Le tappe dell’autonomia, una guida per fasce d’età: 3-6 anni
Come crescere bambini autonomi? Non è facile capire quali sono i livelli di autonomia giusti da sollecitare nei nostri figli a seconda della loro età. Ecco la seconda parte di una guida pratica all'autonomia progressiva, divisa per fasce d'età (1-3 anni; 3-6 anni; 6-10 anni), tratta dal libro "Autonomi si diventa!" di Madeleine Deny (2020, Edizioni Red).
Sviluppo dell’autonomia dei bambini di scuola d’infanzia: le tappe
Il percorso graduale dall'eteronomia (il bisogno di regole provenienti da fuori di sé, dagli adulti) all'autonomia (la capacità di decidere da solo cosa è bene) nella scuola dell'infanzia compie nuovi e importanti passi:
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3-5 anni. I bambini si liberano progressivamente dell'aiuto degli adulti e iniziano ad essere in grado di fare le proprie scelte. Sviluppano la socialità e sono in grado di rispettare le regole.
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5-6 anni. Sanno trovare soluzioni ai problemi e cominciano a sviluppare la perseveranza.
Educare all’autonomia 3-6 anni: le prime scelte
Condividete ogni giorno l'orgoglio di vostro figlio di diventare "grande" facendolo esprimere, lasciando che faccia esperienze e creando situazioni che lo spingano ad assumersi piccole responsabilità. Ricordatevi però che avrà sempre bisogno del vostro supporto per capire il motivo dei suoi successi, ma soprattutto dei suoi errori.
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Assumersi piccole responsabilità. Una buona strategia è lasciar fare ai bambini delle piccole esperienze (non pericolose), affinché possano vivere le conseguenze di alcune loro scelte; in questo non vanno lasciati soli, ma accompagnati. Se ad esempio vostro figlio si impunta a voler indossare un capo invernale in estate, fatelo provare: a fine giornata sarà più aperto ad accettare consigli. Oppure affidategli piccoli compiti, di cui sarà fiero di farsi carico.
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Prendere coraggio. Non sempre ci si rende conto del numero di avvertimenti superflui che un bambino riceve ogni giorno: il risultato è percepire il mondo come pieno di pericoli e di certo non sarà invogliato ad esplorarlo.
"Stai attento", "Guarda che ti fai male", "Non sei capace" sono tutte frasi da abolire e lo spingono a provare qualcosa solo se è in grado di farlo al primo colpo, perché l'errore è vietato. Ma così non impareranno mai, invece le sfide e le difficoltà si possono e si devono affrontare: non solo dovete sottolineare in modo preciso i traguardi raggiunti (non "bravo!" ma "guarda come hai indossato dritta la camicia"), ma di fronte a una loro frustrazione dovete anche ricordare tutti i loro successi passati ("prima non riuscivi, poi hai imparato").
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Affrontare i pericoli. I bambini però non possono certo essere lasciati soli di fronte a potenziali rischi. Il trucco qui è non dare divieti: i bambini a questa età riescono a memorizzare al massimo 3 regole di sicurezza, e devono essere chiare e semplici. Spiegate piuttosto i motivi del pericolo affinché, una volta reso consapevole del rischio, provi comunque ad affrontare la sfida ma con maggiore attenzione. È il modo migliore per prevenire gli incidenti domestici, che sono la grandissima maggioranza degli incidenti che colpiscono i bambini fino ai 4 anni.
Educare all’autonomia 3-6 anni: l’equilibrio con fratelli e sorelle
Dai 3 anni in su, la maggiore socialità porta i bambini a confrontarsi (e scontrarsi) più spesso anche con eventuali fratelli e sorelle, siano essi più grandi e "prepotenti" o più piccoli e fonti di piccole gelosie. Sono relazioni primarie formatrici, ma i genitori devono fungere da direttori d'orchestra in grado di valorizzare le peculiarità di ciascuno per favorire la costruzione di una buona immagine di sé.
