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Scuola inclusiva, cos'è e perché è importante

di Sara De Giorgi - 17.04.2023 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Si parla sempre di più di scuola inclusiva. Cos'è e perché è importante? Scopriamo di più al riguardo con l'aiuto di un esperto del tema.

In questo articolo

Al giorno d'oggi si parla sempre di più di scuola inclusiva, ossia di una scuola - dell'infanzia, primaria, di primo e di secondo grado - aperta a tutti e in grado di valorizzare ogni bambino o ragazzo.

Ma di cosa si tratta in maniera specifica e perché questo concetto è importante?

Scopriamo di più al riguardo con l'aiuto di Carlo Scataglini, insegnante di sostegno a L'Aquila e formatore su strategie di facilitazione e di semplificazione dei contenuti disciplinari, il quale ha spiegato recentemente l'importanza dell'inclusività a scuola durante uno dei webinar organizzati da A.B.C. Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo, che è una onlus nata nel 2005 per aiutare tutti i bambini che devono affrontare complessi percorsi chirurgici all'interno dell'ospedale materno infantile Burlo Garofolo di Trieste. 

Scuola inclusiva, cos'è

Il concetto di "scuola inclusiva" raduna varie e importanti teorie pedagogiche ed è, nella pratica, focalizzata non su un ristretto gruppo di alunni, bensì su tutti gli alunni.

La scuola inclusiva va al di là della classica didattica tradizionale ed è un ambiente rispettoso, nel quale nessun bambino viene escluso o marginalizzato. Anzi, tutti i più piccoli, indipendentemente dall'etnia, dalla classe sociale, dal genere e dalle proprie capacità, sono inclusi in aula e sono trattati in maniera uguale. 

Nel rapporto di "Save the children" denominato Inclusive education: what, why and how, la scuola inclusiva è definita anche bambino-centrica, nell'ambito della quale gli insegnanti pensano in maniera personalizzata alle attività da svolgere, rispettando così i bisogni del singolo bambino e coinvolgendo tutti gli studenti al massimo. È descritta anche come salutare: il bambino deve sentirsi a proprio agio all'interno della classe e dell'intera scuola, e ciò vuole dire che i servizi igienici sono accessibili a tutti e gli insegnanti si impegnano a spiegare le corrette pratiche igienico sanitarie.

Oltre a ciò, la scuola inclusiva è protettiva: ogni bambino è protetto da abusi e violenze, verbali e fisiche. Inoltre, è famigliare perché i genitori vengono sempre inclusi nel processo educativo.

Secondo Carlo Scataglini la scuola inclusiva è quella che dà fiducia e che valorizza gli alunni, che riesce a tirare fuori da ciascuno il meglio, inserendo gli studenti in un processo di crescita che coinvolga tutti.

«La scuola inclusiva si basa non solo sulla condivisione di contenuti scolastici, ma anche sulla condivisione di momenti di socialità, fattori emotivi, desideri. Il contesto è fatto di relazioni e comunicazioni tra pari, a prescindere dalle risorse che ogni alunno possiede. Se ci sono studenti con una disabilità grave, questi valori valgono ancora di più. La scuola inclusive tende a coinvolgere tutti, a prescindere da capacità e difficoltà. La classe viene intesa come un tutt'uno e non devono esistere differenze di trattamento», spiega l'esperto.

Scuola inclusiva, perché è importante

Secondo Carlo Scataglini nella scuola inclusiva «gli insegnamenti vanno adattati alle esigenze di ogni bambino e ragazzo, perché, ogni bambino è diverso dagli altri. Così come ogni adulto. La diversità non è solo un aspetto esteriore, fisico o materiale, ma consiste proprio nella relazione con il mondo e con l'esterno che ciascuno crea con una modalità assolutamente originale», specifica Scataglini.

Dunque, la scuola inclusiva è importante perché attua interventi personalizzati e condivisi, mettendo tutti i bambini nelle condizioni di parità e garantendo ad ognuno di raggiungere, con i suoi tempi e con le sue modalità, traguardi ed obiettivi.

Per questo motivo la scuola inclusiva non riguarda il singolo docente, ma deve essere un cambiamento di prospettiva che riguarda tutti gli insegnanti.

«L'inclusione non è solo importante, ma è indispensabile. Nelle nostre classi scolastiche dobbiamo pensare a tutti gli alunni, ognuno è portatore di situazioni individuali complesse.

La complessità è fondamentale e deve essere ascoltata. Il coinvolgimento di tutti è una necessità indispensabile, considerando anche come sono oggi le nostre classi. Probabilmente nelle scuole di secondo grado le problematiche sono più urgenti, ma il principio è valido e indispensabile», specifica Scataglini.

Scuola inclusiva, come realizzarla

Scataglini chiarisce che «L'inclusione non si realizza affidando a un unico referente la problematica; il problema più grande che ho riscontrato nelle scuole al riguardo è la tendenza a delegare tutto all'insegnante di sostegno. La delega è il contrario dell'inclusione. La scuola inclusiva si realizza solo con una collaborazione operativa.

