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Processionaria: ecco perché starne alla larga

di Simona Regina - 28.03.2017 - Scrivici

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Fonte: pixabay.com
A seguito del contatto con le larve di processionaria o con i peli dispersi nell’ambiente possono manifestarsi reazioni epidermiche, e nel caso di inalazione possono comparire reazioni infiammatorie alle vie respiratorie. I più a rischio sono i soggetti particolarmente sensibili: allergici e asmatici. Come comportarsi e come riconoscerle.  

In questo articolo

«Si è risolto tutto tranquillamente». Così Elio Novembre, responsabile di allergologia dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Meyer di Firenze, commenta il caso dei bambini che la scorsa settimana sono arrivati in pronto soccorso perché entrati in contatto con la processionaria mentre giocavano in un giardino pubblico.

 

Quella che noi chiamiamo processionaria è un lepidottero defogliatore, un insetto cioè che vive a spese di diverse specie di pino (Traumatocampa pityocampa), ma può essere dannoso anche per altre conifere, come il cedro. In età adulta è una farfalla di colore grigio, con corpo tozzo e peloso, ma è nello stadio di larva che può causare fastidi a persone e animali.

 

Perché è meglio starne alla larga

«Il corpo delle larve è ricoperto di peli urticanti che possono causare reazioni allergiche, orticarie, dermatiti da contatto e solo molto, molto raramente reazioni più gravi, come asma e reazioni anafilattiche».

In caso di contatto, spiega Novembre, «è opportuno sciacquare abbondantemente la pelle. Se la reazione è lieve, può essere sufficiente applicare un trattamento emolliente. Altrimenti, in caso di reazione cutanea o asma importanti, meglio rivolgersi al medico».

Che fare

«Dal punto di vista cutaneo se la reazione è minima, e quindi compare solo un po’ di rossore sulla pelle – aggiunge Maya EL Hachem, responsabile di dermatologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma – basta applicare una crema emolliente con effetto antinfiammatorio e tagliare le unghie per evitare che, grattandosi, il bambino o la bambina si faccia delle ferite e si infetti. In caso di reazione più importante o di peggioramento, il pediatra o il dermatologo prescrive invece una terapia a base di cortisone locale (per ridurre l’infiammazione) e antistaminici per bocca. In rari casi e in presenza di reazioni respiratorie potrebbe essere necessario anche il cortisone per bocca e la terapia con broncodilatori». Non si applicano invece antistaminici in crema perché con l’esposizione solare possono causare reazioni allergiche.

Gli esperti ricordano, comunque, che la processionaria non è pericolosa, e solo nei bambini particolarmente sensibili, perché asmatici o soggetti ad allergie cutanee, può causare sintomi più fastidiosi.

«Sintomi che, in ogni caso, se trattati, scompaiono in pochi giorni» rassicura la dermatologa. Che però avvisa: «le reazioni peggiorano a ogni nuovo contatto». Per cui chi ha già avuto la spiacevole esperienza di un incontro ravvicinato con la processionaria, tende a pagarne ancora di più gli effetti successivamente.

«Solitamente – continua – il contatto con i peli della processionaria innesca un processo infiammatorio locale, la comparsa cioè di papule di qualche millimetro. In chi è allergico e ha quindi la pelle più suscettibile e reattiva, invece, può generare anche la comparsa di noduli, con bolle di siero che, rompendosi, possono andare incontro a infezione, oppure provocare edema con gonfiore della parte irritata. Ma la terapia consigliata, se tempestiva, previene le complicanze e accelera la guarigione». In caso di infezione delle bolle, meglio ricorrere anche a un antibiotico locale o per via orale, in funzione dell'entità e dell'estensione dell'infezione.

Come rilevare la presenza delle processionarie?

A cominciare dall’autunno le larve di processionaria iniziano a costruire i nidi dove trascorreranno poi l’inverno. «”Nidi” che sono ben visibili sui rami» spiega Fabio Cianferoni, entomologo e collaboratore della Specola del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze. «Sono ammassi biancastri e setosi, dall’aspetto lanuginoso».

Poi, tra la fine di febbraio e gli inizi di aprile, a seconda delle condizioni climatiche, le larve mature, lunghe fino a 4 centimetri, abbandonano i bozzoli e in fila indiana – per questo il nome processionarie – scendono dai rami dei pini e si infilano nel terreno dove si incrisalidano e da dove sfarfalleranno tra la fine di giugno e i primi di settembre.

«Per questo il contatto con i bruchi è frequente all’inizio della primavera, e proprio durante le loro processioni è possibile dunque entrare in contatto o inalare i loro peli urticanti» precisa Cianferoni. In caso di reazioni allergiche, allontanare il bambino dall'area.

Per evitare il problema a monte, «si potrebbe evitare di piantare questi alberi, vulnerabili a infestazioni da processionarie, nelle zone residenziali» commenta l’entomologo, che ricorda comunque che la lotta alla processionaria del pino risulta obbligatoria, nelle zone ritenute a rischio e dove la presenza dell'insetto minacci seriamente la sopravvivenza degli alberi, ai sensi del Decreto Ministeriale del 30 ottobre 2007 (pubblicato sulla GU n°40 del 16 febbraio 2008).

Al Servizio fitosanitario e/o al sindaco territorialmente competenti spetta il compito di impartire le modalità di intervento per il contenimento dell'insetto. «Esistono diversi metodi di disinfestazione: dalla rimozione dei nidi, fatta ovviamente da persone specializzate, all’impiego di bioinsetticidi o di trappole con feromoni per catturare gli adulti» conclude Cianferoni.

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