Il segreto per andare bene a scuola? Non sta nell'essere super intelligente, ma... nell'avere le giuste competenze emotive per destreggiarsi nel mondo scolastico. Lo avreste mai detto?
Un studio appena pubblicato su Nature Human Behaviour indaga appunto una domanda cruciale: perché alcuni bambini riescono meglio a scuola rispetto ad altri? E sorprendentemente, la risposta non risiede solo nel quoziente intellettivo (QI). Il team internazionale, guidato da Margherita Malanchini e Andrea Allegrini, ha esaminato oltre 10.000 bambini in Inghilterra e Galles, analizzando l'interazione tra genetica, ambiente e rendimento scolastico.
Le abilità non cognitive sono una chiave per il successo?
I ricercatori hanno scoperto che le abilità non cognitive – come la capacità di regolare le emozioni, la motivazione e l'autodisciplina – influenzano notevolmente il rendimento scolastico, indipendentemente dal QI. Ciò significa che bambini motivati e capaci di concentrarsi hanno più probabilità di avere buoni risultati a scuola, a prescindere dalle loro capacità intellettuali. Questo tipo di competenze, definite "non cognitive", sono importanti tanto quanto (se non di più) le capacità cognitive tradizionali come il ragionamento logico.
Uno studio su gemelli e analisi genetiche
Lo studio ha utilizzato studi sui gemelli e analisi del DNA per esplorare il ruolo della genetica nelle abilità non cognitive. In particolare, è stato dimostrato che queste abilità sono parzialmente ereditabili: circa il 30-50% delle differenze tra i bambini nella motivazione e nella regolazione delle emozioni dipende dai geni. Ma non si tratta solo di genetica: anche l'ambiente, come la famiglia e la scuola, gioca un ruolo fondamentale. Ad esempio, due bambini con la stessa predisposizione genetica possono avere risultati diversi a seconda del contesto in cui crescono.
L'evoluzione nel tempo: da 7 a 16 anni che cosa accade?
Un altro aspetto interessante dello studio è che l'influenza delle abilità non cognitive sul rendimento scolastico cresce con l'età. Dai 7 ai 16 anni, la capacità di gestire le proprie emozioni e mantenere la motivazione diventa sempre più importante per il successo scolastico.
Questo suggerisce che, man mano che i bambini crescono, imparano a sfruttare meglio le loro capacità emotive e motivazionali per affrontare le sfide scolastiche.
Geni e ambiente: una relazione complessa
Una delle conclusioni principali dello studio è che non possiamo attribuire completamente le abilità non cognitive né alla genetica né all'ambiente. È l'interazione tra i due fattori a essere decisiva. Ad esempio, un bambino con una predisposizione genetica alla motivazione potrebbe trovare un ambiente scolastico che valorizza e rinforza questa tendenza, migliorando ulteriormente il suo rendimento.
Che cosa possono fare genitori e insegnanti?
Questo studio ha importanti implicazioni per genitori e insegnanti. Invece di concentrarsi solo sul potenziamento delle capacità cognitive dei bambini (come il miglioramento delle abilità matematiche o linguistiche), è altrettanto importante lavorare sulle abilità emotive e motivazionali. Aiutare i bambini a gestire le proprie emozioni, a rimanere concentrati e motivati può fare una grande differenza nel loro percorso scolastico.
In conclusione, lo studio dimostra che non è solo il QI a determinare il successo a scuola. Le abilità non cognitive giocano un ruolo fondamentale e diventano sempre più importanti man mano che i bambini crescono. Per questo motivo, è essenziale che il sistema educativo riconosca e valorizzi queste competenze, aiutando i ragazzi a svilupparle sin da piccoli.
Fonte
Malanchini, M., Allegrini, A.G., Nivard, M.G. et al. Genetic associations between non-cognitive skills and academic achievement over development. Nat Hum Behav (2024). https://doi.org/10.1038/s41562-024-01967-9
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