In questo articolo
Che cos'è la parotite
La parotite è una malattia infettiva causata da un virus appartenente al gruppo dei Paramyxovirus. È conosciuta anche con il nome comune di "orecchioni" perché il suo sintomo caratteristico è proprio il gonfiore della zona posta sotto un orecchio (o entrambi).
A gonfiarsi sono in realtà le ghiandole parotidi, le più grandi tra le ghiandole salivari.
La malattia è tipica dei bambini tra i 5 e i 10 anni, mentre è molto rara in quelli con meno di due anni. L'introduzione del vaccino ha ridotto in modo significativo la frequenza della malattia tra i bambini. Se però le coperture vaccinali si abbassano - come si sta verificando nel nostro paese - la parotite tende a diventare più frequente negli adulti, dove è anche più facile che si manifestino le complicanze.
La malattia si diffonde soprattutto nel tardo inverno e all'inizio della primavera.
I sintomi della malattia
In genere i primi sintomi sono poco specifici e possono essere confusi con quelli di una classica influenza:
- febbre,
- mal di testa,
- dolori alle articolazioni,
- malessere generale,
- mancanza di appetito.
Già il giorno dopo (o al massimo pochissimi giorni dopo), però, compare anche il sintomo più tipico, cioè il rigonfiamento della zona posta sotto un orecchio, o entrambi, all'incirca dietro l'angolo della mandibola. Al gonfiore si associa dolore durante la masticazione e la deglutizione.
Dolore e gonfiore sono dovuti all'infiammazione delle ghiandole parotidi, le più grandi tra le ghiandole salivari. Di solito è colpita prima una parotide e dopo un paio di giorni anche l'altra, ma non è raro che venga colpita un solo lato.
In alcune persone, l'infezione da parte del virus della parotite non comporta sintomi, mentre in altre si verificano solo quelli aspecifici e non c'è gonfiore delle parotidi.
Dovresti sentire il medico non appena sospetti che il tuo bambino possa avere gli orecchioni: ti consiglierà cosa fare e come evitare la diffusione dell'infezione ad altri ed escluderà altre infezioni che all'inizio potrebbero avere sintomi simili, come la tonsillite.
Come si fa la diagnosi
La diagnosi è essenzialmente clinica, cioè si basa sui sintomi.
In casi dubbi, il medico può richiedere un esame del sangue per confermare o meno la presenza di anticorpi contro il virus (se ci sono, significa che la malattia è in atto). Ancora più raramente, può essere effettuata la ricerca del virus direttamente nella saliva.
Come si trasmette
Come quelli di influenza e raffreddore, anche il virus della parotite si trasmette attraverso goccioline infette di saliva o di muco nasale, dunque principalmente attraverso colpi di tosse e starnuti, oppure per contatto diretto con superfici contaminate. La malattia è contagiosa per alcuni giorni prima e dopo la comparsa dei sintomi.
Se tuo figlio ha gli orecchioni, dovresti cercare di limitare la diffusione della malattia tenendolo a casa da scuola per almeno 5 giorni dopo la comparsa dei sintomi.
L'infezione garantisce immunità permanente: significa che non ci si può ammalare una seconda volta.
Come si cura
Non esiste una terapia specifica per il morbillo, perciò il trattamento riguarda soltanto i sintomi. In particolare, si possono utilizzare paracetamolo oppure ibuprofene per abbassare la febbre e antidolorifici (di nuovo, paracetamolo) per attenuare il dolore causato dall'infiammazione.
L'alimentazione
Una dieta semiliquida e l'applicazione di caldo o di freddo possono essere ulteriormente d'aiuto in questo senso.
Per tutta la durata della malattia, è bene tenere il bambino a riposo e ben idratato.
Le possibili complicanze
Nei bambini, gli orecchioni passano in alcuni giorni senza alcuna conseguenza nella grande maggioranza dei casi. Tuttavia possono esserci - raramente - delle complicazioni, tra le quali encefalite con conseguenze anche a lungo termine, meningite, pancreatite e danni all'udito: in circa 5 casi ogni 100 mila di malattia si verifica la perdita dell'udito.
Negli adulti le complicazioni sono più frequenti e nei maschi comprendono anche l'orchite, cioè un'infiammazione dei testicoli che può portare ad atrofia testicolare e, in alcuni casi, anche a sterilità. L'orchite interessa circa 5 maschi su 10 colpiti, da adulti, da parotite. L'infiammazione delle ovaie, nelle donne, è possibile ma meno frequente (circa il 5% dei casi).
Rischi in gravidanza
Il contagio nelle prime 12 settimane di gravidanza è associato a un aumento del rischio di aborto spontaneo, che arriva al 25% (una gravidanza su quattro viene persa). Non c'è però un aumento del rischio di malformazioni fetali.
Come si previene
Oltre al rispetto delle buone norme igieniche (fondamentale lavarsi bene e spesso le mani, e ricordare ai propri figli di farlo!) l'arma migliore contro la malattia è la vaccinazione.
In Italia tipicamente il vaccino contro la parotite è combinato con quelli contro morbillo e rosolia (MPR) e viene somministrato ai bambini in due dosi: tra i 12 e i 15 mesi e intorno a 5-6 anni. La vaccinazione può comunque essere effettuata a qualunque età.
Poiché si tratta di un vaccino cosiddetto attenuato - cioè contenente virus vivi, per quanto resi il più possibile innocui - il vaccino è sconsigliato a persone che hanno carenze del sistema immunitario e alle donne in gravidanza.
Un'enorme massa di studi condotti negli ultimi 15 anni ha mostrato che non esiste alcuna correlazione tra la somministrazione di questo vaccino e il rischio di autismo.
Fonti per questo articolo: Sito web VaccinarSì; Sito web Epicentro; Pagina di approfondimento del Servizio Sanitario inglese; Sito WebMD.