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Le sculacciate servono?

di Niccolò De Rosa - 07.05.2019 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Secondo un rapporto Unicef nel mondo circa 300 milioni di bambini tra i 2 e i 4 anni ricevono regolarmente qualche tipo di punizione fisica. Ma la violenza ha davvero valore educativo?

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Le sculacciate servono?

Nonostante diversi studi abbiano dimostrato l'inutilità - se non la dannosità - di schiaffi e sculacciate, la violenza fisica continua ad essere utilizzata come metodo educativo. Secondo un rapporto dell'Unicef infatti, oltre 300 milioni di bimbi tra i 2 e i 4 anni tutt'oggi ricevono regolarmente castighi che implicano componenti di violenza fisica o psicologica e, a livello mondiale, ben 1,1 miliardi di genitori o tutori sono convinti che le punizioni corporali siano indispensabili per far crescere un bambino sano, educato e rispettoso. Indipendentemente dall'entità di simile misure "formative" però queste sono tutte forme di violazione dei diritti dell'infanzia.

«Gli adulti responsabili dell'educazione dei minori non usano necessariamente la violenza con la deliberata intenzione di far male o ferire il bimbo - dicono gli autori de report - Essa è causata piuttosto da rabbia o frustrazione, dall'ignoranza riguardo ai danni che certi comportamenti possono causare o dalla poca dimestichezza con metodi alternativi e non-violenti».

Un problema globale

Quello delle punizioni corporali è un tema quantomai trasversale. A differenza della stragrande maggioranza dei casi infatti, questa particolare caratteristica sociale non dipende da status o agio economico: i bambini provenienti da famiglie benestante hanno la stesse probabilità di subire castighi violenti di coetanei appartenenti a contesti meno abbienti.

Alla base di un simile quadro vi è la convinzione ancestrale che le botte, se distribuite con "equità e criterio", possano raddrizzare i comportamenti sbagliati dei fanciulli.

Alcuni Paesi - Svezia in testa - hanno anche provato a mettere fuori legge questi metodi violenti (anche quelli perpetrati dai genitori all'interno delle mura domestiche), ma la situazione non è cambiata granché. Tanti sono ancora convinti che la violenza serva.

Punizioni fisiche inutili

Certo, una ricerca del 2005 condotta dall'americano Robert Larzelere sembrava dimostrare una certa valenza benefica della sculacciata "occasionale", ma stando agli stessi autori dello studio tale sfogo violento - oltre ad essere veramente sporadico - doveva rappresentare sono una "riserva" da sfoderare soltanto dopo il fallimento di tutte le altre alternative disciplinari.

Inoltre, lo schiaffo o la sculacciata riuscivano nell'intento educativo solo dopo le scuse da parte del genitore: in questo modo il bambino non solo riconosceva di aver esagerato fino al punto d'aver fatto perdere il controllo all'adulto, ma capiva che l'uso della violenza rimaneva comunque un comportamento sbagliato.

L'evidenza scientifica

Insomma, un ceffone saltuario non ha mai ucciso nessuno, ma illudersi che il gesto violento comporti una qualche utilità pedagogica è assolutamente errato.

 

Magari al momento il bambino smette di frignare o di fare i capricci, ma sul lungo periodo gli effetti sono tutt'altro che positivi.

 

«Avviene una ripercussione psicologica sul bambino - spiega al Corriere della Sera la psicoterapeuta dell'età evolutiva Simona Dal Pozzo - sviluppo di ansia, disturbi comportamentali, oppositivi provocatori, problemi di apprendimento a scuola, più raramente predisposizione all'utilizzo di droghe in futuro e di comportamenti violenti».

 

Per l'esperta però la conseguenza peggiore però rimane l'abitudine a gestire le relazioni in modo fisico e non attraverso il dialogo.

 

«Nell'immediato, il bambino picchiato ubbidisce spesso all'ordine che ha ricevuto per paura delle botte. Ma per lui è anche la prima esperienza di viltà». ha spiegato Olivier Maurel, presidente dell'Osservatorio francese sulla Violenza Educativa Ordinaria e interpellato da nostrofiglio per l'articolo "sculacciate, 10 motivi perché è meglio farne a meno.

«Spesso ricomincia alla prima occasione ma di nascosto: prima esperienza di ipocrisia. Infine, può provare piacere a sfidare i genitori; prima esperienza di provocazione. Viltà, ipocrisia, provocazione: è davvero questo che i genitori vogliono insegnare ai loro figli?»

 

Anche la meta-analisi realizzata nel 2016 dalle Università di Austin e del Michigan hanno evidenziato come lo sculacciare possa causare aggressività, problemi di salute mentale (e comportamentale), bassa autostima e perfino una riduzione della capacità cognitiva.

 

E la stessa prestigiosa American Academy of Pediatrics (l'Associazione americana dei Pediatri) ha preso una posizione bel precisa contro le sculacciate. Bloccano l'azione del bimbo nell'immediato per paura, ma di certo non lo aiutano a imparare i giusti comportamenti da tenere.

Le alternative alle sculacciate

  1. Puntare sul rinforzo positivo, lodando i bimbi quando si comportano bene.
  2. Fate attenzione all'ambiente che circonda il bimbo, per prevenire i cattivi comportamenti.

  3. Organizzatevi in modo da prevenire disagi e capricci.

  4. Date delle regole e siate coerenti in modo che vengano rispettate (spiegando le conseguenze).

  5. Non date ascolto a un capriccio.

  6. Ricorrete al time-out.

  7. Concedetevi una pausa, se state per scoppiare.

Sculacciata nel mondo: dove è vietata per legge

Secondo la Global Initiative to End All Corporal Punishment of Children ecco i Paesi o territori dove è vietato per legge sculacciare i bambini:
Albania, Andorra, Argentina, Aruba, Austria, Benin, Bolivia, Brasile, Bulgaria, Capo Verde, Congo, Costa Rica, Croazia, Curaçao, Cipro, Danimarca, Estonia, Finlandia, Germania, Grecia, Groenlandia, Honduras, Irlanda, Islanda, Israele, Isole Faroe, Isole Pitcairn,Kenya, Lettonia, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo, Malta, Mongolia, Montenegro, Olanda, Nuova Zelanda, Nicaragua, Norvegia, Paraguay, Perù, Polonia, Portogallo e Ungheria.
Da aggiungere alla lista dei Paesi: Moldavia, Romania, San Marino, Slovenia, Sud Sudan, Spagna, Saint-Martin, Svalbard e Jan Mayen, Svezia, Macedonia, Togo, Tunisia, Turkmenistan, Ucraina, Uruguay e Venezuela.

Correggere i comportamenti sbagliati

Ma se non è vero che «mazz e panell fann e figl bell» allora cosa devono fare i genitori per correggere con decisione i comportamenti scorretti dei loro bimbi? Puntare sul rinforzo positivo, lodando i bambini ogni volta che si comportano bene, è una delle strade più consigliate. In questo modo i piccoli sono stimolati a comportarsi bene per cercare approvazione e riconoscimento.

 

Prevenire l'insorgere di possibili capricci (es: offrire una merenda salutare prima che al bimbo venga fame e voglia di "schifezze") e offrire regole chiare e non contrattabili poi aiuta i ragazzi a raggiungere i giusti equilibri.

 

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