Vuole continuare a guardare la tv anche se dovrebbe essere a letto già da un pezzo. Oppure: a cena non vuole mangiare nulla di quello che gli hai preparato o ci mette ore per finire. O ancora: al mattino non si vuole vestire, non si decide su quello che deve mangiare a colazione e siete perennemente in ritardo...
È probabile che anche tu in una di queste situazioni abbia rischiato di andare in tilt, di perdere la pazienza e di scivolare inavvertitamente nelle due ipotesi sotto.
- Hai mollato la presa e hai lasciato perdere. Te ne sei andato di là con il tuo bagaglio di rassegnazione e ingoiando il boccone hai detto: "Ma fa un po' come vuoi! Arrangiati! Sono stufo di tutta questa storia…. Vedi di calmarti, vestirti e io esco, ti aspetto di sotto…."
- Hai iniziato a sentire il sangue ribollire, sei arrabbiatissimo, non capisci perché tutte le volte non ti ascolta, non sai come fare e non gestisci l'impulso frenetico: "Adessoooo bastaaaaaa!!!! Smettilaaaaa!!! Ne ho abbastanza di te! Infilati questa benedetta maglietta e muoviti! Stasera scordati la tv e oggi pomeriggio niente gelato!!!". Ecco che impietose possono scappare urla, sgridate, punizioni, sberle e sculacciate.
In entrambi i casi non otterrai nulla di positivo. Forse tuo figlio si adatterà alla situazione, ma come si sarà sentito? Cosa avrà imparato? La stima e la solidità del vostro rapporto avrà acquistato o perso punti?
In questo articolo
Qual è il vero problema oggi dei genitori?
Il problema è che spesso non conosci alternative: non vorresti punirlo ma non sai cos'altro fare, non vorresti arrabbiarti ma non sai come mantenere la calma, vorresti che mangiasse e nello stesso tempo vorresti rispettare i suoi bisogni ma non sai da che parte iniziare.
La bella notizia è che, anche se nessuno finora te lo ha mai detto, è possibile dare regole, limiti, educare alle buone maniere senza capricci e litigate, senza minacciare la qualità della relazione e il tuo ruolo, senza rischiare di far sentire tuo figlio incompreso, non amato e poco ascoltato.
Ecco di seguito alcuni suggerimenti pratici per risolvere nel migliore dei modi le situazioni più comuni dove si annidano i capricci e le lotte di potere.
PRIMO CAPRICCIO: vuole continuare a guardare la tv
Per prima cosa domandati sempre: Perché non la vuole spegnere la tv? Tutti i bambini hanno sempre una motivazione seria, sincera e importante per comportarsi in un certo modo. A volte noi adulti la banalizziamo e da qui nascono i problemi. Il primo passo è invece sempre quello di metterci nei suoi panni e domandarci il motivo del suo disappunto o del suo disagio. Nel caso della tv per esempio può essere che voglia farti innervosire per attirare la tua attenzione o che la televisione gli stia servendo per compensare dei vuoti affettivi o dei momenti di solitudine perché sta poco con te e, quando ci sta, tu a volte sei impegnato a pensare ad altro. Oppure ancora sta usando la tv per rilassarsi e magari non si è ancora rilassato abbastanza (molti bambini poco abituati a liberare le tensioni della giornata attraverso il contatto con la natura, il gioco, le coccole, utilizzano la televisione). Ecco le soluzioni:
- Anticipa il bisogno e trasmettigli un senso di abbondanza. Finché non risolvi la motivazione, è inutile privarlo del suo strumento di compensazione. Cercherà di farlo ancora di più. Diventa utile anticipare il suo bisogno invitandolo noi per primi a guardare la tv per esempio prima di cena e dirgli che può guardarla tranquillo. Quando sarà ora di spegnere è importante fargli percepire un senso di comprensione e abbondanza: "Tra un pochino è ora di spegnere, ma adesso guardala ancora! Ti piace questo cartone?". Dopo un pochino: "Adesso è proprio ora di spegnere…. Che peccato vero? Finisci l'episodio e poi andiamo di là". Sentendo una modalità più morbida e comprensiva, tuo figlio sarà molto più disponibile e non entrerà in quel meccanismo per cui se una cosa non la puoi avere la cerchi ancora di più.
