I nomi primitivi e derivati
I nomi primitivi e derivati fanno parte della grammatica italiana ma si differenziano tra loro. A partire dai nomi primitivi è possibile formarne altri un po' più complessi, ovvero i derivati. In generale, il nome o sostantivo è una parte variabile del discorso con cui si designa una persona, un animale, un oggetto, un'idea, un sentimento, un'azione o un fatto. I nomi si suddividono in varie classi a seconda del significato (propri, comuni, astratti, concreti, collettivi e individuali), a seconda del genere (maschile, femminile, neutro), per numero (plurale, singolare) e a seconda della struttura (primitivi, derivati o alterati".
Quali sono e le caratteristiche dei nomi primitivi
I nomi primitivi sono nomi che non derivano da nessun'altra parola e sono formati soltanto da:
- radice invariabile (morfema lessicale che contiene il significato);
- desinenza variabile (morfema grammaticale che stabilisce genere e numero del nome).
Alcuni esempi di nomi primitivi sono mare, latte, sale, acqua, pane e libro. Da una parola primitiva, come ad esempio carta, si può formare un'intera famiglia di parole derivate come cartina, cartolina, cartella, cartoleria, cartolaio, cartiera.
Quali sono e le caratteristiche dei nomi derivati
I nomi derivati sono quelli che derivano da un altro nome, cioè si formano a partire dalle radici dei nomi primitivi con l'aggiunta di prefissi o suffissi che ne modificano il significato. Il prefisso è un elemento che si aggiunge all'inizio della parola (per esempio IN nel nome insalata che deriva da sale). Il suffisso invece "si attacca" in fondo alla radice (per esempio -AIO in libraio che deriva da libro). Alcuni esempi di nomi derivati sono marineria, letteria, saliera, acquario, panettiere e libraio. I procedimenti principali di formazione di nuove parole sono la derivazione e la composizione: la derivazione prevede l'aggiunta di uno o più affissi (prefisso, infisso, suffisso) a una parola di base (ad esempio da tavolo con l'aggiunta del prefisso in- e del suffisso verbale -are intavolare); la composizione prevede l'unione di due o più parole di base (ad esempio da pesce + spada pescespada).
Possono funzionare da base anche parole derivate o composte: primatista è derivato sulla base primato che a sua volta è derivato da primo; guardarobiere è derivato sulla base del composto guardaroba.
Nomi derivati, cosa sono la trasposizione e l’alterazione
Nel processo di creazione dei nomi derivati si distinguono due modalità: l'alterazione e la trasposizione. L'alterazione modifica alcuni tratti del significato della parola di base che però conserva la categoria grammaticale e il significato di fondo: una tazzina (sostantivo) è piccola, ma è sempre una tazza (sostantivo); salterellare (verbo) indica un modo particolare di saltare (verbo). La trasposizione produce invece un cambiamento semantico del significato. Per esempio il giornalaio deriva da giornali e indica la persona che li vende, oppure disfare deriva da fare ma significa l'opposto.
I nomi collettivi sono tutti primitivi?
I nomi collettivi sono quei sostantivi che, anche alla forma singolare, indicano qualcosa composto da più soggetti. Per esempio sono nomi collettivi mandria, gruppo, fogliame e pineta. Mentre mandria e gruppo sono primitivi poiché non derivano da una parola base, fogliame e pineta sono dei collettivi derivati il primo da foglia e il secondo da pino.
Come spiegare i nomi primitivi e derivati ai propri figli
Per insegnare ai più piccoli a distinguere i nomi primitivi e derivati, dopo aver spiegato loro cosa sono e in cosa differiscono, si può provare a farli sperimentare. Si può chiedere loro il nome di un oggetto e poi domandargli se deriva o meno da un'altra parola, oppure si possono usare delle schede con diversi nomi, sia primitivi che derivati, e farli esercitare a distinguerli. Si possono creare dei simpatici giochi quando si sta insieme in modo da stimolare i bambini a pensare alle radici delle parole e dei nomi delle cose che usano di più.