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Il bambino imperatore: come si riconosce e come gestirlo

di Zelia Pastore - 09.02.2023 - Scrivici

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Fonte: shutterstock
Decide per sé ma anche per tutta la famiglia, guidando i genitori e comandandoli a bacchetta: il bambino imperatore può essere molto faticoso da gestire, ma la buona notizia è che mamma e papà possono fare molto per aiutarlo: ce lo spiega Lorella Boccalini, consulente pedagogica del Cpp

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Bambino imperatore

Un piccino autoritario, dispotico e a tratti tirannico, se i suoi desideri non sono immediatamente soddisfatti, viene attraversato da scatti di forte rabbia e in alcuni casi potrebbe anche arrivare ad aggredire verbalmente e fisicamente i genitori: è il cosiddetto "bambino imperatore". "La sindrome dell'imperatore definisce un bambino che ha comportamenti molto richiedenti e ha preso il controllo sui genitori, invertendo i ruoli" spiega Lorella Boccalini, consulente pedagogica del CPP. Cerchiamo di capire di cosa si tratta nel dettaglio e come aiutare mamma e papà a risolvere la situazione.

Blanco come un bambino imperatore?

Lo hanno riportato tutti: nella prima serata di Sanremo, il cantante Blanco, a causa di un problema tecnico, ha dato in escandescenza e ha iniziato a prendere a calci la scenografia del Festival. Ma come mai questo scatto d'ira?

Come riposta sui suoi social network il psicopedagogista didattico Stefano Rossi "Quello che è accaduto ieri a Sanremo ci aiuta a comprendere un aspetto fondamentale nell'educazione emotiva di figli e studenti". Le regole infatti sono un dono d'amore per un bambino. "Il BAMBINO IMPERATORE è incapace di regolare le proprie emozioni. In preda all'ira perde il controllo di se stesso". Tutto gli è dovuto.

Sotto, il post di Stefano Rossi.

Sindrome del bambino imperatore: che cosa è

Sgomberiamo il campo dall'equivoco che la parola "sindrome" può portare con sé: "Non stiamo parlando di un disturbo genetico: generalmente si sviluppa a causa di un contesto familiare troppo permissivo e dalla mancanza di regole date dai genitori ai loro figli per paura di ferirli, pensando che siano una sorta di cattiveria e non un atto dovuto di rispetto e una pietra miliare della loro educazione presente e futura" illustra Lorella Boccalini.

Alla base di questo problema educativo ci sono madri e padri che "potrebbero avere difficoltà personali a stare nel conflitto e che tendono ad evitarlo, oppure adulti compiacenti (che pensano che accontentare sempre i bambini sia il modo per farsi amare) o al polo opposto disinteressati".

L'assenza di conflitto è un problema

Il problema, in ogni caso, è proprio l'assenza di conflitto in famiglia: "Questi bambini più vengono assecondati e più alzano il tiro ad ogni richiesta: il rischio è che sviluppino una bassa capacità di tollerare i fallimenti e che non sappiano imparare dagli errori". Un esempio classico del bambino imperatore? Non vuole spegnere la tv, fa una scenata se deve fare il bagnetto, cerca di impedire alla mamma di uscire di casa.

Ma perché si comporta così?

"Queste continue richieste sono in realtà un modo che il piccolo ha per chiedere dei limiti, dei confini sicuri entro cui crescere tranquillo". Immaginate di essere in una stanza completamente buia: per orientarvi, la prima cosa che cercate è il contatto con le pareti, per capire i limiti spaziali della stanza.

E' la stessa cosa che succede ai vostri figli con le regole. "Alla base di questo disagio ci sono dei genitori permissivi o in difficoltà che non hanno costruito un sistema di regole che aiuti i bambini anche a calibrare le proprie emozioni. I bambini così sono in balia dei loro sentimenti contrastanti e i grandi non sanno come aiutarli a contenerle".

