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Come calmare un bambino ansioso

di Rosy Maderloni - 07.10.2020 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Più che di ansia, nel caso dei bambini sarebbe appropriato parlare di paura. Le paure fanno parte delle emozioni che aiutano un bambino nella sua crescita ma è importante saperle gestire affinché non diventino disfunzionali. Risponde Annalisa Carrera, psicologa e psicoterapeuta per HelpingMama.

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Come calmare un bambino ansioso

Si usa pensare che gli stati d'animo legati all'ansia siano un problema del mondo adulto ma anche i bambini possono soffrirne e manifestare questo disagio in forme più o meno esplicite. Riconoscere i sintomi di una sofferenza che attanaglia i più piccoli è la prima vera impresa per un genitore: in molti casi le cause possono essere sconosciute e questo amplifica la difficoltà nel trovare una soluzione efficace. Esistono però alcuni atteggiamenti che possono aiutare un bambino ansioso a ritrovare la calma.  Ne abbiamo parlato con Annalisa Carrera, psicologa e psicoterapeuta della piattaforma HelpingMama, attiva tra Milano e Lecce.

1 - Riconoscere i segnali

"Nei bambini si parla più di paure che di ansie – chiarisce la psicologa e psicoterapeuta -. Ci sono paure normali, legate al normale percorso di sviluppo e paure diverse, originate da specifiche situazioni percepite come pericolose. Possono essere eventi traumatici o l'aver vissuto situazioni di stress. Le manifestazioni delle ansie o paure nel bambino non sono sempre immediatamente riconoscibili ma possiamo concentrarci su alcuni segnali rivelatori come la difficoltà di svolgere normali azioni di routine che prima si effettuavano con facilità: alcuni bambini si bloccano mentre altri piangono di più. Anche alcune richieste insolite come il poter dormire nel lettone quando si era già raggiunta questa autonomia possono fornire elementi utili per capire se qualcosa non va".

2 - Dialogo attento: tradurre e normalizzare

Il primo errore in cui è facile incappare nel tentativo di aiutare un bambino ansioso è il rischio di banalizzare i motivi delle paure dei bambini. "Non bisogna mai sottovalutare la paura del bambino, per quanto possa sembrarci qualcosa di facilmente superabile – spiega Carrera -: la paura è un'emozione che come le altre merita di essere ascoltata e rispettata. Perché ciò avvenga, occorre che il genitore si impegni nel trovare un canale di dialogo efficace e attento all'ascolto delle preoccupazioni di un figlio.

Fino agli 8-10 anni, inoltre, i bambini non hanno capacità di cogliere cognitivamente un'emozione: la sentono di pancia ma non la sanno ben spiegare e per questo noi adulti siamo utilissimi nell'ascolto e nel dialogo sincero perché possiamo fungere da buoni traduttori. Imparare a esprimere le proprie emozioni è il primo modo per imparare ad affrontarle. Normalizzare invece, che non significa banalizzare, il contesto entro cui si muove la paura del piccolo, ancora può permettere di vedere il problema sotto un'altra prospettiva, ridimensionando la paura e accogliendola come un'emozione che è giusto provare, è giusto che ci sia".

3 - Gli strumenti utili

Non sempre si è pronti a rispondere con le parole più giuste alle richieste di aiuto di un bambino che sta vivendo una situazione di stress e di paura. "Si può ricorrere a strumenti che possano permettere al bambino di visualizzare e verbalizzare le forme delle proprie paure attraverso strumenti semplici e disponibili come i libri o altri supporti che affrontino i temi delle emozioni o che ripropongano tematiche legate alle specifiche paure del bambino, per scoprire insieme come risolvere e superare quella specifica difficoltà. Disegnare la propria paura, inoltre, è un modo efficace per buttare fuori quello che si prova, dando una vera e propria forma a quanto si sta vivendo. Su questo lascerei piena libertà al bambino di disegnare l'emozione come meglio crede parlandogli così: "Vuoi disegnare la tua paura? Come la disegneresti?".

In rete sono molti i suggerimenti facilmente reperibili per calmare il proprio bambino:

  • Cantare. Quando è ancora molto piccolo e ha paura del buio, ad esempio, si può cantare per lui una canzone familiare a entrambi o una canzone che riteniamo opportuna e rilassante per "cullarlo" fino a che non si addormenti.
  • Dare un nome alla paura: questo identifica il brutto sentimento e permette di parlarne, nominarla e anche scacciarla via. Ad esempio, mettiamo che la paura si chiami "Bob": voi potrete dire al bambino "Adesso mandiamo via Bob: diglielo tu di andarsene". Il bambino a questo punto può gridare: "Bob, vai via! Sparisci!". Questo lo farà sentire più forte.
  • Prove di coraggio. Si può anche prospettare un divertente programma di prove di coraggio in cui ogni giorno insieme al bambino si affrontano piccole sfide per vincere paure e insicurezze e che richiamino la loro voglia di sentirsi autonomi e grandi.
  • Fare tentativi e non abbattesrsi. "Non esistono ricette preconfezionate che possano andare sicuramente bene per ciascun bambino – chiarisce la psicoterapeuta -: la cosa importante è mettersi in discussione provandoci, senza paura di sbagliare. Mai abbattersi".

4 - Non assecondare sempre

Saper dire no è un altro aiuto ad affrontare la paura.

"Il contenimento è molto importante per fornire al bambino quelle sicurezze necessarie alla sua crescita – aggiunge Annalisa Carrera – può sembrare noioso e doloroso ma in realtà è proprio accondiscendendo a tutte le richieste dei bambini che non si placano le loro paure. I bambini che sono assecondati in ogni loro richiesta non faranno lo sforzo di liberarsi da ciò che li opprime. Mamme, fatevi aiutare: si può sempre chiedere aiuto e sostegno anche ai papà: dove non arrivo io, può arrivare lui".

5 - Se la causa sono i genitori

"Può sembrare che i figli utilizzino modi poco funzionali o disfunzionali per comunicare il loro malessere – conclude la psicoterapeuta – come i pianto a dirotto o altri escamotage per attirare l'attenzione di mamma e papà. In questi casi vale la pena di considerare se questo figlio non stia attivando strategie per distogliere gli adulti da situazioni di stress come un litigio. I bambini hanno molte risorse, tra cui quella di sentire le emozioni degli adulti intorno a loro e questo meccanismo accentramento dell'attenzione su di sé può essere una risposta a un momento di crisi di chi lo circonda. In questo caso ha senso focalizzarsi sul momento in cui le paure del bambino hanno iniziato a manifestarsi e considerare periodi o avvenimenti emotivamente stressanti che hanno coinvolto il bambino e che possano aver scatenato l'insorgere di forme di ansia".

L’intervistata

Annalisa Carrera è  psicologa e psicoterapeuta della piattaforma HelpingMama, attiva tra Milano e Lecce.

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