La didattica semplificata, della quale mi occupo personalmente, richiede l'intervento di tutti gli insegnanti. Nello specifico si tratta di un'operazione non finalizzata solo agli alunni con disabilità: si propone invece a più studenti della classe, è necessaria una grande collaborazione. Serve un modello organizzativo e inclusivo che funzioni bene: questo è fondamentale anche per risolvere il problema del turn over dei docenti e a dare continuità.

Così tutti gli insegnanti lavorano bene insieme. Tutte le figure della scuola - non solo ovviamente docenti, collaboratori e preside, ma anche educatori e famiglie - devono essere armonizzate in questo modello e devono essere utilizzate le associazioni, che sono un'enorme risorsa per la scuola, e hanno conoscenze delle problematiche che ogni disabilità comporta. In un modello che organizza tutte le risorse della scuola la scuola può funzionare bene. Il dirigente scolastico è il garante di questa organizzazione, dà alla scuola un modello inclusivo».

Consigli per favorire l'inclusione a casa e a scuola

Di seguito alcuni consigli per favorire l'inclusione a scuola e a casa secondo Carlo Scataglini.

  1. «Fondamentale è che le famiglie siano sempre chiare e dirette. Occorre entrare nell'ordine di idee di fare un percorso insieme ed evitare di rimuginare sul passato. I genitori devono pretendere che tutti gli insegnanti si occupino del loro figlio o della loro figlia.
  2. Il rapporto tra insegnante di sostegno e genitori è continuativo, ma fondamentale è avere un contatto con tutti i docenti. Gli insegnanti sono chiamati a far attenzione al documento PEI (Piano Educativo Individualizzato), che, laddove possibile, deve essere differenziato.
  3. Non bisogna rassegnarsi al fatto che il ragazzino (o la ragazzina) con disabilità debba rinunciare al viaggio di istruzione o non possa fare determinati percorsi. La scelta delle meta della gita o degli eventi cui partecipare deve essere fatta sempre in funzione della classe intera.
  4. Attenzione alle letture in classe. Non si deve rinunciare a un brano complesso. Lo si può semplificare e renderlo comprensibile al ragazzino con disabilità.
  5. C'è una figura che sta prendendo piede nella scuola ed è qulla dell'homework tutor, per il quale esiste una formazione vera e propria. L'homework tutor è specializzato per aiutare nei compiti a casa i ragazzini con difficoltà. Il 5% delle famiglie ha l'homework tutor. In realtà la maggior parte di homework tutor ad oggi sono i genitori, ai quali nessuno dice niente e non sono aiutati da nessuno. Occorrerebbe aiutare i genitori, dare loro una formazione per aiutare i figli con lo studio. Gli alunni che hanno un aiuto a casa ha spesso risultati positivi. Il mio consiglio è quello di non rassegnarsi mai all'idea sbagliata che con certi alunni non si possa fare nulla o che non possano essere aiutati».

Carlo Scagliarini vive a L'aquila ed è insegnante di sostegno da 35 anni. «Ho avuto la fortuna di conoscere Dario Ianes», spiega, «con il quale è nata una collaborazione. Il risultato sono 300 libri, che riguardano vari aspetti: si tratta di testi di didattica semplificata e facilitata. L'obiettivo è, con questo metodo, quello di rendere accessibili i programmi scolastici a tutti i ragazzi. Non c'è nessun argomento - di tutte le materie - che non possa essere spiegato agli alunni in termini più facili».

Nell'ambito del progetto "Tutela e diritti" di A.B.C. (Associazione per i Bambini Chirurgici del Burlo ets) sono stati organizzati 12 webinar (da marzo a dicembre 2023) sul tema della disabilità e della scuola. Martedì 18 aprile Carlo Scataglini ha parlato dell'importanza dell'inclusività a scuola in un webinar dal titolo "Dal sostegno ai sostegni per una scuola inclusiva per tutte e tutti"

L'associazione A.B.C. è nata nel 2005 per aiutare tutti i bambini che devono affrontare complessi percorsi chirurgici all'interno dell'ospedale
materno infantile Burlo Garofolo di Trieste. Inoltre accoglie gratuitamente le famiglie mettendo a disposizione degli appartamenti durante il ricovero dei loro bambini e offre sostegno psicologico ed emotivo dal periodo di gravidanza, per tutto il percorso di cura e anche dopo il rientro a casa. Inoltre sostiene il Burlo donando strumentazione specialistica, supportando la ricerca scientifica e la formazione degli operatori.

"Tutela e diritti" è un recente progetto (al suo secondo anno) che vuole accompagnare le famiglie nel loro cammino verso la quotidianità, dopo il percorso di cure. Si tratta di un ciclo di webinar gratuiti, proposti con un duplice scopo: da una parte rispondere alla necessità di molte famiglie di essere informate sugli aiuti e i servizi resi disponibili per chi vive nel quotidiano una condizione di disabilità, in particolare dalla Legge 104/92, e dall'altra formare e sensibilizzare operatori sanitari, insegnanti, educatori e tutti coloro che si trovano a operare nell'ambito delle casistiche dell'applicazione della norma. "Tutela e diritti" risponde al forte bisogno da parte di famiglie e operatori di approfondire le proprie conoscenze riguardo alla disabilità.

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