Come gestire un bambino imperatore

Una volta individuato il problema di fondo, bisogna capire come agire: "Tutti i bambini, soprattutto i piccoli "imperatori", hanno bisogno di qualcuno che sappia che cosa è meglio per loro e li aiuti a comprendere e regolare le loro emozioni. Quando vanno in difficoltà è perché sentono che i genitori in qualche modo hanno "paura" di loro e questo fatto li spaventa. Devono invece sapere che al mondo c'è qualcuno che davanti alla loro immaturità e all'esplosività dei loro sbalzi emotivi non va in mille pezzi. Quello di cui hanno bisogno è un adulto che non neghi le loro emozioni ma che tenga il punto sulle regole, in modo da mandare loro questo messaggio: "stai tranquillo non ti chiedo di sapere cosa devi mangiare o a che ora si dorme". Questo li aiuta a capire che c'è qualcuno che si occupa di loro e che organizzando la loro educazione, li aiuterà a diventare autonomi".

Alcuni consigli per gestire la situazione

  • Fare un passo indietro. "Di fronte ad un figlio con questa problematica, bisogna partire dal parlarsi con il parter per capire cosa sta succedendo: "che cosa ha provocato questo problema? i genitori devono chiedersi quale dei loro atteggiamenti può inconsapevolmente aver creato questa situazione".
  • Occuparsene. "Sicuramente bisogna prendersene cura: il bambino imperatore è infelice, e il rischio di sottovalutare la situazione è quello di consegnarlo al mondo senza che abbia sviluppato a pieno le sue potenzialità per stare con gli altri e regolare le sue emozioni".
  • Mettere poche regole ma chiare. "Aiutare questi bambini significa capire che mettere dei limiti è un'azione da fare per il loro bene. Vanno quindi decise in coppia delle regole, semplici e chiare, da condividere possibilmente anche con nonni, babysitter e chiunque si occupi del piccolo. Devono essere seguite da tutti, e devono essere poche e facilmente comprensibili (non di troppe parole). Una volta messe, si aprirà un piano di conflitto con il piccolo dove il genitore fa il genitore e il figlio fa il figlio, ovvero il bambino cercherà di comportarsi come al solito ma l'adulto deve con pazienza rimanere saldo nel ricordare le regole che sono state condivise".
  • Fermezza e dolcezza. Quando i bambini fanno una scenata, non bisogna urlare né tantomeno picchiare o minacciare. "Bisogna parlargli dolcemente ma con fermezza, riconoscendo e chiamando per nome la sua emozione senza scomporsi e con pazienza". Bisogna far capire al piccolo che capiamo la sua situazione contingente e che siamo lì con lui, non giudichiamo le sue emozioni ma contemporaneamente teniamo sulla regola. Ad esempio si può dire al bambino "capisco che sei arrabbiato, adesso la mamma sta qui con te così tu ti tranquillizzi poi andiamo a lavarci i denti".
  • Insegnare a tollerare la frustrazione. "Se l'adulto dice no o mette un limite il bambino deve essere aiutato a saper aspettare: è un insegnamento fondamentale per la vita adulta". Per fare questo anche i genitori devono allenarsi a sopportare che il bambino possa opporsi a lungo, tollerando con pazienza questa fatica.

Quando e come intervenire

Quando si capisce di essere davanti ad un bambino imperatore è bene intervenire subito "per non rischiare di incorrere in problemi più seri da adulti, come il non saper tollerare la frustrazione e non sviluppare empatia.

E' un dovere dei genitori aiutare i bambini a sviluppare progressivamente le tutte le loro risorse: le regole servono a mettere in sicurezza i figli rispetto alla loro immaturità".

Bambini già in età da scuola primaria

Se il bambino è già nell'età della scuola primaria, intervenire potrebbe essere più difficile del previsto: "se si è in difficoltà e non si riesce da soli, ci si può rivolgere ad un professionista che aiuti i genitori a riprendere il timone dell'educazione del proprio figlio senza paura, mettendo al sicuro il bimbo rispetto alle sue emozioni. Posto che il genitore non è un mestiere per pigri, i bambini nascono con tratti emotivi diversi: ci sono bambini più faticosi di altri ma con tutti è possibile organizzare un'educazione e che li faccia crescere nel modo migliore".

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