Home Bambino

Pedagogia del silenzio: cos'è e come ci aiuta nelle relazioni

di Rosy Maderloni - 21.12.2023 - Scrivici

pedagogia-del-silenzio
Fonte: Shutterstock
Nelle relazioni familiari come a scuola, la pedagogia del silenzio può rivelarsi utile per gestire le crisi e valorizzare un ascolto profondo dell'altro.

In questo articolo

Pedagogia del silenzio: cos'è e come ci aiuta nelle relazioni

Non è escluso vi potesse essere un intento pedagogico nel popolare detto per cui "il silenzio vale più di mille parole". Sempre più difficile da ricreare nelle situazioni quotidiane in casa o in classe, disturbate da brusii di sottofondo che oggi chiamiamo notifiche, trilli, playlist, il silenzio corre il rischio di diventare quell'imprevisto cui porre rimedio con parole, parole, parole. Eppure una pedagogia del silenzio esiste ed è senz'altro utile in molte situazioni. Ne parliamo con Andrea Pozzobon, docente di Pedagogia della famiglia e Pedagogia di comunità all'Istituto universitario salesiano Venezia.

Cos'è la pedagogia del silenzio e quando è nata?

"Assistiamo in questi anni a una crescente attenzione verso il tema del silenzio come materia dai risvolti pedagogici ed educativi - premette il docente - e questa riflessività sul concetto di silenzio aiuta a fare un'esperienza organizzata per cui giungere a parlare di Pedagogia del silenzio. Troviamo nel lavoro di Duccio Demetrio una prima principale attività in questo senso. Il silenzio è però un concetto ambivalente: da una parte è legato a sentimenti negativi come l'incomunicabilità o l'interruzione di dialogo ma dall'altra parte ciascuno di noi può confermare di avere fatto esperienze di silenzi generativi per il nostro benessere come aiuto alla concentrazione ad esempio o come momento di crescita. Parlare di silenzio tocca tre dimensioni:

  • Dimensione uditiva: il silenzio inteso come assenza di rumore in un contesto iperstimolato come il nostro, là dove il rumore di fondo è insostenibile, il silenzio diventa risorsa rilevante.
  • Dimensione personale: il silenzio ospita quell'intimità che ci permette di coltivare lo spirito e dare senso andando a fondo di ciò che ci fa capire che la nostra vita è più ampia di quello che nel quotidiano afferriamo. Il silenzio riguarda, insomma, ciò che trascende.
  • Dimensione relazionale: il silenzio dà corpo e caratterizza la relazione tra le persone. Non esistono relazioni estranee a questo componente: tra partner, con i figli, gli amici, i colleghi. Le close relationship come le chiamiamo. In queste relazioni in nessun modo il silenzio può essere inteso come una mancanza, ma come dimensione attiva della relazione". 

Quali sono le caratteristiche in ambito educativo della pedagogia del silenzio?

"Silenzio e parola non sono in contraddizione - chiarisce Pozzobon -, ma in opposizione polare, ossia vanno intesi come due poli in relazione che si nutrono reciprocamente.

Il silenzio non è dicibile senza parola e viceversa. In pedagogia potremmo parlare di vuoto attivo, che mi serve per essere in grado di mettermi in ascolto dell'altro. Il tema centrale della pedagogia del silenzio in ambito relazionale è un ascolto autentico, affinché le relazioni crescano. L'ascolto attento e silenzioso valorizza l'altro, lo accoglie, permette di ospitare l'altro in sé stesso e di diventare ospite dell'altro. Troppo spesso, invece, mentre l'altro parla siamo concentrati a pensare a cosa rispondere".

Il silenzio a scuola ha funzione pedagogica?

"Quello a cui più spesso assistiamo nelle nostre scuole è il silenzio imposto mentre la pedagogia montessoriana aveva già sviluppato nel secolo scorso questo tema collegandolo alla ricerca di autonomia nel bambino ipotizzando con attività concrete. Paulo Freire, pedagogista che ha molto lavorato sulla polarità silenzio/parola, ha ricordato come nel rapporto educatore - educando solo il docente che fa veramente silenzio è in grado di ascoltare le istanze del ragazzo. Nell'approccio del cooperative learning avviene qualcosa di simile in quanto attraverso il riconoscimento reciproco riusciamo a instaurare una relazione educativa autentica".

In quali situazioni adottare il silenzio nelle relazioni può portare vantaggi e risultati?

"Faccio 3 esempi pratici presi dalla vita quotidiana - chiarisce il pedagogista -:

  1. In che modo ascolto l'altro parlare in casa? Dedico tutto me stesso nella conversazione? Se, ad esempio, mentre il coniuge o un figlio parlano e io sto caricando la lavastoviglie o cucinando, il mio ascolto sarà parziale perché preso da molti stimoli ho poche possibilità di fare silenzio. Fare silenzio vuol dire mettersi davvero di fronte all'altro in un ascolto non disturbato, anche lo sguardo è rivolto all'altro. Certamente il silenzio totale non esiste ma il nostro obiettivo è eliminare le distrazioni e vivere il momento che ci è dato nel migliore dei modi. 
  2. Quanto silenzio sanno fare i figli che studiano con il cellulare sul tavolo o la musica accesa? I ragazzi fanno sempre meno esperienza del silenzio come strumento per aumentare la concentrazione e riuscire meglio nelle loro attività. Proviamo ad aiutarli a fare silenzio quando hanno bisogno di concentrarsi, riusciranno a gestire il tempo più efficacemente ricavando sicuramente altri momenti per lo svago e le relazioni. 
  3. Nei momenti di crisi in famiglia e nelle altre relazioni il silenzio è tecnica estrema per non cedere alle offese, alla violenza o alla manifestazione di forza fisica: quando si è vicini a una escalation la soluzione può essere dividersi, allontanarsi fisicamente fare silenzio per lavorare a un percorso di ricostruzione della fiducia.

In tutte le relazioni in cui non c'è il silenzio non può nascere nulla di buono e questo vale a tutte le età, con figli piccolissimi.

Pensiamo ai neonati: parlare ai bambini è giustissimo, ma non bombardarli di parole. Il contatto tra corpi, lo sguardo, i respiri sono potenti modi di comunicare che nulla hanno da invidiare all'uso delle parole". 

L'intervistato

L'intervistato è Andrea Pozzobon, docente di Pedagogia della famiglia e Pedagogia di comunità all'Istituto universitario salesiano Venezia.

TI POTREBBE INTERESSARE

ultimi articoli