- Fai il possibile per colmare il suo vuoto affettivo. Se avesse alternative alla televisione, la utilizzerebbe molto meno. L'alternativa migliore è il rapporto che puoi costruire con lui, abituandolo a comunicare con te, a fare le cose insieme a te e non solo giocare ma anche aiutarti a cucinare, a riordinare. Il tutto funziona se fatto divertendosi!
- Crea più momenti di gioco e condivisione. Fai il possibile per trovare momenti in settimana in cui puoi ricaricarti di energie così da arrivare a casa con maggior predisposizione e disponibilità. Ti aiuteranno per giocare un po' di più con lui, per inventarti nuove attività da fare insieme, per gestire i lavori di casa insieme a lui che a suo modo sta collaborando (con le cose che cadono, il pavimento che si sporca, con lui che è più lento di te a pelare le patate, ecc.).
- Abbi pazienza e non demordere. Il grande pericolo per te sarà quello di non vedere il giorno dopo la situazione trasformarsi e quindi lasciar perdere. Noterai da subito i primi risultati ma il vero cambiamento arriva nel tempo. Armati di pazienza e persevera.
SECONDO CAPRICCIO: non vuole mangiare
- Riempi meno il piatto. La capienza dello stomaco di tuo figlio è inferiore alla tua. Eviti un sacco di problemi se gli riempi meno il piatto (per i bis c'è sempre tempo). Siamo una società di individui iperalimentati: se tuo figlio mangia la giusta quantità che gli richiede il suo organismo, anche se a te sembra poco, apprezzalo e impara da lui...
- Chiediti quale può essere la sua motivazione profonda, evita i preconcetti. Forse non ha più fame, forse preferisce andare a giocare, forse non gli piace davvero quel tipo di condimento, forse ha instaurato fin dall'inizio un cattivo rapporto con il cibo in seguito a uno svezzamento forzato, troppo tardivo o prematuro ecc. Anche in questo caso è essenziale risalire alla vera motivazione e risolvere quella. Noi in questo modo abbiamo risolto moltissime situazioni difficili, sia con bambini che si rifiutavano di mangiare sia con bambini che non smettevano di ingurgitare cibo.
- Forse vuole attirare la tua attenzione. I bambini oggi hanno bisogno di molta attenzione: non perché siano dei principini viziati, ma perché quelle che ricevono sono poche o frettolose rispetto ai loro bisogni. È facile quindi che il momento del pasto (a cui tu tieni molto) diventi una facile arma per ricevere attenzioni e tempo, oltre che un modo per scaricare le loro tensioni. Ricorda: se migliori la qualità del tempo che trascorri con lui, avrà meno occasioni di sollecitare il tuo interesse a tavola.
- Se non si tratta di episodi sporadici bisogna risalire al rapporto con la madre e risolvere quello, se necessario. Il primo nutrimento lo riceviamo tutti all'interno del corpo materno. Spesso segue l'allattamento al seno materno e per istinto il bambino collega l'accoglienza, l'affettività e il calore al cibo. Quando questi aspetti nel rapporto con la mamma sono compromessi, ecco che lo è anche quello con il cibo. Migliorando il rapporto con la figura materna, si risolve spesso il rapporto con il cibo, se è questa la causa all'origine.
- Non dimenticarti di considerare sempre il valore dell'esempio: se ti mostri schizzinoso, particolarmente rigido o particolarmente goloso, perennemente affamato o con lo stomaco chiuso, ricorda che tuo figlio ti farà da specchio.
TERZO CAPRICCIO: al mattino non si vuole preparare
Ecco qui i quattro passi che abbiamo usato (e che ci hanno salvato la pelle) negli anni in cui avevamo dai 4 ai 7 bambini in affido familiare da svegliare insieme la mattina per portarli a scuola.
Passo 1: Considera meglio i tempi. All'inizio potrà non piacerti molto l'idea, ma spuntare la sveglia mezz'ora o un'ora prima ti farà scoprire che un'ora di sonno in meno non ti cambia la vita e migliora la qualità del tempo che hai a disposizione per gestire con calma le tue esigenze e quelle di tuo figlio. Avere più tempo per svegliare tuo figlio con qualche coccola in più, per fare colazione con calma, per giocherellare mentre ci si veste e riuscire a gestire le sue obiezioni con il sorriso non può portare altro che benefici.
