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Scuola: perché il movimento di bambini e ragazzi, anche in classe, è più importante che mai

di Valentina Murelli - 14.01.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Muoversi di più in classe è importante non solo per il benessere psicofisico degli studenti, ma anche per l'apprendimento

In questo articolo

Tommy: mio figlio alla scuola primaria soffre molto il fatto di stare a lungo seduto. Dice che si stufa.

Cristina: nella scuola di mia figlia sanno bene che i bambini hanno bisogno fisiologico di muoversi così propongono molte attività didattiche in movimento, per esempio, un ballo nel quale i bimbi devono mimare le lettere dell'alfabeto. Mi sembra che queste attività rendano i bimbi più tranquilli e aiutino a creare legami.

Sabrina: mio figlio in quinta primaria chiede continuamente di andare al bagno. Ho spiegato alle maestre che è il suo modo per scaricare energia. Suo fratello, in prima, sopporta meglio l'immobilità, ma quando esce deve correre per almeno cinque minuti per sfogarsi.

Giusy: anche noi da bambini a scuola stavamo seduti a lungo ed è giusto che i nostri figli si abituino a fare lo stesso. Lo studio non è un gioco.

Cosa pensava Maria Montessori del movimento

"Ci sono due processi che gli esseri umani non possono fermare finché sono vivi: respirare e pensare. Credo che questo pensiero dello scrittore francese George Steiner valga per gli adulti. Per i bambini forse dovremmo aggiungere il muoversi". Ad affermarlo è il filosofo e pedagogista Raniero Regni, professore all'Università LUMSA di Roma, nel suo ultimo libro dedicato a "Maria Montessori e le neuroscienze", scritto a quattro mani con il neuroscienziato Leonardo Fogassi dell'Università di Parma (Fefè Editore, 2019).

Certo il movimento – o, meglio, il concetto di apprendimento attraverso il movimento – appartiene profondamente al pensiero pedagogico di Maria Montessori, ma in generale sono sempre più frequenti in tutto il mondo progetti e iniziative che tengono conto di questo bisogno di movimento dei bambini, cercando di soddisfarlo al di là delle pur importantissime ore di educazione fisica. E non solo con l'obiettivo di ridurre il rischio di sovrappeso e obesità di bambini e ragazzi.

Perché integrare il movimento nell'attività didattica

I famosi Centers for disease control and prevention (CDC) di Atlanta, importante organismo di controllo della sanità pubblica negli Stati Uniti, lo mettono nero su bianco in una pagina del loro sito: "Le scuole di ogni ordine e grado, dalle elementari alle superiori, dovrebbero offrire ai loro studenti non solo l'educazione fisica, ma anche programmi di movimento integrati nelle attività didattiche delle singole classi". In altre parole, dovrebbero offrire loro l'opportunità di muoversi di più in classe, sia per promuoverne il benessere psico-fisico sia come strumento effettivo di apprendimento: il cosiddetto "insegnamento in movimento".

Del resto la guida del progetto Scuola in movimento della Regione Marche e del Centro sportivo italiano (scaricabile online) ricorda chiaramente che il movimento è connaturato alla conoscenza: "L'essere umano recepisce il mondo esterno con i sensi, che vengono stimolati da varie forme di movimento. Il movimento è quindi il presupposto per un confronto attivo dell'essere umano con sé stesso e il mondo circostante e rappresenta la forma primordiale di scoperta".

Tutti i vantaggi dell'attività fisica in classe

I dati scientifici a favore dell'opportunità di fare più attività fisica in classe sono ormai numerosi e solidi, con vantaggi per diversi ambiti. Come ricorda la pagina dei CDC, fare più movimento in classe:

  • migliora le capacità di attenzione e concentrazione degli studenti;
  • ha effetti positivi sulla memoria;
  • promuove motivazione e interesse;
  • riduce comportamenti disturbanti come il muoversi di continuo o il chiedere troppo spesso di andare in bagno.

E ancora, sempre la Guida della Scuola in movimento sottolinea che grazie ai programmi di intervento motorio "bambini e giovani modificano il comportamento anche nel tempo libero, si muovono di più e trascorrono meno tempo davanti alla televisione". Raggiungendo così più facilmente i 60 minuti di attività fisica al giorno raccomandati ai bambini dall'Organizzazione mondiale della sanità.



Le ultime conferme in questo senso vengono da una revisione critica della letteratura scientifica disponibile pubblicata lo scorso ottobre sul British Journal of Sports Medicine dalla psicologa Emma Norris, dell'University College di Londra, e colleghi. Le conclusioni dicono che "laddove, nelle scuole d'infanzia o primarie, vengono introdotte lezioni attive nel curriculum, c'è un impatto positivo su attività fisica complessiva ed esiti accademici, per cui andrebbero vivamente incoraggiate iniziative in grado di promuovere questa integrazione". Altri studi suggeriscono infine un miglioramento del clima generale della classe e del benessere dei docenti.

Come fare

Ma come si fa, concretamente, a inserire più movimento nelle attività didattiche dei bambini?

A volte bastano solo piccole iniziative, come proporre qualche momento di ballo o altra attività fisica sul posto all'inizio delle lezioni o durante la giornata: saltellare come popcorn appena scoppiati, marciare fingendo di suonare un tamburo, scuotersi come un cane bagnato. Oppure si possono organizzare piccole attività di gruppo, magari chiedendo ai bambini di spostare i banchi per fare più posto: per esempio distribuire agli studenti una carta ciascuno con disegnato un animale (nel mazzo ce ne saranno due per ogni tipo), chiedendo loro di spostarsi fino a trovare il compagno con la stessa carta. O, ancora, proporre attività di Dual Tasking in cui si collegano sforzi mentali a consegne motorie, come imparare parole di una lingua straniera facendo esercizi di abilità.

La partecipazione a programmi strutturati può essere sicuramente d'aiuto, ma anche online si possono trovare diverse risorse utili. Ne è un esempio la guida Get active in classroom (in inglese), promossa da Get Active Ireland, ricchissima di spunti e suggerimenti, anche rispetto alla cosiddetta seduta attiva su palle giganti.

(Articolo pubblicato a gennaio 2020 sulla rivista per insegnanti Focus Scuola)

Che cos'è Focus Scuola

Focus Scuola è la rivista rivolta ai docenti delle scuole primarie e secondarie di primo grado. Disponibile solo su abbonamento.

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