Cosa sono i nomi collettivi
I nomi collettivi sono parole declinate al singolare che però indicano un'intera collettività, un insieme di cose, persone o animali accomunati da qualche elemento. L'Accademia della Crusca indica la seguente definizione per descriverli: i nomi collettivi formano una classe di unità lessicali che designano al singolare insiemi di entità, in altri sensi isolabili, percepite come una nuova entità costituita da una pluralità di elementi che condividono qualche caratteristica. Sempre la Crusca spiega che dal punto di vista semantico e referenziale sono considerate rilevanti le proprietà dell'insieme designato da un nome collettivo e quelle dei suoi membri costitutivi nonché le relazioni intercorrenti tra i membri dell'insieme da una parte e tra i membri e l'insieme stesso dall'altra. Un esempio di nome collettivo è gregge, ovvero un insieme di pecore.
Le tipologie di nomi collettivi
I nomi collettivi possono rappresentare degli insiemi accomunati secondo una particolare caratteristica per esempio:
- possono essere costituiti da un numero di membri indeterminato o determinato: per esempio argenteria o quintetto (per es. quintetto)
- possono ereditare alcune proprietà dei membri o non ereditarle, per esempio una mobilia antica indica un insieme di tavoli, sedie e armadi vecchi; un grande arcipelago invece non implica che tutte le isole che lo compongono siano grandi
- i membri possono essere individuabili o non individuabili, per esempio clientela o collezione, quest'ultimo ha bisogno di una specificazione per essere identificabile come collezione di libri
- possono essere omogenei, eterogenei, autonomi o interdipendenti, per esempio faggeto, mobilia, fogliame e ossatura
- possono essere contigui nello spazio o nel tempo o non contigui, per esempio chioma ed elettorato
- possono avere in comune delle proprietà o delle funzioni, come gregge e governo
I nomi collettivi possono inoltre riferirsi a insiemi di persone, per esempio equipaggio, folla, gente; o di animali, come branco, sciame, selvaggina; parti del corpo, per esempio capigliatura, dentatura; vegetali o parti di essi come bosco o pioppeto.
I nomi collettivi possono indicare anche un insieme di oggetti come abbigliamento, biancheria o entità astratte come problematica.
Quali termini sono esclusi dai nomi collettivi
Ci sono parole che significano un insieme di cose ma non sono considerati nomi collettivi. Si tratta dei termini che designano delle sostanze granulari come il riso o la sabbia. Anche se, in linea di principio, sono sostanze suddivisibili in elementi singoli come un fiocco di neve o un chicco di riso, concettualmente queste parole sono immaginate come un'unica massa indistinta e non come una pluralità di individui.
Le regole dei nomi collettivi
I nomi collettivi sono singolari ma indicano una pluralità di soggetti perciò la formazione del collettivo insieme al pronome personale e con il verbo può variare. Se il soggetto del nome collettivo è un insieme, il verbo è singolare, se è percepito come una pluralità il verbo è al plurale. Alcuni esempi di verbo al singolare:
- La folla blocca il traffico
- L'orchestra suonerà Mozart al concerto di domani
Esempi di verbo al plurale:
- Tanti popoli hanno vissuto in Turchia
- Le greggi dei pastori erano in mostra alla fiera del bestiame.
La forma plurale del nome collettivo ha la funzione di specificare che la quantità di referenti è superiore a uno (folla/folle). In alcuni casi, la forma collettiva di un nome plurale assume una connotazione di disprezzo come nel caso di "parenti" che al collettivo diventa "parentame". Sono considerati collettivi anche i nomi astratti che indicano una categoria, come la gioventù, e i numerali che hanno un senso approssimativo di quantità, per esempio un centinaio o una dozzina oppure la maggioranza. In italiano ai nomi collettivi si associano alcuni suffissi come: -ame; -ime; -ile e -ume. Questi suffissi si trovano soprattutto nei nomi che indicano oggetti o fauna: bestiame, mangime, canile o legume.