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Come affrontare in famiglia l'ansia e le paure per la guerra

di Nostrofiglio Redazione - 07.03.2022 - Scrivici

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Fonte: Shutterstock
Come affrontare ansia e paure per la guerra in famiglia. Come rispondere alle domande dei bambini e come fronteggiare paure, ansie e angoscia che possono provare non solo i più piccoli, ma anche gli adulti

In questo articolo

Come affrontare paure e ansie della guerra

Abbiamo chiesto alla Dott.ssa Lucia Dosselli di Guida Psicologi di fornirci dei consigli su come affrontare le possibili, e comprensibli, ansie, paure e domande che possono esserci in questi giorni, dallo scoppio della guerra in Ucraina. Paure e angoscie che hanno i nostri bambini, ma anche noi adulti.

"Sono giorni difficili per noi esseri umani che dopo aver fatto i conti con una pandemia da cui non siamo ancora completamente usciti, ora dobbiamo fare i conti con un'altra minaccia alle porte, la guerra.


La pandemia ci ha costretto a rallentare, a riprendere in mano il nostro tempo e a fare i conti con le nostre aree di vulnerabilità. Ansia, paura, angoscia sono entrate prepotentemente nelle nostre case per mano di un un "nemico invisibile" , il virus,
che ha modificato radicalmente le nostre abitudini, le nostre certezze e il nostro sguardo sul futuro. Una fatica in più è toccata alle famiglie che hanno dovuto fare i conti non solo con le paure legate al contagio, ma anche con la didattica a distanza dei figli, mentre loro erano smartworking, a suon di regole che cambiavano di settimana in settimana, a cui tutti ci siamo dovuti abituare.
E ora, che in parte abbiamo provato a lavorare per una "nuova normalità", ci troviamo a dover spiegare ai nostri figli cosa sia una guerra.

La guerra in Ucraina

Guerra. Questa volta il nemico è "ben visibile" ed è entrato in maniera prepotente e improvvisa nelle nostre case con immagini e racconti di devastazione, morte e angoscia senza risparmiare, purtroppo, nemmeno i più piccoli. Non è che la guerra prima dell'invasione dell'Ucraina non ci fosse. Purtroppo, ad oggi si contano almeno 70 Paesi al mondo in guerra.

Questa volta lo scenario bellico è molto vicino a noi, proprio alle porte di casa nostra e di nuovo, paura, angoscia e preoccupazione hanno invaso i nostri salotti. In questi giorni mamme e papà si saranno interrogati su cosa dire ai loro figli, se parlare della guerra oppure no; se mostrare loro le immagini del conflitto oppure lasciarli ai loro programmi preferiti.


Prima di tutto dobbiamo dire che non ci sono "ricette" preconfezionate; possiamo tuttavia individuare alcuni elementi che rappresentano dei punti di partenza imprescindibili.

Come affrontare paure e ansia dei bambini

  • Il primo ingrediente, di certo il più importante, è la relazione: per un bambino sapere che ha accanto degli adulti che stanno in ascolto dei suoi bisogni e a cui si può rivolgere in caso di dubbi, domande o curiosità, è la miglior garanzia per fronteggiare le proprie paure o preoccupazioni.
  • In secondo luogo può essere di aiuto partire da delle domande: spesso pensiamo che dobbiamo essere noi a intavolare per primi il discorso fornendo una serie di informazioni che il bambino "deve sapere". A volte questa modalità riflette più la
    nostra ansia che non un bisogno reale del bambino. Partiamo da domande aperte come per esempio "c'è qualcosa di cui vuoi parlare?" e teniamoci pronti alla possibilità di non avere sempre una risposta. I bambini sanno insegnare molto a noi adulti sulla complessità, ci portano spesso domande a cui è difficile rispondere e in tutta onestà è importante che noi accettiamo di non avere sempre una risposta preconfezionata in tasca.

Come affrontare il tema con i bambini, a seconda delle fasce di età

  • Partendo dalle fasi evolutive possiamo trovare alcune indicazioni di massima per muoverci: I bambini molto piccoli fino alla scuola d'infanzia, andrebbero protetti dall'esposizione a immagini e racconti perché non sono ancora in grado di differenziare la fantasia dalla realtà.
  • Dalla seconda metà della scuola primaria, indicativamente dagli 8-10 anni i bambini hanno un pensiero più complesso e sono in grado di fare ragionamenti molto più astratti e quindi possono essere accompagnati meglio a comprendere cosa stia accadendo.
  • Con gli adolescenti il discorso cambia: possiamo partire da cosa hanno compreso sulle dinamiche del conflitto, per ascoltare cosa ne pensino, quali sono le loro paure, perplessità, domande. Potrebbe essere l'occasione per riflettere insieme sull'individuare delle fonti attendibili, per evitare di incappare in "fake news" e stimolare un pensiero critico. Anche perché i ragazzi di oggi saranno gli adulti di domani e per affidargli un mondo migliore dobbiamo fornirgli degli strumenti per non ripetere i nostri stessi errori.
  • Non trascuriamo l'importanza di sottolineare anche i movimenti protettivi che molti adulti sanno mettere in campo: i tentavi di negoziazione messi in atto dagli altri Stati per fermare il conflitto, i corridoi umanitari per fornire aiuti concreti e protezione alle popolazioni coinvolte nella guerra, la mobilitazioni di molti Paesi che manifestano nelle piccole e grandi città per la Pace.

E se compare paura, ansia e angoscia?

E se compare la paura, l'ansia o l'angoscia? Facciamo posto a queste emozioni difficili perché i sintomi compaiono spesso dove non c'è spazio per dare un linguaggio e un pensiero a quello che sta avvenendo.

Non c'è niente di male se anche noi adulti condividiamo la nostra preoccupazione e normalizziamo quelli che sono dei vissuti umani di fronte a uno scenario così complesso come quello bellico. Ricordiamoci che i nostri figli sono maggiormente in grado di elaborare quello accade, se può essere raccontato e messo in parole in una relazione sicura. "

L'autrice dell'articolo

La Dott.ssa Lucia Dosselli è specializzata in psicologia infantile e fa parte del team di Guida Psicologi.it, la pagina web leader nel settore della psicologia e del benessere emotivo . Da 10 anni, la priorità di GuidaPsicologi è accompagnare le persone nella ricerca del proprio benessere emotivo, in un contesto sicuro e di fiducia.

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