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No etichette e paragoni. Accettarsi e vedere valorizzate le proprie caratteristiche contribuisce a una sana costruzione della propria identità, oltre che a trovare un proprio posto in famiglia: così sapranno godere delle proprie differenze senza fare paragoni e voler imitare i fratelli maggiori o regredire per prendere un po' di spazio all'ultimo nato.
Non bollate poi i vostri figli negativamente, anche se in modo scherzoso: evitate "è timido", "è un capetto", "è un brontolone" ma dite piuttosto "si prende i suoi tempi per fare conoscenza", "gli piace organizzare tutto", "ha la risposta pronta".
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Incoraggiateli. I bambini piccoli non sono consapevoli delle proprie capacità e potenzialità: gesti positivi e sguardi benevoli li aiutano a prendere fiducia in se stessi. Per questo è importante non fare tutto al posto loro, magari per guadagnare tempo. Ogni tanto anzi è bene valorizzare una loro abilità magari confessando un proprio punto debole da genitore. Se faticano a giocare da soli, invece di lasciarli alla loro indecisione proponete loro tre alternative di giochi autonomi e fateli scegliere.
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L'amico immaginario. Due terzi dei bambini in età prescolare hanno un amico immaginario, che serve a calmare le angosce, dare più fiducia e a superare le frustrazioni. Non deve dunque preoccupare, ma anzi essere considerato un valido alleato nel percorso verso l'autonomia: è infatti uno strumento a cui i bambini si rivolgono liberamente per esprimere desideri e dispiaceri, in modo da metabolizzarli. Mi raccomando, non rivolgetevi direttamente a lui perché è invisibile e deve rimanere tale.
Educare all’autonomia 3-6 anni: essere autonomi fuori casa
I momenti di indipendenza a questa età crescono: le giornate a scuola, le vacanza con i nonni… l'obiettivo è non trasmettergli la vostra ansia del distacco e a gioire con lui per quanto bene se la sia cavata senza di voi.
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Andare in bagno da soli. Insieme a cugini, compagni e amichetti, per imitazione, i bambini imparano sempre più velocemente che con i genitori: è la forza della comunità, che ad esempio può aiutare ad abbandonare il pannolino durante una vacanza con altri bambini.
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L'inserimento alla scuola materna. Per preparare vostro figlio alla scuola dell'infanzia spiegategli bene la strada che si fa da casa a scuola e soprattutto quali sono i momenti della giornata con un calendario o tabellone delle attività: senza orari, ma con tappe pratiche come il pranzo, il sonnellino, la merenda, la babysitter.
Se è teso, dategli la missione di insegnarvi una canzoncina che imparerà a scuola. Per evitare drammi al momento della separazione, sia prima di scuola o per un periodo come una vacanza, fate in modo che il saluto sia breve e dategli un "cestino delle sorprese" pieno di palline di carta stagnola, di cui alcune contengono una piccola sorpresina: naturalmente potranno aprire le palline solo quando vi sarete separati.
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Prendere l'iniziativa. Fuori casa spesso i bambini hanno l'occasione di prendere iniziativa, soprattutto se i genitori non danno troppe indicazioni ai caregiver: con qualche regola in meno e in un contesto diverso, così, i bambini sperimentano il cavarsela da soli e la capacità di adattamento. Le attività autonome infatti risvegliano la curiosità dei bambini, li invogliano a fare nuove esperienze e fanno loro acquisire fiducia nelle proprie risorse imparando a controllare situazioni nuove: ecco così che alla fine di un periodo di separazione vostro figlio vi racconterà di tutte le cose che ha imparato a fare.
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Se un bambino si perde. Quando organizzate un'uscita in un luogo che vostro figlio non conosce, ripetete le regole base: non seguire la prima persona che lo incuriosisce, chiedere il permesso prima di assentarsi; in caso di smarrimento rimanere vicino al punto in cui vi ha perso di vista, per farsi ritrovare più facilmente; chiedere aiuto a qualcuno che lavora nel posto dove siete; non lasciare mai il parco, il cinema o il negozio senza di voi.
Il libro
I consigli di questo articolo sono stati tratti dal libro "Autonomi si diventa!" di Madeleine Deny (2020, Edizioni Red).