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Il Commonwealth spiegato ai bambini e ai ragazzi

di Niccolò De Rosa - 09.09.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Cos'è il Commonwealth? Chi ne fa parte? E quali sono i suoi scopi? Scopriamo di più su questa organizzazione internazionale presieduta dal re inglese

In questo articolo

Commonwealth

Con la morte della regina Elisabetta II, storica sovrana che ha detenuto la corona inglese per oltre 70 anni, il figlio Carlo le è suddeduto al trono, diventando Carlo III, Re d'Inghilterra... e dei reami del Commonwealth. Ma cos'è esattamente questa organizzazione internazionale che comprende Paesi di tutti i continenti?
 

Cos'è il Commonwealth

Il Commonwealth è un'organizzazione internazione a partecipazione volontaria - che quindi si può abbandonare ogni momento - cui aderiscono gran parte delle ex-colonie britanniche. Per dirla in paroli semplici, si tratta di una specie di club privato tra nazioni con un forte legame storico (ed economico) con il Regno Unito e al cui vertice c'è proprio il Re o la Regina d'Inghilterra, quindi Carlo III, dopo la scomparsa di Elisabetta II. Il termine - common wealth, "benessere comune" venne introdotto già nel XVII secolo per designare lo Stato britannico dopo la rivoluzione.

Al Commonwealth of Nations ("Comunità delle Nazioni") attualmente partecipano 56 Paesi molto differenti (anche se l'eredità storica della cultura britannica comporta molti tratti comuni) che però copperano tra loro per la promozione dei diritti umani (lotta alla povertà, sforzi per tutelare la salute ecc...), della democrazia, della cultura e della libertà.

Com'è organizzato il Commonwealth?

Come già accennato, al vertice del Commonwealth vi è il sovrano regnante del Regno Unito, affiancato nelle sue funzione da un Segretario Generale. L'organo decisionale è Consiglio dei capi di governo, che si riunisce una volta ogni due anni e detta le linee politiche e scopi dell'organizzazione. L'organo esecutivo è invece il Segretariato, che si occupa di attuare le decisioni del Consiglio.

Vi sono poi nove ministri dei Paesi mebri (incaricati a rotazione ) che supportano l'azione dell'organizzazione.

La storia del Commonwealth

La prima cosa da ricordare per capire il Commonwealth è il passato coloniale della Gran Bretagna.

Fino al secondo dopoguerra infatti, una buona parte del mondo era dominato dall'Impero Britannico, l'impero più vasto della Storia che arrivò a governare su più di 50 territori - le colonie appunto, che dipendevano politicamente dalle decisioni di Londra - e oltre 400 milioni di sudditi: per dare un'idea, nazioni gigantesche come Canada, Australia o India, un tempo erano tutte colonie inglesi, così come gli Stati Uniti d'America, che però ottennero l'indipendenza ben prima degli altri Paesi.

Già nel corso dell'Ottocento però, le colonie cominciarono a pretendere sempre maggiore autonomia, avviando una lunga fase di trasformazione che si sarebbe conclusa nella seconda metà del Novecento. E proprio qui entra in gioco il Commonwealth.

Tra il XIX e il XX secolo infatti l'Inghilterra cominciò gradualmente a concedere sempre più libertà ai propri dominions (così erano dette le colonie inglesi), con una decisa accelerata al termine della Prima Guerra Mondiale, conflitto nel quale gli abitanti delle colonie avevano dato un forte contributo alla causa inglese. Nel 1926 quindi, con la la cosiddetta Dichiarazione Balfour (dal nome del ministro degli Esteri britannico dell'epoca), Londra riconobbe pari diritti a tutti i Paesi dell'Impero, passo che  nel 1931 porterà alla fondazione del Commonwealth, con a capo il sovrano del Regno Unito.

Tale organizzazione, che pure manteneva l'Inghilterra e il Re (o la Regina) inglese in una posizione dominante, garantiva una grande autonomia agli altri Paesi membri, istutendo però una rete di accordi e commerci privilegiati tra i suoi membri. In pratica fu come se gli mamma Inghilterra avesse lasciato partire i figli-colonie a patto che non si allontanassero troppo e continuassero a frequentare la famiglia!

Al termine della seconda guerra mondiale poi, le nuove regole del diritto internazionale sancirono definitivamente la fine delle colonie e i tutti i Paesi del Commonwealth ottennero la piena indipendenza, trasformando l'organizzazione nel Commonwealth of Nations (1949).

Questo però non significa che le ex- colonie tagliarono completamente i ponti con la monarchia inglese, ma anzi continuarono a rimanere nel Commonwealth e a mantenere rapporti privilegiati - soprattutto di tipo economico - con Londra e gli altri Stati membri.

Nel 2005 e nel 2009 sono entrati anche a far parte dell'organizzazione due nuovi membri, il Mozambico e  il Ruanda, che addirittura non hanno un passto coloniale inglese.

 

Quali Paesi aderiscono al Commonwealth

Oltre al Regno Unito, ecco i Paesi che aderiscono volontariamente al Commonwealth. Alcuni, come il Pakistan, se ne andarono in seguito ad alcune scelte politiche non condivise dagli altri Stati Membri (nel caso citato, il Pakistan lasciò l'organizzazione nel 1972 quani venne riconosciuta l'indipendenza del Bangladesh), per poi rientrare. Altri, come il Sudafrica ai tempi della segregazione razziale verso la popolazione nera (apartheid) vennero espulsi e poi riammessi.

  • Antigua e Barbuda
  • Australia
  • Bahamas
  • Bangladesh
  • Barbados
  • Belize
  • Botswana
  • Brunei
  • Camerun
  • Canada
  • Cipro
  • Dominica
  • Fiji (sospese nel 2006 a seguito del colpo di stato)
  • Gambia
  • Ghana
  • Giamaica
  • Grenada
  • Guyana
  • India
  • Kenya
  • Kiribati
  • Lesotho
  • Malawi
  • Malaysia
  • Maldive
  • Malta
  • Maurizio
  • Mozambico
  • Namibia
  • Nauru
  • Nigeria
  • Nuova Zelanda
  • Pakistan
  • Papua Nuova Guinea
  • Ruanda
  • Saint Kitts e Nevis
  • Saint Lucia
  • Saint Vincent e Grenadine
  • Isole Salomone
  • Samoa
  • Seychelles
  • Sierra Leone
  • Singapore,
  • Sri Lanka
  • Sudafrica
  • Swaziland
  • Tanzani
  • Tong
  • Trinidad e Tobago
  • Tuvalu
  • Uganda
  • Vanuat
  • Zambia

Tra questi, 13 Paesi - tra i quali anche Canada e Australia - sono detti Reami del Commonwealth, ossia Paesi in cui il sovrano inglese viene riconosciuto anche come loro Capo di Stato. 

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