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I bambini assorbono come le spugne: cosa significa e come potenziare la loro abilità

di Giulia Foschi - 26.01.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
L’espressione “I bambini assorbono come le spugne” racchiude una grande verità e spiega un processo fisiologico che consente ai bambini di imparare tanto in poco tempo

In questo articolo

I bambini assorbono come le spugne

Si sente spesso dire che i bambini assorbono come spugne. Una "frase fatta" che contiene tanta verità: nei primi anni di vita, i bambini immagazzinano una quantità di informazioni inimmaginabile. Come rendersene conto e come incentivare questo processo? Ne parliamo con la professoressa Barbara Ongari, psicologa e psicoterapeuta, già docente di Psicologia dello Sviluppo e del Ciclo di vita all'Università degli Studi di Trento.

I bambini assorbono come le spugne: perché e fino a che età

"I bambini assorbono come le spugne": cosa significa quest'espressione popolare?

"Spesso le espressioni popolari esprimono concetti interessanti con un nocciolo di verità. È proprio questo il caso. Effettivamente, evidenze scientifiche mostrano che il cervello del bambino, in particolare nei primi tre anni di vita, si espande in una maniera prodigiosa come una spugna immersa nell'acqua. Per i bambini, tutte le informazioni che provengono dal mondo esterno, dalle relazioni interpersonali, dagli oggetti e dal contesto propongono stimoli continui a livello sensoriale e percettivo che vengono immagazzinati nella mente. L'immagine della spugna è corretta perché le informazioni vengono inizialmente assorbite senza intermediazioni.

I bambini assorbono come le spugne: come avviene questo processo

Perché accade e fino a che età?

"Questo processo è fondamentale perché permette al bambino di acquisire, anche inconsapevolmente, una quantità enorme di informazioni. Ha inizio prima della nascita e va avanti nel corso degli anni: ma i primi tre sono determinanti. Con la crescita cerebrale subentrano una serie di altre abilità, ma è l'interazione con l'adulto che media le informazioni a tutte le età. Per questo io sconsiglio l'uso precoce dei device tecnologici, che lasciano il bambino solo di fronte a una enorme quantità di stimoli che subisce passivamente.

Invece ad esempio l'apprendimento linguistico avviene tramite l'attenzione congiunta degli occhi del bambino con gli occhi dell'adulto su un oggetto esterno, come un libro sfogliato insieme. Questa triangolazione dello sguardo, questa condivisione permette di acquisire informazioni sul mondo esterno che si traducono in pensieri e parole su quanto lo circonda".

Come avviene questo processo?

"Nei primi mesi di vita, e addirittura anche prima, quando sono ancora nell'utero materno, i bambini riescono a recepire una quantità immensa di informazioni a livello sensoriale e propriocettivo. Sentono il battito del cuore materno, la risonanza della voce materna, i movimenti, e poi dopo i suoni e i rumori, la relazione con le persone attorno, la temperatura, il tocco delle mani sul corpo. Quindi, al di là di quello che coscientemente gli adulti vogliono restituire, esiste tutta una serie di altri dati, di conoscenze implicite che vengono, appunto, assorbite dal bambino.

Si parla non a caso di memoria implicita, un insieme di informazioni che vengono fatte proprie e immagazzinate in una zona precisa del cervello. La memoria di come si viene toccati rimane come traccia".

I bambini assorbono come le spugne: come accorgersene

Come se ne rende conto un genitore?

"Tendenzialmente, è più facile accorgersi di un meccanismo fondamentale di cui sono dotati i piccoli fin dalla nascita: l'imitazione. Nei primi mesi, posti a confronto con l'espressione del volto di un adulto, reagiscono imitandola e riproducendola. L'imitazione del sorriso è la più comune, ma anche un'espressione di rabbia o paura genera una simile reazione. E questa è un'altra risposta automatica che va a costruire la dotazione neuronale del bambino".

I bambini assorbono come le spugne: la gestione dei comportamenti negativi dei genitori

Come evitare che i bambini assorbano vissuti negativi, comportamenti sbagliati, difetti dei genitori?

"Parliamo di un processo automatico, che tende a sfuggire al controllo degli adulti. È vero che i bambini assorbono le emozioni dei genitori, comprese quelle negative. Lo si nota in modo molto evidente nei vissuti traumatici, ad esempio nei bambini che sono stati costretti a fuggire con le loro mamme dalla guerra: il terrore dalla mamma viene assimilato come vissuto inconscio. Questo accade anche in situazioni meno tragiche e più frequenti, ad esempio pensiamo ai litigi familiari.

Gli adulti devono imparare a controllare le proprie emozioni, ed è giusto farlo per rassicurare il bambino e per proteggerlo.

E' giusto che il bambino impari che esistono anche le emozioni negative, perché le incontrerà inevitabilmente nel corso della sua esistenza, ma inizialmente queste devono essere mediate dagli adulti".

I bambini assorbono come le spugne: trasmettere i comportamenti positivi

Come invece far si che assorbano la parte migliore di noi e delle persone che mettiamo loro attorno?

"Possiamo fare molto per stimolare l'apprendimento. Uno di questi è la condivisione con l'adulto, di cui abbiamo già parlato. Aiutiamo poi i bambini a sviluppare l'attenzione e soprattutto la concentrazione, che a differenza di quanto potremmo pensare, può essere molto intensa e prolungata, raggiungendo anche un'ora di tempo. Spesso si sente dire che i bambini perdono subito interesse nei nuovi giocattoli. Questo è vero se il gioco non permette loro di esplorare e se sono gli adulti a spiegare come funzionano gli oggetti e come si devono utilizzare. Il motore dell'apprendimento è l'esplorazione. I bambini devono essere lasciati liberi di scoprire e di fare da soli, ma in presenza di un adulto che segue con cura la loro attività. Quindi all'incoraggiamento, no al prendere il posto del bambino nel fare le cose. Non è facile, perché l'adulto è portato ad anticipare il bambino: sforzandoci di non farlo lo aiuteremo nel suo sviluppo personale e nella sua creatività".

L'intervistata

Barbara Ongari è psicologa e psicoterapeuta. Professoressa di psicologia dello sviluppo e del ciclo di vita all'Università degli Studi di Trento, è autrice del libro "Un nido di persone. Costruire benessere per adulti e bambini" (Ed. Junior, 2019).

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