La diretta su Facebook e YouTube
Di seguito invece, l'intervista allo psicoterapeuta sui temi trattati nel suo libro.
In questo articolo
- Perché è meglio che i bambini siano preparati anche agli aspetti negativi della vita?
- Fino a che punto si può parlare chiaramente?
- Consigli per preparare i bambini agli aspetti negativi della vita senza spaventarli
- "Le cose che nessuno ha il coraggio di dirti (prima dei 10 anni)". Il libro
Perché è meglio che i bambini siano preparati anche agli aspetti negativi della vita?
"Sicuramente anche gli aspetti negativi appartengono alla nostra vita. Un'ipotesi di molti genitori è tenere fuori i bambini da tutto. Quindi, anche quando le cose brutte esistono, per loro è meglio che i bambini non le guardino, non le ascoltino, non le approfondiscano.
E' chiaro che noi proteggiamo sempre i nostri figli. Però poi quando un evento negativo si verifica nella nostra famiglia, nel contesto sociale o nel mondo, ai bambini non serve che si cambi loro la percezione della realtà, affinché non sappiano certe cose, ma, dentro quella realtà, occorre permettere loro di sentirsi protetti, dando gli strumenti che servono a generare la dimensione della sicurezza, della conoscenza e anche della protezione attiva".
Fino a che punto si può parlare chiaramente?
"E' necessario dire la verità in modo chiaro, ma con modalità e contenuti che siano a misura della capacità di comprensione del bambino. L'approccio, da una parte, deve essere di tipo fase-specifico, cioè specifico per la fase di sviluppo in cui si trova il bambino. Dall'altra, nell'accompagnare i bambini dentro verità complesse, l'adulto deve presentarsi come una figura autorevole, ossia deve essere una base sicura cui il bimbo sente di poter far riferimento nelle difficoltà che può sperimentare muovendosi in aree più complesse.
Per questi motivi un libro può essere di grande aiuto: fa fare al genitore e al bambino un percorso attraverso parole chiare, scritte per la comprensione del bimbo e a sua misura. Condividere tematiche difficili all'interno della relazione genitore-figlio che fa sentire protetti e al sicuro, permette al minore di sentire che il genitore non ha paura ed è lì con lui quando vuole approfondire o fare domande", specifica Pellai.
Consigli per preparare i bambini agli aspetti negativi della vita senza spaventarli
- "E' consigliabile sentire dentro di noi se la domanda che ci sta facendo nostro figlio ci lascia tranquilli. Infatti, se noi siamo agitati, rischiamo di trasmettere la nostra ansia. Noi per primi, se ci sentiamo inesperti e incompetetenti, dobbiamo cercare risorse per rinforzarci. Le risorse possono essere altri genitori, un pediatra o magari uno specialista dell'età evolutiva. A volte noi genitori diciamo anche le cose giuste, ma lo facciamo in un modo che dà ansia ai bambini.
- Quando i bambini ci fanno domande, se non abbiamo capito bene perché lo stanno facendo o cosa stanno chiedendo, molto utile è fare, a nostra volta, domande. E' opportuno chiedere ai bambini: "Da dove ti è nata questa particolare domanda?", per permettere loro di farci vedere davvero la vera motivazione che li spinge a chiederci quella cosa in particolare.
- Ci sono libri da leggere relativamente alle tematiche più difficili: esistono storie, narrazioni, vicende, nell'ambito delle quali i personaggi hanno affrontato determinate difficoltà. Una modalità per preparare i piccoli, quindi, può essere cercare la storia di personaggio che ha affrontato quella sfida e condividerla con loro. E' una maniera per attraversare la fase complessa che i bambini ci mettono davanti".
"Le cose che nessuno ha il coraggio di dirti (prima dei 10 anni)". Il libro
"Il libro nasce dal fatto che ci hanno chiamato ad autorare una serie tv.
L'idea è arrivata all'inizio del lockdown. C'erano tante cose che avevano a che fare con la vita dei nostri figli e che li avevano spaventati e messi in ansia, su cui il programma tv voleva dare risposte adeguate.
Dare una risposta adeguata equivale a dire la verità in un modo che la renda comprensibile e attraversabile, senza spaventare. Siamo partiti da domande che avevano a che fare con la pandemia, l'emergenza, la morte, ma poi siamo arrivati a temi che riguardano la vita di tutti i giorni, tra cui cyberbullismo, sessualità, pubertà. Praticamente i fatti che restano fuori dalle conversazioni nelle quali i genitori e i figli si mettono in relazione".