Bambino non ha oggetto transizionale
Un orsacchiotto, una copertina, un bambolotto, un doudou: alcuni bambini non riescono a separarsene. E' il cosiddetto oggetto di transizione, non un semplice pupazzo o pezzo di stoffa, ma una sicurezza per il piccolo che inizia a crescere e, magari, a separarsi dalla sua mamma.
A parlare per la prima volta di "oggetto transizionale" fu Donald Woods Winnicott, pediatra e psicoanalista britannico. Proprio lui, nei suoi studi, affrontò il tema del distacco figlio-mamma e l'importanza o meno di avere un oggetto transizionale, per diminuire ansia, angoscia, assenza temporanea della madre.
Non tutti i bambini, però, lo hanno. E allora? C'è da preoccuparsi se il piccolo non ha oggetto transizionale? E' importante che ogni bambino abbia il suo? Scopriamolo.
Perché i bambini hanno un oggetto transizionale
L'oggetto transizionale sostituisce per un tempo la mamma e dona sicurezza, calore e coccole al piccolo quando lei non c'è. Per questo il bambino lo vuole al momento delle ninne, ad esempio, e tende a tenerlo stretto a sé. Talvolta questo oggetto conserva anche l'odore della mamma, un motivo in più per abbracciarlo forte quando è assente.
Si chiama "transizionale" perché aiuta i bimbi nella cosiddetta transizione emotiva, cioè nel passaggio dalla vita simbiotica con la mamma al primo distacco.
I bambini tendono ad avere il loro primo oggetto transizionale tra gli 8 e i 12 mesi, senza lasciarlo più. Che sia un pupazzetto, una copertina, una maglietta della mamma, questo oggetto ha il potere di calmare il piccolo, di cancellare paure, angosce, insicurezze.
Quando è utile l'oggetto transizionale?
L'oggetto transizionale può essere utile nelle seguenti situazioni:
- quando la mamma torna al lavoro e lascia il bambino con nonni o babysitter
- nell'inserimento all'asilo nido
- se arriva un fratellino
- se il bambino fa difficoltà ad addormentarsi con una persona che non sia la mamma
- in caso di cambiamento casa o ambiente
Quando il bambino non ha oggetto transizionale
Un po' come il ciuccio - che alcuni bambini hanno e altri no - anche l'oggetto transizionale non è qualcosa che interessa tutti.
Ci sono dei bimbi, infatti, che cambiano di volta in volta il pupazzetto con cui dormire, senza legarsi particolarmente a uno. Ci sono bambini che vivono il distacco con grande serenità, che non sentono il bisogno di avere un oggetto transizionale quando la mamma o il papà non ci sono.
La scelta di avere un oggetto transizionale, dunque, è assolutamente soggettiva e non c'è una regola in questo. Non c'è da preoccuparsi se il bambino salta questa tappa, se non si lega in maniera simbiotica ad un oggetto o ad un peluche. Magari passa molto tempo con la mamma ed è per questo che non ne sente il bisogno o, magari, anche quando la mamma si allontana, lasciandolo con i nonni, la babysitter o all'asilo nido, il piccolo respira un'atmosfera di serenità che non genera in lui alcuna angoscia o preoccupazione.
Oggetto transizionale: non devono decidere i genitori
E' importante sottolineare che l'oggetto transizionale non deve essere mai una scelta dei genitori.
Si può anche provare a proporre un pupazzo al piccolo quando bisogna allontanarsi, ma non è detto che questo diventi per lui un'oggetto transizionale. Sarà lui a deciderlo e nessuno può interferire in questo.
Fonti: https://www.healthychildren.org/; https://www.spiweb.it/