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Inserimento all’asilo nido: come creare una relazione positiva tra genitori ed educatrici

di Zelia Pastore - 05.09.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Mio figlio si troverà bene all'asilo nido? Le educatrici sapranno accudirlo? Domande e ansie comuni tra i genitori durante l'inserimento al nido: la pedagogia ci viene in aiuto per gestirle

In questo articolo

Inserimento all'asilo nido e pedagogia

Quando per il bambino arriva il momento di andare all'asilo nido, in casa avviene una piccola rivoluzione che spesso è stressante più per la mamma e il papà che per il piccolo. Per questo nella fase dell'inserimento al nido - soprattutto per i genitori più "controllori - è fondamentale instaurare un rapporto di fiducia con gli educatori. Ci suggerisce come fare Barbara Ongari, già Professoressa di Psicologia dello Sviluppo e del Ciclo di vita all'Università degli Studi di Trento, Responsabile Scientifico Nido Aziendale Università di Trento e autrice del libro "Un nido di persone. Costruire benessere per adulti e bambini" (Ed. Junior, 2019).

Andare all’asilo nido: una sfida a tre

«Il primo distacco dal figlio, soprattutto se si tratta del primogenito, è un evento significativo dal punto di vista emotivo per i genitori, per il bambino, ma anche per la struttura ospitante» premette l'esperta. «Per il piccolo si tratta di un'avventura totalmente nuova in un ambiente che non conosce; per i genitori di solito della prima occasione in cui devono affidare a terzi il loro figlio. Per gli educatori, per quanto esperti, è una nuova sfida educativa perché ogni famiglia, ogni bambino è unico e porta aspetti di novità che impongono sempre uno sguardo fresco. Questo inevitabilmente porta un carico di preoccupazioni, aspettative e paure per tutti e tre gli attori in gioco, ed è importante imparare a gestire l'ambientamento al nido proprio tenendo conto di questa triangolazione emotiva».

Primi giorni al nido: un ponte di fiducia

Il primo obiettivo per genitori e educatori è dunque quello di creare un'alleanza, «un ponte di fiducia tra due sponde sicure, in cui il bambino può andare e venire in tranquillità».

SERENITÀ DA TRASMETTERE.

«Questo - prosegue la prof.ssa Ongari - richiede da parte degli adulti la consapevolezza che prima di tutto occorre rassicurare se stessi.

Per alcuni genitori separarsi dal bambino è uno stress, per altri meno, ma quello che è certo è che il bambino fa più fatica se sente la difficoltà del genitore a lasciarlo e a fidarsi degli educatori. Se i genitori si comportano e si rapportano in modo tranquillo, sorridente e amichevole inducono il bambino a rivolgersi con sicurezza anche agli educatori».

GENITORI, NON SIETE SOTTO ESAME.

«A caricare di ansie e sensi di colpa i genitori, oltre alle fatiche quotidiane lavorative e non, oggi prevale la tendenza a voler essere madri e padri perfetti: un obiettivo non solo inesistente, ma che rischia di trasformare l'arrivo all'asilo nido del figlio come il banco di prova su quanto si è stati bravi fino a quel momento. Così, a volte, per paura di essere giudicati, i genitori omettono informazioni utili agli educatori o colgono eventuali suggerimenti come critiche al loro operato e non come gesti di collaborazione».

Ambientamento al nido: consigli per i genitori

Asilo nido e pedagogia: ecco i consigli per i genitori su come approcciarsi al meglio agli educatori

NON PARLATE TROPPO, OSSERVATE.

«Condividere le informazioni con gli educatori è importante, ma subissarli di domande non solo non è utile, ma trasmette loro anche tutta l'insicurezza che avete nei loro confronti. Quello che fa a casa vostro figlio è certo interessante , ma ciò che è importante per l'educatore e per voi è come si comporta al nido. Per questo è fondamentale, durante il periodo dell'ambientamento, mettersi in un angolo osservando cosa fa, come si muove, cosa mangia e prendendo nota senza intervenire. Confrontatevi con gli educatori a partire da questa osservazione: cosa ho visto io, cosa hai visto tu e su cosa si può lavorare rispettivamente a casa e al nido Uno scambio di know how e di "compiti" in piena collaborazione».

NON È UNA GARA CON LE EDUCATRICI.

È importante poi non vivere gli scambi con gli educatori come una competizione tra le loro e le proprie competenze: «Spesso il bambino si comporta diversamente a casa e al nido (mangia o dorme a casa e al nido no, o viceversa), e questo può farci pensare che noi mamme siamo più o meno brave delle educatrici, con conseguenti atteggiamenti di invidia o accusa. La verità è che è normale che nostro figlio si comporti diversamente in contesti diversi: lo fanno tutti gli esseri umani, lo facciamo noi adulti, e lo fanno pure loro».

