Tagliare le vacanze. Da tre mesi a un mese, un mese e mezzo. E sfruttare il resto del tempo per fare formazione. Questa la proposta del ministro del Lavoro Giuliano Poletti, parlando a Firenze a margine di un convegno sui fondi europei e il futuro dei giovani promosso dalla Regione Toscana.
"Anche noi genitori, noi società, dobbiamo riconsiderare il tema del lavoro nella relazione con le giovani generazioni. Un mese di vacanza va bene. Ma non c'è un obbligo di farne tre. Magari uno potrebbe essere passato a fare formazione. Serve un più stretto rapporto tra scuola e mondo del lavoro e questa è una discussione che va affrontata, anche dal punto di vista educativo".
Secondo il ministro, non bisogna scandalizzarsi se per un mese d'estate i giovani fanno un'esperienza lavorativa nel mondo del lavoro. Questa è una questione da affrontare. "Non troverei nulla di strano se un ragazzo lavorasse tre o quattro ore al giorno per un periodo preciso durante l'estate, anziché stare solo in giro per le strade" continua il ministro.
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Una scelta condivisibile, secondo la senatrice Francesca Puglisi, responsabile scuola della segreteria nazionale Pd: "Le riflessioni del ministro Poletti sono condivisibili, sono già molte le scuole che d'estate sono aperte per corsi di recupero, stage di lavoro, attività motorie e di cittadinanza attiva. Anche il ddl del governo Renzi va in questa direzione e prevede istituti sempre più disponibili alle esigenze degli studenti e delle famiglie, anche al termine delle lezioni". (Leggi anche: 6 dritte ai genitori su come organizzare le vacanze dei bambini)
Meno convinti invece gli studenti. Le dichiarazioni del Ministro Poletti "sono allucinanti. Sembra voler invitare gli studenti a lavorare d'estate, preferendo lo sfruttamento alla formazione" ha commentato Danilo Lampis, coordinatore nazionale dell'Unione degli Studenti.