qui servono per forza esercizi di ripasso, meglio se sostenuti con giochi».

Tabelline da 1 a 10: impariamole giocando con le carte

«Ancora - prosegue Fogarolo - giocare a carte è un ottimo esercizio di calcolo mentale. Anche per le tabelline. Nell'introduzione al testo "Matematica con le carte da Gioco" insieme ai miei colleghi autori incuriosiamo al perché certi calcoli si fanno volentieri: "Pensiamo a quante operazioni richiede una semplice partita a scala quaranta per calcolare se si è raggiunta la quota di apertura. E a come si fanno volentieri… Immaginiamo di trasformare tutto in un problema: abbiamo almeno 40 euro da spendere e vediamo 3 libretti da 5 euro l'uno, 4 matite da 2 euro l'una, 3 righelli di misure diverse che costano rispettivamente 4, 5 e 6 euro l'uno. Quanto spendiamo? Riusciamo a spendere i nostri 40 euro? Dati, schema, procedimento, calcolo, soluzione… I nostri alunni stanno sbuffando prima di cominciare. Abbiamo un tris di 5, un poker di 2, una scala di fiori dal 4 al 6: posso aprire? I calcoli sono esattamente gli stessi, eppure si fanno subito e volentieri. Cosa è cambiato?".

«È cambiata la situazione di gioco ovviamente, che incide sulla motivazione. Attività simili, proposte specificatamente sulle tabelline, ma anche i due sulle operazioni, entro il 20 ed entro il 100) stimolano con il gioco la ripetizione di esercizi, unica strada per portare all'automatismo di certe procedure».

Quanto è importante la presenza e il supporto degli adulti nello studio delle tabelline?

 

«Gli adulti devono lavorare per l’autonomia e se i bambini fanno da soli è sempre meglio. Vale anche per le tabelline. Un genitore può sostenere, valorizzare lo sforzo, riconoscere i successi, stimolare a riconoscere le strategie... ma se diventa il personal trainer delle tabelline, ripetute a pappagallo a tutte le ore, non ci siamo.

Molto meglio secondo me giocare a carte: è divertente e si impara di più».

 

Per approfondire:

 

 

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