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Cos’è la privacy e come spiegarla ai bambini

di Simona Bianchi - 04.10.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Il termine privacy significa riservatezza e viene usato per indicare la tutela dei propri dati personali. I consigli per i genitori 

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Cos’è la privacy

Con il termine inglese "privacy", s'intende la sfera privata delle persone e quindi l'insieme di informazioni personali che non si vuole far diventare di dominio pubblico senza il nostro consenso. Con la diffusione delle tecnologie e dei social network e la conseguente nascita di banche dati in cui sono raccolte informazioni personali di tutti i tipi, la tutela della privacy ha acquistato un'importanza centrale. La parole, nel senso letterale, significa "riservatezza" ed è un diritto tutelato dalla legge dalla fine dell'Ottocento. Sempre la legge fa differenza tra privacy di un personaggio pubblico e privacy di una persona comune. Nel primo caso il diritto alla riservatezza entrerebbe in conflitto con quello d'informazione, ovvero il potersi formare un'opinione corretta sulle questioni di rilievo sociale, e con quello di cronaca, ossia di riportare fatti veri d'interesse pubblico.

Perché è importante spiegarla ai piccoli

Al giorno d'oggi, visto l'aumentata esposizione alla diffusione dei dati personali, è importante insegnare ai più piccoli la cultura della privacy. Molto spesso gli incidenti legati alla perdita di dati derivano proprio dall'aver sottovalutato l'importanza delle informazioni. Insegnare ai giovani che il proprio nome, l'indirizzo di casa, lo stato di salute hanno un valore, rappresenta la base per costruire una cultura della privacy che permette di proteggere e tutelare il diritto alla riservatezza. Per esempio si deve spiegare a bambini e adolescenti che svelare i propri dati sensibili può causare discriminazioni o atti illeciti da parte di altre persone.

Come spiegare la privacy ai bambini

Per spiegare la privacy ai bambini, bisogna fargli comprendere quanto sia importante impedire ad altri la raccolta e la diffusione di dati personali e quanto sia utile controllare la raccolta, il trattamento e la divulgazione delle informazioni sul nostro conto. Ogni persona ha infatti il diritto di sapere se ci sono e quali sono le banche dati che contengono informazioni che ci riguardano, quale uso ne sarà fatto, a chi saranno comunicate e in che ambito verranno diffuse.

Si può poi parlare dell'attività del Garante per la protezione dei dati personali, autorità istituita in Italia nel 1996, con compiti di vigilanza e di controllo e con il potere di emanare provvedimenti con valore di legge. Entrando più nel dettaglio, è utile spiegare che, soprattutto attraverso i social network, si diffondono numerosissimi dati personali e, per questo, c'è una gran differenza nell'avere un profilo pubblico visibile a tutti o in modalità privata, chiudendolo solo alle persone che si conoscono. Oltre alle aziende e all'industria pubblicitaria, i dati sulla propria posizione, visibili se si ha attivata la geolocalizzazione, o sulla squadra preferita o su qualsiasi altra cosa, possono essere usati dai truffatori o da persone con scopi negativi per furti d'identità, ricatti o alte azioni illecite ai danni della vittima alla quale vengono rubati i dati.

Consigli sulla privacy per i genitori

Il concetto della tutela e del diritto alla riservatezza è difficile da comprendere anche da un adulto, per questo motivo fare in modo che sia recepito da un bambino o da un adolescente può essere complicato. Ecco alcuni consigli per i genitori:

  • Essere d'esempio, mostrare ai propri figli che voi per primi siete attenti ai dati personali non diffondendo troppe informazioni sul web e sui socil network
  • Insegnargli a gestire i propri dati e quelli altrui, rendendo i più giovani consapevoli della necessità di tutelare le informazioni che si diffondono e responsabili di quelle che provengono da altre persone
  • Discutere in famiglia di esempi quotidiani che mostrano come vengono utilizzati i dati personali
  • Parlare con i figli dell'importanza di avere amicizia vere anche sulle piattaforme social e quindi dei rischi di accettare qualsiasi tipo di richiesta d'amicizia
  • Concordare con i ragazzi quali informazioni, immagini e video possono essere condivisi su internet e quali è meglio lasciare offline
  • Aiutare i figli a creare i profili sui social media, limitando le impostazioni in modo che non tutti i dettagli siano accessibili al pubblico e impostando la privacy per ogni singolo servizio

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