Passo 2: Fai il possibile per gestire la tua reazione. Se senti che stai per cedere al nervosismo, fai qualche respiro profondo, accogliti e recupera la tua neutralità. Solo se mantieni l'equilibrio puoi gestire velocemente e brillantemente la situazione senza cadere nella trappola delle urla e delle lotte di potere. E non dimenticarti di accogliere anche sempre le emozioni di tuo figlio, di ascoltarlo anche se è arrabbiato e di prendere sul serio le sue motivazioni.
Passo 3: Vai alla motivazione profonda e risolvi quella. Ancora una volta fai il possibile per renderti conto che il vero motivo della tua rabbia o del tuo sconforto non è tuo figlio o la situazione che si è venuta a creare, ma la ferita aperta dentro di te che per qualche motivo è tornata a sanguinare.
Passo 4: Sei tu il genitore e sei tu la guida. Se ti infili nella strada senza ritorno di quei figli che possono scegliere a che ora alzarsi, che possono scegliere fra 20.000 vestiti, che possono tuffarsi nell'armadio e tirare fuori quello che vogliono, che possono spendere mezz'ora per scegliere fra dieci tipi di corn flakes, dieci tipi pane e di marmellata o quattordici tipi di brioche, come pensi di uscirne vivo? Impossibile!
Prendi in mano le redini della situazione prima ancora di andare a svegliare tuo figlio e sii consapevole di tutto quello che deve succedere: sveglia, coccole, bagno, colazione con pane x e marmellata y, vestirsi con maglietta x e pantaloni y, uscire di casa.
Se sei tu a guidarlo con empatia e dolcezza (non significa "imporsi") il gioco è fatto: tuo figlio ti segue sereno, non si creano stress, ogni cosa va come deve andare, lui sente la tua sicurezza e la assorbe da te come una spugna.
Forse ti servirà un po' di tempo per scardinare le vecchie abitudini che hai appiccicate addosso ma che non ti hanno aiutato a risolvere definitivamente le lotte di potere quotidiane. Se ti concedi il tempo e l'elasticità necessari a questo scopo scoprirai anche tu la meraviglia che si nasconde dietro all'opportunità di educare figli sereni e di crescere anche noi insieme a loro.
Infine, ti salutiamo ricordandoti che…
Vogliamo come prima cosa che tu stia bene e non solo perché questo fa stare bene i tuoi figli come diretta conseguenza, ma anche perché tu sei importante.
Tuo figlio è tuo figlio e tu sei tu. Un giorno lui sarà grande, farà la sua strada e tu resterai con te stesso, felice del tuo passato e dei frutti raccolti, oppure frustrato per aver raccolto poco, per aver fatto tanta fatica e per non essere riuscito a goderti gli anni migliori, non solo per il lavoro che magari non è il massimo, non solo per i mille impegni, non solo per la mancanza di tempo libero ma anche perché non sei riuscito a ricavare il meglio dal rapporto con i tuoi figli.
Questo non ce lo possiamo permettere. Vale la gioia fare di tutto per ottenere il meglio e il massimo. C'è sempre tempo per diminuire le proprie attese e le proprie speranze. Le nuove generazioni dei nostri figli sono tutt'altro che mediocri e di certo non si scelgono genitori inferiori alle loro aspettative. Quindi anche tu hai già dentro di te tutto quello che ti serve per essere all'altezza di quello che tuo figlio ti richiede per crescere.
Sull'autrice Roberta Cavallo

Aiuta i genitori a osservare e a decifrare il comportamento, "gli indizi" dei figli per risolvere le incomprensioni e le difficoltà di educazione in ogni fascia di età.
Domande e risposte
Perché il bambino non vuole mangiare?
Riempite meno il piatto. La capienza dello stomaco di vostro figlio è inferiore alla vostra. Inoltre, chiedetevi quale può essere la sua motivazione profonda, evitate i preconcetti.
Cosa fare se il bambino non vuole prepararsi al mattino?
Considerate meglio i tempi: spuntare la sveglia mezz'ora o un'ora prima vi farà avere a disposizione più tempo per gestire con calma le vostre esigenze e quelle di vostro figlio. Cercate anche di mantenere l'equilibrio e la calma, accogliendo sempre le emozioni del bambino.
Che fare se il bambino non vuole spegnere la televisione?
Fate il possibile per colmare il suo vuoto affettivo. Se avesse alternative alla televisione, la utilizzerebbe molto meno.