«Dai, saluta la nonna. Dalle un bacio che stiamo andando via». Quante volte capita di esortare i propri figli a baciare qualcuno? «Si tratta di una richiesta illegittima, perché non tiene conto del fatto che il bambino è un individuo con una sua volontà e libertà nell'esprimere le proprie emozioni» spiega Daniela Callegari, pediatra del Centro Medico Santagostino di Milano.
Per evitare fraintendimenti, è compito dei genitori dare molta importanza all'educazione affettiva. «Il bambino esprime la sua affettività in modo autentico solo se può farlo con i suoi tempi e le sue modalità. Per questo non bisogna offendersi se non ci dà un bacio quando glielo chiediamo, soprattutto se è piccolo».
L'educazione affettiva
«Le emozioni, l'affettività, il modo in cui ci esprimiamo affettivamente e in cui conduciamo i nostri legami affettivi esprimono la nostra parte più intima, personale, autentica e quindi libera – sottolinea la dottoressa –. Nei bambini è fondamentale che i genitori coltivino ed educhino questi aspetti insegnando loro l'empatia, la capacità di comprendere gli altri, la tenerezza e la gentilezza come stile di comportamento».
Un insegnamento che viene dato con l'esempio: «Un bimbo che riceve attenzioni e affetto sarà attento e affettuoso a sua volta. Se vede i suoi genitori abbracciarsi ed essere affettuosi con amici e parenti, si comporterà nello stesso modo».
Ma anche con una riflessione, chiedendo loro come si sentono. «È importante che i genitori usino ogni occasione possibile per parlare di sentimenti ed emozioni ai loro figli, chiedendogli come si sentono rispetto a gesti di affetto o rifiuto che ricevono, ma anche come pensano che si siano sentiti i loro amici, la mamma o il papà quando loro si sono comportati bene o in modo aggressivo».
Che cosa devono fare i genitori
«Come adulti, la prima cosa da fare è quella di porsi la domanda: da dove nasce questa esigenza di chiedere al bambino di distribuire baci e abbracci? Forse ci si sente spinti da imposizioni sociali, dal desiderio di essere considerati dei bravi genitori o dalla volontà di mantenere buone relazioni familiari».
Ognuno può trovare risposte diverse e personali: «l'importante è riconoscere le motivazioni che ci portano a questo atteggiamento e modificarlo. Piuttosto che obbligare un bambino a baciare la nonna è meglio dire: “La nonna sarebbe molto felice se l'abbracciassi o le dessi un bacio. Quando ti senti di farlo, sei libero di farlo”».
Un approccio di questo tipo «permette a ogni bambino di vivere le proprie emozioni in modo equilibrato e di esprimersi liberamente. Obbligare o anche suggerire, quasi imponendo, gesti di affetto, non è invece educativo e invade quanto di più intimo e personale ci riguarda: l'autenticità delle nostre espressioni affettive» conclude la pediatra.