Cos'è e quali caratteristiche ha l'ansia scolastica? Come gestirla?
L'ansia scolastica è un fenomeno in crescita e attualmente ne soffre tra il 5 e il 28 per cento di bambini e adolescenti. Si tratta di un disturbo che crea una paura e un'angoscia tali da compromettere non solo il profitto scolastico, ma anche il benessere psicologico degli studenti.
Nel libro Domani resto a casa. Leggere tra le righe l'ansia scolastica (Erickson) Stefano Vicari e Maria Pontillo trattano il fenomeno dell'ansia scolastica da un punto di vista scientifico, descrivendo con un linguaggio semplice le caratteristiche del disturbo, e offrendo indicazioni e strategie utili. Vi sono anche tre intensi racconti scritti da Matilde Piran e Amanda Mihimid, due giovani autrici diplomate alla Holden, accompagnati da illustrazioni degli allievi dell'Accademia delle Belle Arti di Palermo. Abbiamo intervistato la dottoressa Maria Pontillo, chiedendole anche dei consigli per aiutare i ragazzi a ritrovare il benessere psicologico a scuola.
Stefano Vicari è Professore Ordinario di Neuropsichiatria Infantile alla Facoltà di Medicina dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e dirige l'Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria Infantile dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Socio fondatore dell'Istituto di Neuropsichiatria ReTe, è membro di commissioni ministeriali sul tema della salute mentale in età evolutiva.
Maria Pontillo è psicoterapeuta cognitivo-comportamentale presso l'Unità Operativa Complessa di Neuropsichiatria dell'IRCCS Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma. Dottore di ricerca in Neuroscienze cognitive, è autrice di numerose pubblicazioni sui disturbi psicopatologici in infanzia e adolescenza.
Dal libro
«La prima volta mi è successo durante l'interrogazione di fisica. È un po' come restare bloccati sott'acqua, a pochi metri dalla spiaggia e con una bombola quasi vuota. I suoni si fanno ovattati, le parole lontane, la sensazione è che manchi l'aria. Io inspiro con la bocca aperta, ma i polmoni non si riempiono, non abbastanza.
Claudio, 15 anni, è un asso in fisica, eppure ogni volta che viene chiamato alla lavagna ha un attacco di panico.
Marco, 7 anni, era un bambino sereno, ma da un po' di tempo al solo pensiero di preparare lo zaino urla e piange disperatamente.
Chiara, 13 anni, è sempre stata benvoluta dai compagni, ma la sera prima delle verifiche si sente soffocare, e il suo cuore batte all'impazzata».
Il libro "Domani resto a casa"
La dottoressa Pontillo ha spiegato così la motivazione che ha portato alla realizzazione del libro: «Ci siamo resi conto nell'esperienza clinica di come sia aumentata la richiesta di aiuto per rifiuto scolare: molti ragazzi, attualmente, provano avversione per il contesto scolastico e arrivano spesso all'abbandono.
Se nel periodo del Covid-19 la percentuale di giovani che lasciava la scuola era circa del 19%, ad oggi l'abbandono scolastico ha raggiunto invece il 25%.
Il libro Domani resto a casa si rivolge alle famiglie affinché riescano a riconoscere la storia dei propri figli, ma anche agli insegnanti e ai ragazzi stessi. Nel testo sono riportate anche storie di giovani che abbiamo incontrato, il cui rifiuto scolare era risultato di problemi più profondi, tra cui ansia e depressione».
Ansia scolastica, cos'è e come riconoscerla
«L'ansia scolastica è uno stato emotivo negativo e si caratterizza per un intenso malessere legato alla scuola. È un fenomeno in crescita: ne soffre una percentuale compresa tra il 5 e il 28%* di bambini e adolescenti.
È più frequente durante i passaggi scolastici: nello specifico si può verificare quando si arriva alla primaria dalla materna, o quando si passa dalla primaria alla media o da quest'ultima alle superiori. È più frequente negli adolescenti, perché è legata ad una crescita emotiva. I sintomi più comuni possono essere:
- ansia, agitazione,
- tremori,
- sudorazione,
- tachicardia,
- disagio e malessere,
- blocco durante le interrogazioni,
- timore di non andare bene a scuola.
Esiste anche l'ansia anticipatoria: alcuni studenti stanno bene nei weekend, ma iniziano a sentirsi male dalla sera, magari mentre preaprano lo zaino, ossia quando si prospetta la routine scolastica del giorno dopo. Spesso alcuni manifestano attacchi di panico la mattina alla vista della scuola. Si possono verificare disturbi del sonno e spesso disordini alimentari. Altri bambini e adolescenti percepiscono la testa vuota e si sentono inermi.
Ulteriore campanello d'allarme è la discontinuità scolastica. L'ansia scolastica non si manifesta all'improvviso, prima spesso ci sono settimane - magari non continuative - di assenze».
Diagnosi di ansia scolastica, esiste?
«L'ansia scolastica non è del tutto ufficialmente riconosciuta. In generale si fa una diagnosi di disturbo d'ansia e si specifica che l'ansia sopraggiunge a scuola. In realtà l'ansia scolastica è la punta di un iceberg: il fatto che il bambino o il ragazzo non voglia andare a scuola cela disagi profondi.
Spesso c'è anche una grave ansia da prestazione».
Le tecnologie possono aumentare l'ansia scolastica?
«Sicuramente le tecnologie possono contribuire all'aumento dell'ansia scolastica: alcune hanno un effetto iperstimolatorio (eccesso di immagini, di suoni, di luci, ecc.) ed è soprattuto il modo in cui i social network sono progettati a determinare un stato di attivazione nei ragazzi.
La dipendenza dai social network può avere una relazione con l'ansia scolastica. Può accadere che alcuni ragazzi non riescano letteralmente a staccarsi dallo smartphone: vi può essere anche ansia scolastica. Si può trattare di un disturbo specifico: il "disturbo da gioco su Internet", che spesso non è diagnosticato e invece dà dipendenza», specifica la dottoressa Pontillo.
Secondo l'ISS il disturbo da gioco su Internet (Gaming Disorder, GD) riguarda l'uso persistente e ricorrente di Internet al fine di partecipare a giochi on line, spesso con altri giocatori, che ha come conseguenza un disagio clinicamente significativo per un periodo di 12 mesi.
Consigli per aiutare i ragazzi con ansia scolastica a ritrovare il benessere
- «Non essere violenti rispetto all'idea di riportarli a scuola: la costrizione e le minacce non funzionano, così come non funziona l'ipercriticismo. Fondamentale è non rimandare un senso di fallimento ai ragazzi e ai bambini. Bisogna invece aiutarli a capire la paura e come superarla.
- Fondamentale è individuare precocemente il problema: un intervento rapido può essere decisivo.
- Consiglio, inoltre, ai genitori di rivolgersi in un primo momento al pediatra di fiducia, il quale saprà realizzare la giusta diagnosi, scartando altri disturbi e indirizzando eventualmente la famiglia ai professionisti di salute mentale.
- Il trattamento più adeguato per l'ansia scolastica è la psicoterapia cognitivo-comportamentale.
- E' essenziale poi che i genitori abbiano un training che permetta loro di affrontare la situazione e far realizzare una valutazione neuropsichiatrica».