PRENDETE UN APPUNTAMENTO.

«Calcolate sempre un 10 minuti di tempo quando andate a prendere vostro figlio all'asilo: sia perché magari ci mette un po' a staccarsi dal gioco, sia per essere a disposizione degli educatori se avessero qualcosa di veloce da dirvi. Se invece avete una particolare domanda, meglio prendere un appuntamento con loro perché tenete presente che per loro il turno del pomeriggio è molto pesante e potrebbero essere stanchi o non avere tempo da dedicarvi».

PREPARATE VOSTRO FIGLIO.

«Già prima di iniziare l'ambientamento verbalizzate al bambino quello che succederà: "andiamo al nido; conosceremo le educatrici; lì incontrerai tanti bambini con cui giocare; dopo la merenda ti vengo a prendere". Lo aiuta a familiarizzare con questa cosa nuova e a costruirsi delle attese in merito».

IL PIANTO È NORMALE.

«I bambini si esprimono attraverso il pianto, aspettatevi che lo facciano nel momento del distacco: è normale, esprimono il disagio di fronte a questa cosa nuova per loro. Voi non fatevi spaventare, siate comprensive e supportatelo anche verbalmente: "Capisco che adesso sei triste, va bene, ma torno a prenderti quando hai fatto la nanna". Deve capire che gli adulti si accorgono dei suoi sentimenti, li accolgono e li prendono in considerazione.

Affrettare la fine del pianto o dire "perché piangi?", "non piangere" suggerisce loro invece che stiano sbagliando a farlo, facendoli sentire ancora meno capiti».

L'OGGETTO TRANSIZIONALE.

«Va benissimo far portare con sé, finché lo vorranno, il proprio oggetto transizionale che li aiuta nel distacco: l'orsacchiotto, un pupazzo, un braccialetto. Sarebbe meglio però che lo lascino nell'armadietto, perché al nido ci sono giochi per tutti e portare in stanza il proprio gioco crea conflitti, contese e gelosie con gli altri compagni. L'oggetto sta quindi nell'armadietto e lo aspetta fino a quando non tornerà il genitore a prenderlo, fungendo così un po' da simbolo, da "garanzia" che questo avvenga».

Ambientamento al nido: consigli per gli educatori

Ecco i consigli per gli educatori su come approcciarsi al meglio ai genitori:

NON GIUDICATELI.

«Il compito professionale di un servizio - spiega la professoressa - è prima di tutto capire qual è la nicchia ecologica di riferimento del bambino, il contesto da cui proviene. Questo spiega molte cose e impedisce di avere pregiudizi nei confronti dei genitori che portino a pensare che una difficoltà al nido derivi da una cattiva abitudine imparata in casa. Così come è importante capire che è comprensibile che un genitore soffra quando vede il proprio figlio piangere: non si deve criticare un genitore per questo, che anzi deve sempre sentirsi ascoltato e consigliato».

IL DIARIO DELLA GIORNATA.

È utile raccontare ai genitori cosa ha fatto loro figlio in loro assenza, anche per rassicurarli sul fatto che sia stato sereno: «Non lamentatevi se i genitori vi chiedono solo se il bambino ha mangiato, dormito e si è scaricato bene: è una domanda più che legittima che non va sminuita, perché le funzioni fisiologiche sono segnalatori di come sta emotivamente. Certo che poi potete raccontare loro anche altro: create un diario della giornata corredato di fotografie, da mettere nella bacheca o in una scatola personale del bambino».

I GIOCHI DELL'ASILO.

«Condividete con i genitori le filastrocche e i giochi che fate all'asilo, cosicché il genitore possa proporli anche a casa o sapere interagire con il bambino qualora fosse lui a richiederli: un altro elemento che fa capire al bambino che il mondo di casa e quello dell'asilo nido sono interconnessi».

RIUNIONI IN PICCOLI GRUPPI.

Condividere con i genitori il progetto educativo proposto all'asilo è importante, ma non ha senso farlo in grandi riunioni plenarie in cui si spiegano le teorie e c'è poco spazio per i dubbi e le domande dei genitori: «Suggerisco riunioni per gruppi ristretti, sala per sala, che riguardino al massimo una decina di bambini: attorno a un tavolo, magari mangiando e bevendo qualcosa. È importante creare un clima informale in cui i genitori possano conoscersi tra loro e sentirsi a proprio agio nel fare domande, per confrontarsi con gli educatori a partire dalla realtà dei propri figli e non dalle teorie pedagogiche».

L'INTERVISTATA

Barbara Ongari è stata Professoressa di Psicologia dello Sviluppo e del Ciclo di vita all'Università degli Studi di Trento, Delegata del Rettore per i Servizi di Supporto alla Genitorialità di Ateneo ed è autrice del libro "Un nido di persone. Costruire benessere per adulti e bambini" (Ed. Junior, 2019).

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